Dopo aver scritto quel capolavoro letterario de "Il cacciatore di aquiloni", Khaled Hosseini ha consegnato alla storia un’altra perla editoriale ovvero "Mille splendidi soli". Hosseini, nei suoi romanzi riesce a rapire il lettore in un vortice di coinvolgimento emotivo che ormai è quasi raro sul mercato editoriale. In "Mille splendidi soli" l’autore ripercorre l’epopea afgana degli ultimi anni attraverso il racconto commovente e coinvolgente di due donne, Mariam e Laila avvinte dal dolore e della sopportazione ma decise a non arrendersi in alcun modo alle avversità della vita. E’ grazie a Hosseini se l’occidente riscopre giorno per giorno il valore e i principi della cultura della popolazione dell’Afghanistan. Valori che furono stravolti prima dall’occupazione sovietica e poi da quella repressiva dei talebani. "Mille splendidi soli" sembra approvare la linea tracciata da Giovanni Verga sul destino che travolge gli uomini, che li rende succubi delle proprie azioni. Anche se, dopotutto, Hosseini, riesce alla fine a regalare una via di fuga a qualcuno dei suoi protagonisti. La trama scorre velocemente grazie ad una prosa accattivante e alla traduzione eccellente curata da Isabella Vaj. I personaggi dei libri di Hosseini continueranno a fare compagnia al mondo per molto tempo. Libro straziante ma che una volta divorato non potrà che essere ricordato, insieme al precedente lavoro di Hosseini, come uno dei più bei libri di questi ultimi anni. Adesso aspetteremo la terza prova autoriale di uno scrittore a tutti gli effetti americano, ma che fortunatamente non ha mai rotto con le proprie radici culturali.
Dott. Cristian Porcino