domenica 4 ottobre 2015

“L’uomo sulla bicicletta blu” di Lars Gustafsson


(“L’uomo sulla bicicletta blu” di Lars Gustafsson, Iperborea, pp. 204, € 16,00).

Jan Victor Friberg, inconsapevolmente, varca la soglia della casa del Tempo. Il protagonista si ritrova faccia a faccia con i propri incubi e i desideri inespressi e repressi. Il passato si tinge dei colori del presente e si mescola dando vita a sfumature future. La storia è ambientata nel 1953 in una cittadina svedese. La descrizione paesaggistica e l’atmosfera tipica dei paesi scandinavi conferiscono all’intreccio onirico una dimensione quasi fiabesca. Ci troviamo dinnanzi a poeti scomparsi nel nulla, un tetro maniero alle prese con i preparativi per un funerale di una donna ancora in vita, strane fotografie che si raccontano in piena simbiosi con la psiche dell’osservatore e molto altro. Il libro di Gustafsson riporta alla mente i salti temporali e i costrutti narrativi di Lewis Carroll e Borges. «Dover sempre essere qualcuno in particolare gli sembrava il più grande inconveniente dell’essere uomo.».
In definitiva un libro assolutamente consigliato.

Cristian Porcino

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sabato 3 ottobre 2015

“Orfana di figlio. I giovedì delle Madres de Plaza de Mayo” di Taty Almeida, Massimo Carlotto, Renzo Sicco


(“Orfana di figlio. I giovedì delle Madres de Plaza de Mayo” di Taty Almeida, Massimo Carlotto, Renzo Sicco, Claudiana, pp. 200, € 13,90).

“Orfana di figlio” è un libro sconvolgente che racconta gli anni della dittatura argentina e la tragedia dei Desaparecidos. Attraverso la testimonianza di Taty Almeida raccolta da Renzo Sicco apprendiamo l’orrore a cui dovette assistere insieme ad altre donne e madri: “Se dico orfano o vedova so a cosa mi riferisco ma non esiste un termine che indichi la perdita di un figlio”. Come scrive Erri De Luca nella prefazione: “Perciò le madri di Piazza di Maggio negarono il loro lutto per ogni giovedì, portando al collo le fotografie dei figli da aspettare. La dittatura li volle mai nati, le madri li vollero mai morti”. All’interno del libro è ospitata la toccante opera teatrale di Massimo Carlotto “Più di mille giovedì” già rappresentata, con gran successo, in tutto il mondo. Questi martiri della libertà ancora oggi invocano giustizia e lo fanno attraverso la voce delle loro genitrici. Luis Sepúlveda scrive nella postfazione: “Avevano sognato che la felicità di tutti era possibile. Avevano sognato di creare una legge giusta, davanti alla quale saremmo stati uguali. E avevano osato far diventare realtà i sogni, perché quelli di cui sentiamo la mancanza, senza tante storie né presunzioni, avevano raggiunto la dimensione superiore dell’essere umano, per questo ne sentiamo la mancanza: perché erano rivoluzionari”. Sicuramente un libro che tocca l’anima del lettore, e lo spinge alla ricerca della Verità e al rifiuto di qualsiasi forma di sopraffazione e privazione della libertà. Da leggere assolutamente.

Cristian Porcino


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venerdì 2 ottobre 2015

"Chiedi di lui", un libro onesto


Sorcino da tanto? Da poco? Dipende. Per alcuni sono solo agli inizi, data la mia età ancora giovane. Per me da sempre, visto che la zerofollia mi è stata trasmessa fin dalle fasce. Ma non smetto mai di cercare quello che non ho potuto vivere. E questa mia ricerca è stata esaudita da "Chiedi di lui, viaggio nell'universo musicale di Renato Zero" scritto da Daniela Tuscano e Cristian Porcino. Forse il miglior libro in circolazione su R. Z. L'ho scoperto per caso dopo aver letto, purtroppo non subito, una bella intervista di "Amedit". È un racconto lungo suddiviso in due parti: le origini, con lo sfondo della Roma e dell'Italia degli anni '60 e soprattutto '70, con un preciso riguardo a Pasolini ma non solo. Si trovano aneddoti personali, testimonianze di chi gli è stato vicino, interviste sconosciute o dimenticate. E tanta musica e arte, viste con gli occhi di chi c'era (beati loro) ma con imparzialità. Anche nella seconda parte, che affronta il Renato più recente e, per me, meno intrigante dal punto di vista musicale, c'è una lettura personale e filosofica profonda, mai scontata. Insomma si legge con piacere anche se non si ha una grande familiarità con la carta stampata. Io lo giudico un libro onesto perché è scritto con passione ma sa essere obbiettivo, non nasconde le contraddizioni e, pur esternando le proprie preferenze, non snatura il personaggio. I due autori tentano di mostrare Renato per come è e non per come si desidera. Nel bene e nel male. Lo prova il fatto che non ci sono gossip che altri magari citerebbero, anche a sproposito, per affermare le loro tesi ma solo racconti e ricordi, documentati e puntuali. Questo per me è molto importante. E ciascuno si goda Renato!

Domenico Della Maddalena

giovedì 1 ottobre 2015

“Venti vite del Buddha” di Noor Inayat Khan


(“Venti vite del Buddha” di Noor Inayat Khan, Elliot Edizioni, pp. 92, € 12, 50).

Il libro di Noor Inayat Khan è un piccolo capolavoro di bellezza e semplicità; quella stessa semplicità di cuore che predicava il Buddha narrando le sue vite anteriori e suoi insegnamenti. I Jātaka sono antiche storie buddiste, per l’esattezza 547 favole e fiabe tramandate oralmente per lungo tempo. La prima stesura risale al V secolo a cura di un autore anonimo. Da quest’antica raccolta popolare Noor Inayat Khan ha attinto per rielaborare le storie contenute nel presente libro pubblicato per la prima volta nel 1939. Sin dalle prime pagine si evince che l’autrice conosceva benissimo l’importanza della Compassione. Proprio per devozione al principio di lealtà nei confronti della propria patria accettò di prendere parte alla lotta contro il nazismo divenendo un agente segreto britannico. A causa di ciò morirà nel campo di concentramento di Dachau nel 1944. “Le venti vita del Buddha” insegnano agli uomini di tutti i tempi che l’amore e il rispetto per la natura e il prossimo possono cambiare davvero il corso della nostra esistenza. «E quando il Buddha sedeva e tutti intorno a lui ascoltavano, queste erano le storie che raccontava. “Figli miei” diceva “non è la prima volta che vengo tra voi come vostro Buddha, ma sono già venuto tante altre volte. Alcune come bambino tra i bambini, altre come un animale tra quelli della sua specie, amandoli proprio come amo voi adesso, altre ancora, in mezzo ai fiori, ho tracciato un cammino per voi nella natura, ma voi non ne eravate a conoscenza. Così il vostro Buddha è già venuto come scimmia tra le scimmie, o cervo tra i cervi, ed è stato il loro capo e la loro guida”».
Pertanto consiglio vivamente la lettura di questo compendio di pace e speranza.

Cristian Porcino


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