lunedì 2 marzo 2009

“A letto col diavolo” - Patrizia De Blanck


Dopo aver cavalcato l’onda mediatica del programma televisivo l’Isola dei famosi, la contessa catodica più famosa d’Italia Patrizia De Blanck ha pubblicato con Armando Curcio Editore la sua biografia e dal titolo “A letto col diavolo”. A dirla tutta non è che il pubblico sentisse la necessità di una biografia della De Blanck, di cui francamente avrebbe fatto ben volentieri a meno; ma tutto sommato dalla lettura di questo scritto si apprende qualcosa della storia gossipara di questo paese. “A letto col diavolo” nasce forse da una esigenza recondita della stessa contessa, che difatti scrive nell’ introduzione del medesimo: “Il mio passato, nel bene e nel male, è un peso gravoso e liberarmene con una confessione ha avuto su di me un effetto pacificatore”. Pur non ignorando tale effetto benefico, ho trovato fin troppo fastidioso l’incedere della nobildonna sulla propria bellezza. Credo che una cosa è l’essere e ben altra cosa l’apparire; ma al di là di ogni dissertazione filosofica che il libro non ci consente di fare, l’ottanta per cento del testo è una descrizione minuziosa degli amori della De Blanck (ne citiamo soltanto alcuni: Warren Beatty, Al Fayed, Franco Califano, ecc), e dopo un po’ ti chiedi il perché di questa lode sperticata al proprio aspetto. La nostra autrice ci descrive i problemi di una infanzia trascorsa con una madre affascinante e austera, traumi amorosi e matrimoniali e chi più ne ha ne metta. Punto centrale del libro è che nel susseguirsi delle pagine vi sono numerosi riferimenti a fatti e personaggi importanti senza omettere per carineria o rispetto della privacy altrui, certi nomi e cognomi. Comunque il libro scritto in collaborazione con la giornalista Matilde Amorosi va a colmare le lacune di quei lettori “tele-dipendenti” che attraverso “A letto col diavolo” potranno dire di sapere di più sull’epopea della contessa De Blanck, chiamata anche “il viagra del tubo catodico” per via degli ascolti auditel, che a suo dire, si solleverebbero grazie alla propria presenza in tv. Quello che non capisco è perché una donna tanto intelligente come Patrizia De Blanck debba sottolineare il suo essere contessa, quando è ben consapevole che nella Repubblica italiana sono stati aboliti tutti i titoli nobiliari al di fuori di quelli conseguiti meritoriamente sul campo lavorativo o di studio.Durante la lettura di questo libro mi sono domandato più volte se a spingerla a scrivere certe cose sia stata una certa voglia di stupire il lettore per le prodezze e avventure effettuate durante la propria vita, oppure il desiderio di fugare ogni possibile sospetto riguardo la vita sociale e sessuale dei cosiddetti blasonati o nobili che dir si voglia.In definitiva la biografia di Patrizia De Blanck poteva risultare assai più interessante se fosse stata scritta con un piglio più ironico ed un intento meno autocelebrativo. Poiché come diceva lo scrittore Oscar Wilde, il vero guaio è che: “ l’umanità prende se stessa troppo sul serio. Ecco il peccato originale del mondo”.


Dott. Cristian Porcino