sabato 27 agosto 2022

Senza peli sulla lingua

 


«Il saggio dell'autore Porcino, viene trattato con note sincere e libere senza peli sulla lingua. Le tematiche affrontate sono molteplici, tutte degne di essere lette con attenzione. A tratti può sembrare polemico, ma assolutamente avvincente nella spontaneità e nella maestria dell'uso delle parole. Particolarmente interessanti i paragrafi che trattano della sessualità e della chiesa, nonché dell'omosessualità, ma non solo. Un saggio ricco di argomenti finemente trattati, in cui si evince il pensiero critico dell'autore. Lo definirei un saggio sulla denuncia alla società odierna, in cui tutto è apparenza e superficialità.

Mi piace citare una frase estrapolata dal saggio che mi ha colpita particolarmente: "non temo i giudizi della gente perché sono solo delle formulazioni logiche dettate dall'impatto con la realtà dell'altro, ma mi ferisce la cattiveria e il livore della gente; rischio continuamente di ferirmi anche con un semplice e innocuo foglio di carta". In questo passaggio l'autore mostra non solo la sua forza nell'accettare i pregiudizi altrui, ma al contempo una certa sensibilità nei confronti della cattiveria umana che spesso e volentieri si limita a giudicare un libro dalla copertina, dalle apparenze senza prima andare in profondità e guardare oltre e altrove. L'autore invita a riflettere, a cambiare il mondo anziché lamentarsi e vomitare il proprio disgusto sugli altri. Cambiate il mondo, andate oltre e siate diversi.

Insomma se cercate un saggio che affronti varie tematiche in maniera diretta e libera, sensibile ed emotiva, dovete assolutamente leggerlo. Lo consiglio!!!»

(Valentina Ciccia)


Il libro è in vendita su Amazon

domenica 21 agosto 2022

Calum Scott e la lotta contro l’omofobia

 


Adoro Calum Scott e lo dichiaro fin da subito.

Molti in Italia non conoscono nemmeno il suo nome ma in tutta Europa e in Usa ha un seguito da far paura. Classe 1988, nato a Kingston Upon Hull (UK), due album all’attivo (Only human e Bridges) e una carriera lanciatissima nel mondo discografico. 

Mi sono accostato alla sua musica quasi per caso e da quel momento non posso più farne a meno. La sua bellezza così candida e sexy e la sua voce straordinaria avviluppano i miei sensi e riempiono di significato questa mia atipica estate.

Calum nei suoi pezzi ha affrontato il dolore e il travaglio dell’accettazione quando si ha un orientamento sentimentale non eterosessuale. Lo ha fatto con canzoni importanti e dichiarazioni pubbliche.

La prima cosa che mi ha colpito della sua musica è stata proprio la sua voce. Il suo timbro vocale riesce a sciogliere i nodi che si aggrovigliano intorno alla mia anima. Non sapevo nulla della sua storia personale ma il suo affanno interiore mi arrivava dritto al cuore. Ci sono cose che non si possono spiegare con assoluta facilità proprio perché riguardano le emozioni e le sensazioni più intime di un individuo. Io avverto il suo dolore perché l’ho provato anch’io. Grazie ad una grammatica universale dei sentimenti due individui con la stessa sensibilità possono comprendersi immediatamente in ogni parte del pianeta. Quando da giovani sperimentiamo la sofferenza sviluppiamo dentro di noi degli anticorpi in grado di aiutarci nella quotidianità. Le avversità ci hanno aiutato a ri-nascere più volte proprio come sosteneva Maria Zambrano.

Calum nella canzone Boys In The Street (cover di un brano di Greg Holden) racconta il  disagio di un giovane omosessuale nel vivere pienamente e in pubblico i propri sentimenti. Il timore di essere giudicati dalla famiglia frena ogni slancio di affetto rivolto alla persona amata. Nella canzone in questione il padre afferma: 

“Sei l'ultima cosa che volevo, l'ultima cosa di cui ho bisogno
Come risponderò quando i miei amici mi diranno
Mio figlio stava baciando i ragazzi per strada
Mio figlio stava baciando i ragazzi per strada?
”.


Il tema della vergogna ritorna prepotentemente. 

Questo tema accomuna indistintamente donne e persone omosessuali. 

Per secoli siamo stati assoggettati a regole patriarcali e machiste che ci hanno confinato in un ruolo subalterno. Siamo vittime di una maschilità tossica che ci vuole ancora oggi omologati al modello precostituito. Questi maschi alfa hanno cercato di silenziare con ogni mezzo la nostra voce. Noi eravamo afoni! Qualcuno doveva parlare al posto nostro e ovviamente toccava sempre ai maschi eterosessuali perché noi non ne avevamo il diritto.  

Ma ritornando al brano Boys In The Street mi sovviene una riflessione di Jean Paul Sartre. Noi proviamo vergogna non quando siamo da soli ma soltanto quando qualcuno ci osserva e ci scopre. In tal modo ci esponiamo allo sguardo giudicante degli altri. Questo ci spinge a vederci con gli occhi inquisitori degli altri umani. Proprio per questo non bisogna vivere nella menzogna perché chi occulta una parte di sé potrà essere in ogni momento ricattato. 

Il brano di Holden nella versione di Scott risulta più intenso e toccante dell’originale. 

Proseguendo con il testo della canzone ascoltiamo il racconto del padre che ammette di esser stato vittima di una cultura eteronormativa e proprio per questo non riusciva a capire il figlio. Ecco le parole: 

“Mio padre sta morendo
E finalmente si è reso conto che non sto mentendo
Ci sediamo in silenzio, ma stiamo sorridendo
Perché per una volta, non stiamo combattendo
Diceva: "Non c'era modo di sapere perché tutto ciò che mi veniva insegnato era che gli
uomini amano solo le donne, ma ora non ne sono più sicuro
Figlio mio, continua a baciare i ragazzi in strada

Figlio mio, continua a baciare i ragazzi in strada
E quando non ci sarò più, continua a baciare i ragazzi in strada
”.

Spesso i nostri pregiudizi sono proprio il frutto di ciò che abbiamo appreso da piccoli. Sta a noi ricercare sempre la verità per non lasciarci trasportare dalla stupidità e dall’ignoranza.

Nel 2018 Calum Scott ha rivelato l’esperienza traumatica del suo coming out. Da ragazzo confidò il suo orientamento sentimentale al suo migliore amico e questo ragazzino tradì la fiducia di Calum e lo raccontò in giro. Iniziò così per Scott un periodo duro a causa della discriminazione messa in atto dai suoi compagni di scuola. 

Da questa esperienza nacque la canzone dal titolo No Matter What.

La parte iniziale della canzone recita così: 

“Quando ero un ragazzino avevo paura di crescere
Non lo capivo ma ero terrorizzato dall’amore
Mi sentivo come se dovessi scegliere ma era fuori dal mio controllo
Avevo bisogno di essere salvato, stavo impazzendo da solo
Ci ho messo anni per dirlo a mia madre, mi aspettavo il peggio
Ho raccolto tutto il coraggio del mondo

Lei disse: “Ti amo in ogni caso
voglio solo che tu sia felice e che sia sempre te stesso”
Mi ha abbracciato
Ha detto “Non provare ad essere qualcosa che non sei
perché io ti amo in ogni caso”
Lei mi ama, in ogni caso
”.

Queste parole sono un tuffo al cuore e sfido chiunque a non immedesimarsi in questi versi. Chi ha sperimentato l’ansia e la paura di rivelare ai genitori la propria omosessualità comprende perfettamente tale stato d’animo. È stupido dirlo ma è una sensazione che bisogna provare in prima persona perché è difficile da immaginare. Spesso ci lasciamo condizionare dalla paura e costruiamo mostri immaginari. Ignoriamo che nella maggior parte dei casi chi ci sta vicino ha già intuito tutto da molto tempo. I genitori ci amano senza un motivo. Sanno tutto di noi ancor prima di ascoltarci. Il cuore di una madre sa decifrare anche i nostri silenzi. La canzone prosegue così: 

“Sono diventato un po’ più grande buttando via il mio tempo
Cavalcando sul marciapiede, ogni giorno di sole era grigio
Mi fidavo dei miei amici, poi tutto il mio mondo è crollato giù
Vorrei non aver mai detto nulla perché per loro ora sono un estraneo
Sono corso a casa, ho visto mia madre: ce l’avevo scritto in faccia
Mi sentivo come se avessi un cuore di vetro che stava per rompersi
”.

Quando siamo più giovani desideriamo ardentemente condividere le nostre sensazioni con i nostri coetanei. Fidarci è il primo atto di responsabilità che mettiamo in pratica. Non tutti sono degni della nostra fiducia ma non per questo dobbiamo rassegnarci. A tal proposito Ernest Hemingway diceva che: “Il modo migliore per scoprire se ci si può fidare di qualcuno è di dargli fiducia”. Le delusioni maturate ci rendono più prudenti e purtroppo più diffidenti verso il prossimo. Calum non si è lasciato incattivire e condizionare dall’esperienza passata, ma ha investito tutte le sue energie per non essere come chi lo aveva fatto soffrire.

Calum Scott è un esempio positivo perché ha trasformato tutto il suo dolore in arte, e le sue canzoni sono colme di speranza e di amore. Ha ritrovato la sua serenità interiore e grazie alla sua musica riesce ad essere d’aiuto a moltissime persone che per vari motivi vivono ancora rinchiuse in delle prigioni mentali e desiderano solamente essere liberate. Posso infine affermare, senza paura di essere smentito, che Calum Scott è un figo pazzesco e la sua musica un rimedio alle brutture della vita.  


Cristian A. Porcino Ferrara 

©️ riproduzione riservata


sabato 13 agosto 2022

Il corpo esposto



 «Caro Sam, l’altro giorno mi hai chiesto quale foto dovevi postare su Instagram e sei rimasto sorpreso dalla mia espressione facciale alquanto dubbiosa. Tranquillo, non era rivolta a te ma alla scelta di volerle pubblicare. Quando entro nei miei profili social mi ritrovo catapultato in un multiverso di corpi in mostra. Per qualche istante mi trovo a camminare in un red light discrict di una nuova Amsterdam ad osservare una processione infinita di umani in vetrina. Tu sei un nativo digitale e dai tutto per scontato ma internet ha aperto le frontiere del disinibito e dell’immaginario più recondito. Ciascuno, infatti, quando si reca negli appositi luoghi virtuali trova ciò che più lo soddisfa e aggrada. L’umano diventa un catalogo assortito, un negozietto itinerante dove ognuno può scegliere il tipo di rappresentazione sessuale che lo eccita maggiormente. (…) Attraverso gli orifizi virtuali di una sessualità manipolata e mediata dallo schermo di uno smartphone ci addentriamo all'interno di un corpo sovraesposto. Paradossalmente siamo passati da una concezione racchiusa nell'immagine dell'uomo vitruviano di Leonardo alla costruzione di un corpo fittizio che non esiste nella quotidianità. Dall'uomo come misura di tutte le cose alla cosificazione del corpo. (…) Ti sarai già reso conto che gli utenti   scaricano nel cesso i sentimenti e si nutrono solamente di un’apparizione illusoria. Un corpo fantasma dematerializzato che ha il: Terrore di essere solo prigioniero nel mondo dei viventi (Fassbinder). 

[…] Forse Sam ci stiamo davvero preparando a superare l'umano! Tu sei giovane e decidi in autonomia cosa essere in questo fantasmagorico gioco al massacro, ma io quoto Willie Peyote e dico che in un mondo artefatto Fare schifo è un dovere morale! » Cristian A. Porcino Ferrara ©️