giovedì 5 marzo 2009

Il tempo Stinge: intervista a Emiliano Sabadello


Emiliano Sabadello, romano, classe '74, laureato in filosofia vive nella campagna romana e lavora come esperto multimediale. “Il tempo Stinge” (Il Rovescio Editore) è il suo terzo libro pubblicato. In questo saggio, l’autore ci racconta di una Italia poco invidiata dagli altri paesi europei a causa di certe strategie politiche, adottate negli anni dai nostri vari governi.


1) Cosa l’ ha spinta a scrivere una riflessione ad ampio spettro sull’umanità odierna con le proprie contraddizioni e chimere?

“Appunto l’umanità odierna con le proprie contraddizioni e chimere. Il tempo stinge è un libro nato e cresciuto a margine, quasi ignorato per alcuni mesi e schiacciato sotto le pagine del mio primo romanzo, fino a quando non ha trovato la sua unitarietà, sorprendendomi non poco. Il tempo stinge nasce da un anno di osservazione”.

2) Nel suo libro Lei descrive una realtà italiana prossima alla catastrofe. Non risparmia nessuno nella sua analisi; soprattutto quando parla della corruzione morale di certi politici (con tanto di nome, cognome e soprannome). C’è ancora speranza per questo paese?

“Un pensatore oggi innominabile diceva che bisognava criticare più i nostri compagni di strada che gli avversari e io ho eseguito alla lettera questo suo consiglio. L’unica differenza è che i politici presenti nel libro sono miei compagni di strada soltanto nominalmente. Da questo punto di vista non c’è più molta speranza.”

3) La cultura così come è comunemente intesa può ancora oggi salvare una Italia sempre più allo sfascio; o “il tempo stinge” davvero?

“Se parliamo di cultura in senso ampio e gramsciano la mia risposta non può che essere positiva. Ma oggi è difficile pensare e parlare di una cultura in questo senso, una cultura curiosa e condivisa, che venga dal basso e che cerchi di instillare questa curiosità nello spirito umano. Ma, secondo me, non possiamo che tentare, come “barche contro corrente, risospinti senza posa nel passato” (Fitzgerald).”


intervista a cura del dott. Cristian Porcino