lunedì 2 marzo 2009

“Filosofi a Luci Rosse” di Pietro Emanuele


La dignità dell’uomo risiede nel proprio pensiero, quindi nell’utilizzo delle proprie facoltà razionali, ma soprattutto nella “fragilità” che connatura la persona umana. In questo libro di Pietro Emanuele (Casa Editrice: Tea) dal titolo apparentemente scabroso "Filosofi a luci rosse" lo studioso siciliano indaga, senza volgarità, la prospettiva filosofica da un punto di vista inedito, ovvero la sessualità di molti esponenti della tradizione filosofica mondiale. Sta di fatto che il filosofo ancor prima di essere tale è un uomo con il proprio organo intellettivo così come del suo apparato sessuale.
L’autore inizia la sua indagine partendo dall’intimità di Socrate fino al chiacchierato Epicuro e la scuola d’insegnamento da lui stesso fondata e definita dai maligni “giardino a luci rosse”; per poi discorrere sulle tribolazioni di Agostino d’Ippona che prima di divenire un santo della chiesa cattolica era dedito ai piaceri della carne. Pietro Emanuele ci introduce inoltre nello scandalo medievale più famoso, ovvero quello dell’evirato Abelardo e dell’amata Eloisa così come nei patemi d’animo che costernavano il giovane Mointaigne per la dimensione ridotta del proprio pene. In "Filosofi a Luci rosse" ce n’è per tutti i gusti e per tutte le curiosità; fermo restando che questo è un libro scritto in maniera discorsiva e soprattutto da uno storico della filosofia che ha ben presente l’obiettivo cui mirare: raggiungere l’intelletto dei lettori stimolando le loro curiosità sulla privacy dei protagonisti del pensiero mondiale. Infine è doveroso ricordare che Pietro Emanuele è autore dei fortunatissimi saggi "I cento talleri di Kant", "Cogito ergo sum" e "Vita tragicomica di Socrate".


Dott. Cristian Porcino