Amedeo Nazzari è stato di sicuro un attore simbolo dell’Italia cinematografica del dopoguerra. I suoi film hanno fatto sognare, sospirare milioni di donne ammaliate dal fascino di Amedeo. Io purtroppo non ho vissuto il periodo in cui Nazzari recitava, ma lo ricordo perfettamente così come i suoi film perché mia nonna era una sua ammiratrice. Diceva sempre che attori come lui non sarebbero più esistiti.In effetti il libro pubblicato dalle Edizioni Sabinae “Amedeo Buffa in arte Nazzari” scritto dalla figlia Maria Evelina, è un gradevole omaggio prima che al professionista, all’uomo e al genitore. Il libro non è di certo una biografia, ma come ci ricorda l’autrice “un album fotografico di famiglia”, commentato da una figlia che ha tanto amato il padre, e dallo stesso Nazzari, grazie ad alcuni appunti ritrovati, che lo stesso aveva redatto in precedenti occasioni. Questo libro aiuta a comprendere anche il carattere di un attore considerato una vera e propria icona dei cosiddetti film “strappalacrime”. Amedeo Nazzari riusciva con la sua classe e la sua bravura a raggiungere milioni di milioni di italiani. Ancora adesso quando le tv mandano in onda i suoi film come: “Giorni felici”, “La maja desnuda”, “Le notti di Cabiria”, etc, si intuisce quale era la caratteristica principale della sua arte recitativa; sapeva emozionare la gente, perché fuori dai set cinematografici e teatrali era un uomo reale, nonché marito e padre premuroso. Proprio per questo motivo consiglio di leggere il libro scritto da Maria Evelina Buffa, perché si avrà modo di rivivere la carriera di un giovane attore sardo che all’anagrafe faceva appunto di cognome Buffa e che poi decise di modificare in Nazzari, adottando per altro il cognome del nonno materno. Nel giro di pochi anni, dopo aver girato numerosi film, Nazzari diventò un simbolo sia del cinema che del maschio italiano.
Dott. Cristian Porcino