giovedì 13 dicembre 2018

La Capinera di Bella e Mogol

Al Bellini di Catania debutta in anteprima mondiale l’opera lirica in due atti La Capinera con musiche di Gianni Bella, liriche di Mogol e la regia del premio Oscar Dante Ferretti. Il melodramma è tratto dal romanzo di Giovanni Verga Storia di una Capinera. Il padre del Verismo scrisse questo romanzo epistolare nel 1869 ma lo pubblicò soltanto nel 1871. Lo scrittore catanese era particolarmente entusiasta di questa storia. In una lettera indirizzata alla madre specificò che tale romanzo di venti fogli di stampa gli avrebbe fruttato ben 1000 franchi: “una speranzella di guadagno anche per dare qualche aiuto alla famiglia”.
La potenza evocativa della musica di Gianni Bella e l’intensità degli interpreti conducono lo spettatore a rivivere il dramma esistenziale di Maria. Maria è una giovane novizia che a causa del diffondersi del colera abbandona il convento per far ritorno alla casa del padre. In un mondo totalmente diverso da quello appreso tra le mura di una chiesa Maria si sente sconvolta e al contempo galvanizzata. Lei avverte l’elettricità dei corpi e dei sentimenti come canta in scena Cristina Baggio nel ruolo della protagonista. Scopre l’amore e si innamora di Nino. Ben presto la matrigna si adopererà per allontanare nuovamente Maria e riportarla in convento. Come la povera capinera chiusa in gabbia osservata da Verga la nostra Maria non “osava ribellarsi, non osava tentare di rompere il fil di ferro che la teneva carcerata”. Maria era semplicemente una povera prigioniera. Prigioniera del proprio dolore e dell’insensibilità della propria famiglia.
Con largo anticipo Verga denunciò l’arretratezza della condizione femminile in un’epoca con ben poche prospettive per le donne. L’opera musicale di Gianni Bella rapisce ed entusiasma. Una grande prova di stile da parte di un musicista di talento che si è sempre occupato di musica pop. Le sue arie, sapientemente arrangiante e orchestrate da Geoff Westley, dimostrano che la musica non può essere ghettizzata e imprigionata in sterili etichette. Una prova difficile ampiamente superata.
Una menzione speciale va alle scenografie di Dante Ferretti che immortalano e omaggiano una Catania storica da ricordare. Particolarmente accattivante la rappresentazione della processione della statua di Sant’Agata con un corteo di devoti con il sacco bianco e i fedeli in preghiera.
In definitiva un melodramma moderno che rende omaggio alla tradizione storico-musicale del nostro repertorio, e allo stesso tempo inaugura un nuovo modo di intendere l’opera e la musica.

Cristian Porcino

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lunedì 3 dicembre 2018

“Il dizionario dei gesti” di Lilia Angela Cavallo

(“Il dizionario dei gesti” di Lilia Angela Cavallo, pp. 510, Iacobelli, € 18,00).

Scriveva il filosofo Arthur Schopenhauer: “Il gesticolare naturale, consueto, cosi come accompagna ogni conversazione vivace, è un vero e proprio linguaggio e, in verità, un linguaggio assai più universale di quello delle parole, in quanto, essendo indipendente dalle parole, è lo stesso presso tutte le nazioni, benché ogni nazione ne faccia uso secondo il suo grado di vivacità, e in alcune nazioni, per esempio presso gli italiani, abbia ricevuto l’aggiunta di alcuni pochi gesti puramente convenzionali, che perciò hanno un significato soltanto locale”.
Talvolta esistono anche gesti che si ripetono senza comprenderne il vero significato. Lilia Angela Cavallo pubblica un delizioso dizionario illustrato dei gesti proprio per porre rimedio a tali lacune conoscitive. L’autrice spiega: “Se si osserva attentamente qualcuno che parla, badando a cosa fanno le sue mani, a come interagiscono con la voce, a come voglion disperatamente prender parte al discorso, si nota come quasi ogni parola è mimata”.
In definitiva un libro in grado di spiegare la gestualità tipicamente italiana grazie alla traduzione dei testi in inglese e francese.
Un volume assolutamente consigliato.

Cristian Porcino

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domenica 2 dicembre 2018

“Perché ci ostiniamo” di Fredrik Sjöberg

(“Perché ci ostiniamo” di Fredrik Sjöberg, Iperborea, pp. 184, € 16,50).

Fredrik Sjöberg, entomologo di professione, allestisce scenari letterari dove interagiscono piante, insetti e umani. All’interno del libro troviamo una curiosa quanto interessante analisi sul collezionismo che ci porta ad una delle scoperte più importanti dell’uomo: la borsa. Se inizi a conoscere e selezionare le cose per metterle in borsa allora il tuo sapere incomincia a prendere sostanzialmente forma. Secondo Lasse Berg, la borsa ci rende umani! Tra pennellate poetiche e suggestive evocazioni Sjöberg conduce il lettore in un viaggio dentro l’essenza della nostra esistenza.
In definitiva una lettura consigliata.

Cristian Porcino

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sabato 1 dicembre 2018

“Mussolini, il primo fascista” di Hans Woller

(“Mussolini, il primo fascista” di Hans Woller, Carocci, pp. 331, € 28,00).


Hans Woller scandaglia a fondo la figura del dittatore romagnolo e non tralascia di riportare testimonianze poco conosciute o inedite come i diari di Claretta Petacci e Joseph Goebbels. Woller ci racconta con estrema accuratezza diversi aspetti di Mussolini e la genesi della sua terrificante ideologia razzista e totalitaria. Lo storico tedesco definisce Mussolini come un uomo caratterizzato da una smania carrieristica insaziabile “da sempre affamato di successi e pronto a eliminare brutalmente ogni rivale sul suo cammino (...). Ambizioso, vanitoso, immodesto fino al culto di sé stesso”.
Purtroppo in Italia si continua ad alimentare in modo criminoso tale culto e a idolatrare il criminale di guerra Mussolini con una propaganda di bassa lega. La destra più radicale si rifà ancora alle sue parole e non prende mai le distanze da Benito Mussolini. Questo è emerso nettamente anche dal film di Luca Miniero Sono tornato in cui si palesa un’Italia inquietante che simpatizza apertamente con lo spettro di Mussolini. L’attore Massimo Popolizio ha raccontato in un’intervista: “Durante le riprese, io sempre in divisa da Mussolini, passavamo per strada con la macchina scoperta e c’era gente che ci salutava col saluto romano, ragazzi che ci seguivano in moto gridando ‘finalmente sei tornato’. Pensi che quando in Germania giravano l’originale con il finto Hitler, la gente per strada si scansava, qui da noi ero circondato da fan, la gente coi telefonini che voleva farsi la foto accanto a me...”.
A mio avviso in Italia il fascismo è stato liquidato fin troppo in fretta e in modo approssimativo. Tale superficialità ha prodotto nella popolazione un sentimento ingiustificato di indulgenza nei confronti del duce e i suoi crimini. Il fascismo è stato un cancro che ha divorato il nostro paese e non possiamo permettere che tale ideologia si riproponga con nuove modalità. “Il Fascismo va fermato a tempo. Il Fascismo è un vacillo mutante, può tornare. La strategia della paura fa il suo effetto, ogni giorno, il momento è molto pericoloso. C'è una voglia di fascismo in tutta Europa e bisogna stare molto attenti" (Andrea Camilleri).
In definitiva un libro da leggere assolutamente.

Cristian Porcino

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