lunedì 2 marzo 2009

“L’Incantesimo Harry Potter”: intervista a Marina Lenti


“L’Incantesimo Harry Potter” di Marina Lenti (DelosBook) è un saggio affascinante sul mondo del maghetto occhialuto, scritto con grande maestria e soprattutto coinvolgente sino alla fine. L’autrice è una delle maggiori esperte italiane del personaggio partorito dalla fervida immaginazione della scrittrice J.K. Rowling. Il testo affronta attraverso 17 capitoli la nascita di Harry Potter, e di conseguenza la storia scritta in ognuno dei suoi 7 libri che compongono la saga potteriana.
La Lenti spinta da un ottimo piglio critico passa in rassegna anche le storture dovute ad errate traduzioni in italiano di nomi o termini che la Rowling aveva creato per dare un senso al costrutto narrativo della fiaba di Harry Potter. Pensiamo al cognome del preside di Hogwarts Albus Dumbledore diventato invece in italiano Silente, o a quello della Professoressa McGonagall divenuta McGranitt, ecc. La scrittrice milanese Marina Lenti, illustrerà nel corso di questa interessante intervista che ha rilasciato, l’universo magico e incantato creato dalla Rowling, per la gioia di tutti i “babbani”, e non solo!


1. Il suo saggio è pervaso da un’autentica passione per la letteratura ed in special modo per quella fiabesca. In “L’Incantesimo Harry Potter” Lei dimostra una conoscenza non indifferente della genealogia psicologica dell’eroe fantastico. Quando è nata la sua passione per la fiaba e di conseguenza per il mondo potteriano?

«Le fiabe mi hanno sempre appassionata fin da piccola, come succede alla maggior parte dei bambini. Nell’adolescenza, un’impostazione scolastica umanistica mi ha insegnato ad approfondire tutti gli argomenti di mio interesse con un taglio piuttosto esegetico, e così ho scoperto che anche le fiabe potevano essere rilette e che era possibile scoprirne nuovi significati se le si osserva da differenti angolazioni. Così ho iniziato a leggere libri che le studiavano dal punto di vista semiotico, antropologico e psicanalitico. Una parte di questo bagaglio è tornata poi molto utile durante la redazione del saggio su Harry Potter, la cui storia considero una fiaba a tutti gli effetti, perché di essa ha tutte le caratteristiche.Per quanto riguarda la passione potteriana, nasce in prima luogo da quella di semplice lettrice. Ma in virtù della formazione di cui sopra, come ho detto tendo a voler approfondire tutto ciò che incontra il mio interesse, dunque ho iniziato lo stesso processo di analisi anche sul maghetto di J.K. Rowling. Poi è arrivata la collaborazione con FantasyMagazine e da lì Harry Potter è diventato, volente o nolente (ma sempre piacevolmente), il mio ‘pane quotidiano’…»

2. Alla saga di Harry Potter va riconosciuto il merito di aver fatto accostare - forse per la prima volta - i bambini al mondo della lettura. Secondo Lei cosa ha influito sull’immaginario collettivo di bambini e adulti affinché il giovane Potter potesse entrare nei cuori di così tante persone?

«Sicuramente la saga di Harry Potter ha riavvicinato le nuove generazioni ai libri, sì. Statisticamente si legge infatti sempre meno e i ragazzi di oggi, con tutte le possibilità a loro disposizione, finivano – prima dell’avvento di Harry Potter - per prediligere l’aspetto visivo e immediato dei videogiochi o della tv rispetto a quello introspettivamente immaginativo della carta stampata. J.K. Rowling ha felicemente invertito questa tendenza e non di rado i ragazzi che sono rimasti folgorati dai suoi libri si mettono poi in cerca di volumi capaci di regalare loro ulteriori dosi di ‘sense of wonder’. In questo modo molti stanno scoprendo il genere fantastico, che del resto sta vivendo una felice stagione anche al cinema, con la trasposizione su grande schermo di molti best seller appartenenti a questa categoria.In riferimento all’impatto che il maghetto ha avuto sulle loro abitudini di lettura, non conosco studi attinenti al nostro Paese, ma so che un sondaggio commissionato da editrice Scholastic (la casa editrice di Harry Potter in USA), effettuato su un campione di Americani fra i 5 e i 17 relativo all’anno 2006 ha messo in luce anche altri benefici indiretti, oltre a quello dell’affezione ai libri: anche il rendimento scolastico è infatti migliorato per il 65% del campione. Su 500 ragazzi intervistati, più della metà ha dichiarato che, prima di Harry Potter, non aveva mai letto un libro per svago. Sono dati che fanno pensare…Gli ingredienti che hanno creato il successo di Harry Potter sono tanti, e tutti usati sapientemente: da una scrittura semplice ma accattivante e ricca di humour, a un universo estremamente fantasioso e accuratamente pianificato, a una trama avvincente come un giallo, alla rielaborazione di materiale archetipo e materiale mitologico, ai personaggi che replicano vizi e virtù simili a quelle del mondo non magico, alla ironica contiguità di quest’ultimo col nostro ordinario tran tran che nulla sospetta e di nulla si avvede, anche di fronte alle situazioni più estreme, per le quali riesce sempre a trovare una spiegazione ‘logica’.Su questo piatto forte estremamente composito, senza il quale nulla sarebbe stato possibile, J.K. Rowling ha saputo apportare la ‘decorazione’ di un’intelligente campagna di marketing, molto semplice ma efficace: quella di creare suspense sul prosieguo della vicenda, tenendo accuratamente nascosti certi particolari ed eludendo a bella posta determinate domande. Questo accorgimento ha portato la curiosità del pubblico (e della stampa) a livelli febbrili. L’avvento dei film ha poi fatto il resto, dal momento che qualsiasi libro, non importa quanto già di successo, trae dalla trasposizione cinematografica un’eco pubblicitaria enormemente amplificata.»

3. Lei crede che la Rowling darà un seguito alla vita di Harry Potter, oppure è del parere che l’universo potteriano sia completo già di per sé? A mio avviso l’ultimo libro non chiarisce molti punti e questo potrebbe far sorgere alcuni sospetti su un probabile continuo. Che ne pensa?

«È verissimo che parecchie questioni, nell’ultimo romanzo, rimangono in sospeso o non sono dipanate in modo del tutto soddisfacente. Credo che il fatto di avere messo così tanta ‘carne al fuoco’, con una trama piuttosto complessa e ricca di complicazioni, e con parecchie sottotrame parallele, alla fine si sia rivelata un fattore abbastanza difficile da gestire nel tassello conclusivo della saga. Tuttavia la storia è comunque completa e la stessa Rowling ha dichiarato che, pur essendo fortemente tentata di indugiare in un mondo che l’ha accompagnata per 17 anni e che le ha permesso di non soccombere alla depressione e alla povertà in cui versava prima della pubblicazione, non c’è l’intenzione, da parte sua, di continuare su questa strada.C’è tuttavia in progetto l’enciclopedia dove troveranno posto tutte le notizie extra che non hanno trovato modo di inserirsi nei romanzi. La scrittrice non ha fissato una scadenza per questo lavoro, ma ha comunque dichiarato di volerlo portare a termine. Inoltre, proprio recentemente ci ha deliziati con lo ‘pseudobiblium’ Le Fiabe di Beda il Bardo, un volumetto che ‘figlia’ dalla saga di Harry Potter come già fecero ‘Il Quidditch attraverso i secoli’ e ‘Gli Animali Fantastici – dove trovarli’.Infine, sappiamo, per via di dichiarazioni rilasciate già alla fine del 2007 alla stampa americana, che questa prolificissima autrice sta da tempo lavorando anche ad altri due libri: uno destinato agli adulti e uno ai bambini. Quest’ultimo sembra essere quello giunto allo stadio più avanzato, quindi è verosimile che, se vedrà la luce della pubblicazione, lo farà prima dell’altro. Certo, avendo esordito con un’opera della qualità di Harry Potter non sarà facile eguagliare se stessa, sapendo oltretutto quanto è alta l’aspettativa di tutti gli appassionati.»


intervista a cura del dott. Cristian Porcino