“Una guida per la famiglia alle Cronache di Narnia” di Christin Ditchfield per Alfa & Omega Edizioni, ha lo scopo di guidare il lettore all’interno dei rimandi biblici di cui è intessuta la storia creata da Clive Staples Lewis. Quest’ultimo diede vita ad un classico letterario per l’infanzia che è appunto “Le cronache di Narnia” e composto dai rispettivi libri (Il leone, la strega e l’armadio, Il principe Caspian, Il viaggio del veliero, La sedia d’argento, Il cavallo e il ragazzo, Il nipote del mago, L’ultima battaglia). L’autrice del presente volume come prima cosa si rivolge non ad un gruppo eterogeneo di persone ma soprattutto verso coloro che hanno letto i 7 libri che compongono la saga. Secondariamente non è un libro rivolto a tutti, poiché è chiaro l’intento della scrittrice, ossia quello di far accostare maggiormente al cristianesimo i lettori che dovrebbero essere in teoria già credenti. Ora il libro della Ditchfield è lodevole per quanto riguarda l’accurata conoscenza dimostrata sia della Bibbia, che della storia raccontata da Lewis; anche se però a tratti sembra forzato l’accostamento e il parallelismo di certi passi biblici ed evangelici. E’ chiaro che Lewis ateo per gran parte della sua vita, scrisse “Le cronache di Narnia” per celebrare la fede ritrovata nel cristianesimo. Ed è altrettanto evidente che C.S. Lewis conosceva attentamente le scritture. Quindi non si fatica a credere che l’Aslan di Narnia non sia altro che il Gesù dei cristiani. Però non è possibile riscontrare nella saga lewisiana soltanto una riproduzione minuziosa e minimalista, della mitologia biblica. Così affermando si mortifica la potenza immaginifica che ha guidato Lewis durante la stesura del suo capolavoro. Proprio perché Lewis aveva avuto dei trascorsi da miscredente è impensabile che abbia voluto scrivere una storia rivolta esclusivamente ai cristiani di tutto il mondo. Sarebbe riduttivo ragionare in tal modo. La Ditchfield conosce, come già accennato, alla perfezione le cosiddette “sacre scritture”, ma ciò non basta per dimostrare e spiegare tutta la vicenda che vive e si sviluppa in Narnia. La sua passione e il suo coinvolgimento emotivo nonché il suo anelito religioso la spingono forse, verso una forma di intransigenza nei confronti dei non credenti; o per dirla con le parole di Narnia, verso coloro che abitano “la terra delle ombre”. Questo purtroppo è il limite dell’opera; poiché la sua autrice nell’interpretare l’escatologia narniana ipotizza che Lewis immagini un destino finale diverso per quegli individui non appartenenti alla religione cristiana. Ciò sarebbe il culmine del fanatismo e dell’integralismo di Lewis. A tratti la Ditchfield ricalca le posizioni oltranziste e poco condivisibili adottate già dalla chiesa cattolica nella dichiarazione “Dominus Jesus” del 2000. Non bisogna dimenticare che lo stesso Lewis fu accusato da molti suoi colleghi scrittori di aver utilizzato una fiaba per plagiare e in un certo qual modo fare proselitismo fra i bambini. Infine per quanto sia un libro davvero utile sotto certi aspetti; ho notato che se il punto di partenza è necessariamente il considerare la Bibbia come un contenitore di fatti realmente accaduti e quindi non allegorici, mi è davvero difficile poter immaginare di condividere non soltanto gli intenti dell’autrice stessa, ma di conciliare le nostre posizioni differenti. Se io reputo le figure mitologiche di Adamo ed Eva personaggi storici, e di conseguenza appartenenti al nostro vero passato; non posso poi scandalizzarmi se un bambino finisca con il credere che gli umani discendano dal leone Aslan. Questa cosa per altro non turbò nemmeno Lewis. In definitiva “Una guida per la famiglia alle Cronache di Narnia” di Christin Ditchfield è un libro utile e appassionate, riservato alle famiglie di cristiani credenti; affinché possano meditare e ragionare attraverso le bellissime creature fantastiche che popolano il mondo di Narnia.
Dott. Cristian Porcino