lunedì 2 marzo 2009

“Woody Allen e la filosofia” a cura di Mark T. Conard e Aeon J. Skoble


Woody Allen e la filosofia a cura di Mark T. Conard e Aeon J. Skoble è un affascinante viaggio nell’intrigante universo culturale del geniale regista americano. In questo libro, quindici filosofi (Lawler, Pappas, ecc) si cimentano con le opere cinematografiche e letterarie di Woody Allen. Le indagini offrono spunti di riflessioni davvero originali, senza annoiare il lettore con futili tecnicismi. Chiunque nella sua vita abbia assistito alla visione di un film del regista newyorkese come: Manhattan, Zelig, ecc, non potrà che convenire con le indagini degli autori del volume sulla struttura filosofica dei dialoghi alleniani. Vedere un film di Woody Allen significa anche riflettere su tematiche esistenziali come la morte, la vita, il sesso, la malattia, e via dicendo. Dietro l’umorismo di Allen si celano diversi fattori che coincidono proprio con il risvolto del misterioso giallo metafisico in cui ogni uomo è protagonista. A tal proposito è significativa una celebre battuta di Woody Allen sul cancro e tratta dal film Harry a pezzi: «Le più belle parole non sono “ti amo”, ma “è benigno”». Tale frase sintetizza gran parte dell’etica filosofica di Allen. Pertanto Woody Allen e la filosofia, ottimamente tradotto da Paolo Satta, è ampiamente consigliato non solo ai fan accaniti delle opere alleniane ma a coloro i quali vogliono accostarsi a una prospettiva filosofica particolare, divertente e significativa.«Il vantaggio di essere intelligente è che si può sempre fare l’imbecille, mentre il contrario è del tutto impossibile». E come dice James B. South, Woody Allen sarebbe in linea con pensatori quali Kierkegaard, Nietzsche e Sartre. Niente male per chi ha detto ironicamente di sé: «Sono molto futile e vuoto, e non ho idee e nulla di interessante da dire».


Dott. Cristian Porcino