giovedì 16 luglio 2020

Quattro chiacchiere con l’autore di “Ciao, Prof!”

I lavori di Cristian A. Porcino Ferrara sono interessanti rispetto alle normali pubblicazioni filosofiche specialistiche poiché (PECCATO NON AVERLO AVUTO COME PROF ALLE SUPERIORI) va direttamente al sodo e senza tanti giri di paroloni o espressioni complicate.
foto storia di topolino.
Ma a volte ciò è un bene perché ti spinge ad interessarti alla materia ed arriva al cuore e all'anima della gente: (https://youtu.be/4XkghDlnkbo)

Proprio per questo volevo approfondire il suo ultimo lavoro “Ciao, Prof!” e gli ho fatto alcune domande:

1) Come mai hai dedicato il libro a Luciano De Crescenzo che in vita è stato spesso emarginato e snobbato dai media mainstream?

«A un anno dalla sua scomparsa era per me doveroso dedicare il libro a colui che mi ha spinto ad intraprendere i sentieri della filosofia. Nel libro racconto delle lettere che ci siamo scritti in questi anni. È stato il mio maestro e si sente la sua mancanza. Chi lo ha snobbato in verità lo ha solamente invidiato. Luciano era capace di spiegarti un concetto complesso con metafore ed esempi illuminanti. Infatti in “Ciao, Prof!” racconto dell’interesse mostrato dai miei allievi per i suoi libri.»

2) Ottimo modo di affrontare il bullismo non parlandone direttamente solo come gesto di violenza fisica ma in maniera ampia e proponendo anche degli anticorpi per difendersi. Come mai questa scelta?

«Ogni forma di violenza e di prevaricazione nei confronti di qualcuno che non è in grado di difendersi va fermata immediatamente. Spesso ci soffermiamo sui gesti e non pensiamo quasi mai al peso delle parole. Una frase o una battuta possono ghettizzare e ferire più di uno schiaffo. Mettere alla gogna qualcuno significa bullizzarlo e quindi violentarlo nell’anima. Se vogliamo estirpare il bullismo e il cyberbullismo dobbiamo iniziare a fare una riflessione seria sul linguaggio e i mezzi che utilizziamo continuamente. I miei studenti sanno che in classe applico una tolleranza zero per i fenomeni di bullismo. Durante le mie lezioni di Educazione Civica mi sono soffermato a lungo su tale problematica e devo dire che ho riscontrato in loro una grande voglia di cambiamento».

3) Visto che hai dedicato un capitolo alla lotta contro l'omofobia cosa ne pensi della legge che ne punisce l'odio? Oppure come affermano alcuni << Le leggi sull'odio sanno di regime. Non approverò mai una legge che mi cancella in favore di maschi che si sentono donne, così come non accetto di non poter più dire che un bambino nasce da uomo e donna o che non devo chiamarmi più donna ma persona che mestrua sennò sarei transofoba. In Inghilterra avviene, informati. Io non sacrifico la mia identità per i capricci di una minoranza di eccentrici sessuali.>> ?

«Chi ha già letto i miei libri precedenti (Canzoni contro l’omofobia e la violenza sulle donne e Altro e altrove) sa già come la penso in merito. Combatto l’omofobia e la misoginia da anni e di conseguenza confido molto in questa legge e nella sua approvazione. Ai miei studenti ho sempre insegnato a lottare quotidianamente per combattere l’omofobia e gli stereotipi di genere. Le affermazioni che citi sinceramente non meritano un ulteriore commento. L’ignoranza è una brutta bestia e chi fa determinate affermazioni deve avere poi il coraggio di affrontare le conseguenze, anche penali, delle proprie parole. È giunto il momento di punire chi semina odio!».

4) Dal capitolo su Abelardo ed Eloisa, J.Paul Sartre e Simone de Beauvoir desumo che sei un nostalgico delle vecchie gite d'istruzione ?

«Ho visitato le tombe di Sartre-De Beauvoir e il monumento funebre eretto in memoria di Abelardo e Eloisa non in gita scolastica ma durante un viaggio personale fatto a Parigi diversi anni fa. Ho viaggiato tanto e fin da piccolo ma questo lo devo certamente ai miei genitori e non alla scuola. Per avere nostalgia di qualcosa devi averla provata e io al liceo non ho fatto gite d’istruzione così importanti»

5) Come fare ad ignorare certi individui, o enti nel tuo caso, per consegnarli all'oblio e quindi non cadere nell'odio?

«John Fitzgerald Kennedy diceva: “Perdona i tuoi nemici, ma non dimenticare mai i loro nomi”. Il metodo più efficace per ignorare individui o enti che non si sono comportati bene con noi è proprio quello di consegnarli all’oblio. Nominarli significa conferirgli un’importanza che non meritano. Per vivere bene occorre sgombrare il campo dall’odio e da futili recriminazioni. Nella tradizione ebraica dare un nome a qualcuno è fondamentale perché esiste un legame tra l’anima e chi lo porta. Motivo per cui non nominando il nome di un soggetto non solo lo consegniamo all’oblio ma lo spostiamo in una sorta di limbo lontano dalla nostra realtà. L’oblio talvolta è necessario per sopravvivere. Infatti nella Storia sono stati fatti diversi Patti dell’oblio. Penso ad esempio a Trasibulo nel 404 a.C o a certi richiami presenti anche nell’Editto di Nantes (1598). Per andare avanti e non pensare troppo ai torti subiti dobbiamo stipulare nuovi Patti della Dimenticanza. Forse come sosteneva Ethel Darling “Quando si protegge il passato, si perde il futuro”».

6) Poeta o filosofo? Oppure entrambi?

«Ti rispondo con dei versi di Emily Dickinson che ho sempre amato: "Io sono nessuno, tu chi sei? Sei nessuno anche tu? Allora siamo in due. Non dirlo, potrebbero spargere la voce”.


(Giuseppe Scano)


Il libro "Ciao, Prof!" è in vendita su Amazon

sabato 11 luglio 2020

"Ciao, Prof!" e l'empatia di un lettore

Ieri ho ricevuto questo messaggio privato che mi ha profondamente colpito. Ho chiesto al diretto interessato di poter condividere alcune parti del suo messaggio. Permesso accordato.

«Gentilissimo Prof. Porcino, dopo aver letto “Ciao, Prof!” ho subito ripensato ai miei anni passati sui banchi di scuola. Ho sperato per tutta la vita di imbattermi in un insegnante come lei ma non è mai accaduto. Ai miei tempi nessun insegnante è stato in grado di aiutarmi a partorire la fantasia che avevo dentro. Ero un fantasma che si materializzava solo durante le interrogazioni. Se ho un voto dunque esisto. (...) Il suo libro invece mi ha fatto fare pace con i miei trascorsi scolastici e oggi le dico grazie anche a nome di quei giovani studenti che attendono ancora di essere visti dai loro insegnanti per come sono davvero. A differenza sua però io non ho ricavato nulla dagli insegnamenti dei cosiddetti cattivi maestri e ho cercato, invece, di rimuoverli dal mio orizzonte esistenziale (...). Complimenti per lo splendido libro e per la passione che mette nel suo lavoro» Michele G.

Il libro "Ciao, Prof!" è in vendita su Amazon

lunedì 6 luglio 2020

LE RIFLESSIONI DEL FILOSOFO SORRIDENTE - L'ultimo libro di Cristian Porcino

Porcino dà alle stampe un nuovo lavoro, Ciao, Prof!, ed è subito gioia. Come definirlo? Diario d'un insegnante ai tempi del Covid? Riflessioni degli studenti alle prese con la DaD? Troppo poco, e anche scontato, per un autore la cui cifra è l'imprevedibilità. Assieme a Cristian Porcino si sa da dove si parte ma non dove si arriva. E ciò fa di lui, oltre che un narratore, un autentico docente: colui che conduce, stimola e fa emergere la creatività di ogni ragazzo/a. Un novello Socrate - uno dei ricordi del Nostro si apre proprio con questo nome - che prende per mano i suoi Fedone e le sue Diotima, infrange le loro certezze, li fa deragliare, li emoziona, li diverte, per poi condurli sui Campi Elisi del sapere infinito. E irrisolto. Porcino assomma l'entusiasmo del giovane alla saggezza del filosofo. Non fornisce risposte, non è il suo compito. Solo nella diuturna ricerca crescono le civiltà, solo in essa si diviene adulti. Un filosofo sorridente, come il Luciano De Crescenzo cui il volume è dedicato, come la Filosofia del sorriso della quale vengono elargite vivide pennellate, ma non per questo meno rigoroso. Il titolo confidenziale del libro non deve ingannare: il "prof" è sì un amico, però la sua è una philia, affinità d'animo; elevazione. Così, si possono affrontare temi molto seri - i più squisitamente letterario-filosofico-amorosi quali Abelardo ed Eloisa, la coppia Sartre-De Beauvoir o un commosso ricordo di Sepulveda, e altri storico-antropologici (appassionanti i monologhi di Eva e Ipazia sulla condizione femminile), o di più stretta attualità: la pandemia certo, ma anche il razzismo, l'omofobia, la nonviolenza, spaziando da Marco Mengoni a Tiziano Ferro, da Woody Allen ad Harry Potter, da Pinocchio a Margaret Atwood, senza dimenticare la lezione di papa Francesco. Al termine, Porcino si fa da parte per lasciare la parola a Chaplin e al suo celeberrimo Discorso all'umanità: e ha l'umiltà di non affiancargli chiose, che necessariamente svilirebbero la pregnanza di quell'appello. Perché se è vero che le parole hanno un peso - per citare ancora Ferro -, le troppe parole sono un vuoto affabulare, un cupio dissolvi della comunicazione; chi le dilapida è una mala persona, ammoniva Carducci. Un poeta, naturalmente. E la poesia è il luogo dove il verbo si fa carne: "Io sono il ricordo, io sono te", sintetizza Porcino nella lirica conclusiva. E qui, davvero, non occorre aggiungere altro.

(Prof.ssa Daniela Tuscano)


Il libro è in vendita su Amazon al seguente link: https://www.amazon.it/Ciao-Prof-Cristian-Porcino-Ferrara/dp/1716830346/ref=sr_1_1?__mk_it_IT=%C3%85M%C3%85%C5%BD%C3%95%C3%91&dchild=1&keywords=ciao+prof&qid=1594065133&s=books&sr=1-1

giovedì 2 luglio 2020

“Politica in pillole” a cura di A. Frith, R. Hore, L. Stowell

(“Politica in pillole” a cura di A. Frith, R. Hore, L. Stowell, Edizioni Usborne, pp. 127, € 12,90).

Solitamente quando si parla di politica le persone sono poco preparate e fin troppo diffidenti verso i rappresentanti politici. Questo succede perché la mancata conoscenza della politica genera un malcontento generale. Il libro edito da Edizioni Usborne riesce nella titanica impresa di spiegare con semplicità i meccanismi che regolano la nostra vita sociale. Grazie alle numerose illustrazioni di Kellan Stover il libro si rivolge ai più piccoli. Bisogna imparare fin dalla più tenera età che la politica non è qualcosa di estraneo alla nostre vite ma parte integrante della nostra socialità. Come diceva Aristotele l'uomo è uno zoon politikon cioè un animale politico e di conseguenza non possiamo ignorare qualcosa che fa parte della nostra vita. Grazie a questo volume possiamo iniziare a familiarizzare con termini e figure istituzionali di grandissima importanza. Come scrive il filosofo Fernando Savater: “Si chiama società perché siamo soci, non è un’azienda da cui possiamo dimetterci. Lasciare tutto in mano ai dirigenti è stupido e non conviene.”
In definitiva in libro imperdibile.

Cristian Porcino

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