lunedì 2 marzo 2009

“Andrea Camilleri, Ritratto dello scrittore” di Marco Trainito


Ogni fatica letteraria di Andrea Camilleri diventa un vero e proprio caso nazionale, poiché è fra i pochi scrittori a potersi fregiare dell’interesse dei propri lettori. Inoltre per un siciliano vedere un libro di Camilleri in mano ad un veneto, piemontese, ecc, non può che inorgoglirlo. Per comprendere il pensiero dello scrittore agrigentino bisogna accostarsi al saggio di Marco Trainito e dal titolo “Andrea Camilleri, Ritratto dello scrittore” per Editing Edizioni Treviso.
Il saggio in questione, secondo quanto dichiarato dall’autore stesso : “ non avrebbe dovuto essere: una tesi accademica, cioè un trattatone onnicomprensivo o un’analisi dettagliata e infarcita di note a pie’ di pagina di un’opera in particolare o di un particolare aspetto delle opere, destinata agli specialisti. Insomma, avrebbe dovuto essere qualcosa di immediatamente accessibile al pubblico sia dei lettori accaniti di Camilleri sia di quelli che ancora non si sono cimentati con le sue opere”. Ebbene il lavoro di Trainito, soprattutto nella prima parte del saggio sembra venire meno a questo proposito; poiché l’autore, docente universitario di Filosofia, non rinuncia a dei virtuosismi filosofici che un lettore poco avvezzo a tali elucubrazioni e a tale terminologia stenterà a decodificare. La seconda sezione del testo è affrontata in maniera più avvincente, rendendo per certi versi questo studio critico sull’opera letteraria di Andrea Camilleri una sorta di saggio romanzato di notevole spessore culturale. Marco Trainito inizia la sua indagine analizzando il romanzo pubblicato da Camilleri nel 1980 e dal titolo “Un filo di fumo”. Proprio in questo romanzo Camilleri fa intravedere la genealogia dei suoi scritti futuri, che da lì a pochi anni conquisteranno gran parte del pubblico italiano. La scrittura camilleriana è intrisa da un elemento caratterizzante: il dialetto siculo. Quest’ultimo è utilizzato per conferire maggiore autenticità a dei soggetti letterari che vivono ed operano all’interno di uno scenario geografico tutto siciliano, si pensi ad esempio a Vigàta. Ottima la disamina di Trainito sui rapporti che hanno legato mafia e chiesa in Sicilia, mi riferisco più precisamente al capitolo in cui l’autore passa in rassegna le opere di Camilleri “La bolla di componeda” e “Voi non sapete” che mettono proprio in risalto una concezione assai particolare dell’ idea di “religione”.Interessante l’ausilio della citazione integrale della novella di Giovanni Verga “La chiave d’oro” molto bella e poco conosciuta al pubblico. Per il resto il libro “Andrea Camilleri, Ritratto dello scrittore” appassiona e coinvolge il lettore più erudito, e cosa non meno importante lo spinge a documentarsi ancor di più sull’universo che orbita attorno alla scrittura pungente e sferzante dello scrittore agrigentino. Altra nota positiva del testo è una conoscenza da parte dell’autore di quasi tutti i testi di Camilleri, anche quelli cosiddetti minori come “La tripla vita di Michele Sparacino”; dove il papà di Montalbano muove una critica arguta ai caduti di guerra e agli onori tributati dalle autorità dopo la loro morte.“Andrea Camilleri, Ritratto dello scrittore” è un libro assolutamente consigliato!


Dott. Cristian Porcino