domenica 25 luglio 2021

L’ingratitudine

 


«Noi umani vantiamo un’inesistente superiorità intellettiva e morale sulle altre specie. A dire il vero quello che ci contraddistingue è la nostra lucida ferocia. Non è certamente il sentimento dell’Amore a spingerci nel nostro cammino esistenziale ma l’effetto dopante dell’odio e dell’invidia. Disseminiamo lungo la via rapporti falsati e inquinati. Disprezziamo il prossimo e lo riteniamo altro da noi, e ci sentiamo proprio per questo autorizzati a trattare tutti con supponenza. Codardi, spocchiosi, violenti, ingrati, ruffiani e bugiardi utilizziamo i nostri simili per i nostri turpi scopi e non proviamo alcun rimorso nel commettere certe azioni. Quando poi riceviamo l’attenzione o l’aiuto richiesto ringraziamo i nostri attuali benefattori accantonandoli come delle scarpe vecchie. La riconoscenza è un fiore piuttosto raro da trovare. Barattiamo i più nobili rapporti umani per interessi personali e ignoriamo invece il valore sacro dell’Amicizia. Chi dice di volerti bene e di esserti amico: “Non si comporta in modo sconveniente, non cerca il proprio interesse, non s'inasprisce, non addebita il male, non gode dell'ingiustizia, ma gioisce con la verità;  soffre ogni cosa, crede ogni cosa, spera ogni cosa, sopporta ogni cosa” (1 Cor 13,7). Se questo non avviene non ci troviamo davanti a un rapporto sano ma stiamo sperimentando soltanto un’amicizia tossica. Non permettiamo a nessuno di riversare nella nostra mente contenuti irrazionali e destabilizzanti. Noi non siamo la pattumiera di nessuno! Rivitalizziamo quindi i sentimenti atrofizzati e impegniamoci costantemente per sviluppare la nostra intelligenza emotiva. Soltanto così eviteremo la Catastrofe». Cristian A. Porcino Ferrara ©️

 [Foto  scattata alla National Gallery of Art di Washington, 'Winter (After Arcimboldo)', Philip Haas] 

mercoledì 14 luglio 2021

La prima regola per farsi ascoltare è ascoltare!



 

«Oggi vi parlo dell’ultimo libro scritto da un amico e collega durante l’emergenza sanitaria: Ciao, Prof!. Un titolo alternativo potrebbe essere “Ciao, ragazzi!” perché è proprio un libro che parla anche dei suoi alunni e si rivolge a loro con tenerezza e saggezza, invogliandoli a esprimere un’opinione come pochi riescono a fare. L’autore senza tanti giri di parole va dritto al sodo esprimendo egli stesso la sua opinione e spronando gli allievi a fare la stessa cosa su argomenti importanti e attualissimi come il bullismo, la violenza sulle donne e di genere, i diritti civili, il razzismo, il peso delle parole… argomenti da sempre cari a Porcino, presenti in tanti suoi saggi e che al giorno d’oggi sono visti, purtroppo, ancora come tabù. Per i temi trattati parte sempre dalla storia antica, sua grande passione, ma per catturare l’attenzione e far riflettere gli allievi, rapporta tutto ai giorni nostri e prendendo spunto da fiction, serie tv, romanzi, film, personaggi amati dai giovani, senza usare espressioni ostiche, spinge a interessarsi alla materia arrivando dritto al cuore. Segue questo percorso in aula, ma ancor di più durante la pandemia che ha travolto e stravolto le nostre vite. Durante la DaD per appassionare e interessare gli allievi, quale modo migliore se non quello di proporre e analizzare testi musicali o parlare di un film “immedesimandosi” e stimolando la creatività e la libertà di pensiero? L’autore fa riflettere e invita a riflettere, in libertà e dando spazio a opinioni svariate e personali, senza  giudicare, facendo sentire importanti i ragazzi, a cui si chiede di esprimere il “loro” pensiero e non quello che gli altri vogliono sentire. Un modo intelligente e piacevole per restare vicini ai propri allievi in un periodo difficile e di distanziamento sociale. Magari avessimo avuto dei Proff. così!».


Viviana Cosentino (giornalista) 


Il libro Ciao, Prof! è in vendita su Amazon

domenica 4 luglio 2021

Insegnando impariamo!


I giovani non sono abituati ad essere realmente ascoltati in classe, e quando provano ad esprimere liberamente un loro pensiero vengono zittiti da un sistema gerarchico che pone al di sopra di tutto l’autorità degli insegnanti considerati custodi del sapere acquisito e quindi dato. Io non agisco così. Insegnare per me è condivisione e fascinazione. Non impongo nulla ai miei allievi e cerco sempre di stimolare il loro spirito critico attraverso il dialogo. Jean-Jacques Rousseau sosteneva che: “Per insegnare il latino a Giovannino non basta conoscere il latino, bisogna soprattutto conoscere Giovannino”. Nessuna preparazione, per quanto ottima, ci esonera dal conoscere i nostri allievi. Ascoltarli è un dovere e un’occasione per crescere umanamente e professionalmente. 

Cristian A. Porcino Ferrara ©️