In qualità di critico letterario mi occupo principalmente di recensire libri. Per l’invio di copie promozionali si prega di contattarmi tramite e-mail. Non si accettano file in formato Pdf, Epub, ecc., ma solamente copie cartacee. Si comunica che le recensioni pubblicate in questo blog sono a titolo gratuito. Non percepisco alcun tipo di pagamento da parte di editori o autori.
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venerdì 30 ottobre 2020
“Strani amori” di Fabio Croce
(“Strani amori” di Fabio Croce, Edizioni Croce, pp. 141, € 15,00).
Paolo vive un’esistenza monotona e fin troppo ordinaria. Per anni ha cercato di silenziare la sua voce interiore gettandosi in una relazione di coppia con Giulia. La vera natura di Paolo rimaneva però nascosta. Arrivato alla soglia dei cinquant’anni Paolo riesce a trovare il coraggio di assecondare il proprio orientamento sentimentale. Tutto questo però accade all’improvviso e nel momento forse più inaspettato. L'amore non può essere soffocato ma deve schiudersi come un fiore.
Fabio Croce ci conduce lungo i sentieri contorti dell’amore e lo fa attraverso le pagine di un romanzo avvincente e realistico. “Strani amori” racconta proprio la scoperta dell’amore in età matura e non il solito flirt adolescenziale. In tv o al cinema ci si sofferma sempre e solo sugli amori giovanili. Questo giovanilismo così tanto ostentato esclude dal proprio orizzonte tutti coloro che hanno superato il target prestabilito dal mercato. Come cantava Battiato in una sua canzone: “I desideri non invecchiano quasi mai con l'età ..... Ancora un altro entusiasmo ti farà pulsare il cuore. Nuove possibilità per conoscersi. E gli orizzonti perduti non si scordano mai”.
Infatti Croce denuncia l’omologazione dei sentimenti e la totale adesione a dei modelli estetici che sopprimono l’amore ed esaltano la mercificazione dei corpi e la visibilità social.
In definitiva un libro disincantato e crudo da non perdere assolutamente.
Cristian Porcino
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mercoledì 4 marzo 2015
“Questa è la mia vita: il caso vuole” di Antonio Agosta

Invece di istupidirsi con la lettura di cinquanta sfumature del nulla et similia, bisognerebbe lasciarsi trasportare da qualcosa di autentico e non artefatto come ad esempio il libro di Agosta. L’emotività, la cultura musicale e letteraria dell’autore dipingono con pennellate attente e fulminee l’universo di Gerry. Il protagonista si racconta alternando strofe delle canzoni di Renato Zero; un amico un po’ speciale che ha scandito momenti diversi della sua esistenza e di quella di Luisa, sua madre. Con una narrazione teatrale, ricca di pathos e di riflessioni sul significato del nostro destino, il secondo romanzo di Agosta cattura sin da subito. Gerry diventa un amico a cui non si può non prestare attenzione. È sicuramente troppo intelligente per non seguire i suoi ragionamenti, troppo dolce, e a tratti indifeso, per non affezionarsi a questo ragazzo così maturo nonostante la sua giovane età. La storia si dipana in un lasso di tempo che va dagli anni’70 fino ad oggi. Compiuti i suoi primi quarant'anni, prova a scrollarsi di dosso il senso d’inadeguatezza e d’apparente insensatezza che si cela dietro il significato dell’esistenza individuale. “Tutto accade quasi per caso. Oppure voluto da qualcuno o da una forza chiamata destino. La nostra storia ha un inizio e una fine intrinseca ai ricordi accumulati lungo la nostra esistenza. Gli stessi ricordi che, in un cielo grigio e piovoso, irrompono come raggi di sole”. Riuscirà Gerardo a spezzare le catene forgiate dal destino e a riappropriarsi della sua vita? Per saperlo non vi resta che leggerlo. Assolutamente consigliato.
Cristian Porcino
© Riproduzione riservata
mercoledì 22 ottobre 2014
“Giuseppe Garibaldi. Andante ma non troppo” di Stefano Berlini

lunedì 10 settembre 2012
“La ballata del carcere di Reading” di Oscar Wilde
(“La ballata del carcere di Reading” di Oscar Wilde, Edizioni Libreria Croce, pp. 64, € 10, 00).
Una riflessione cupa e disincantata sul senso della vita e della morte scritta da Oscar Wilde subito dopo la sua scarcerazione. Durante quel periodo di assurda detenzione lo scrittore ebbe modo di osservare le condizioni disumane in cui erano tenuti i carcerati, e soprattutto rimase fortemente impressionato dall’assurda ferocia della pena capitale. Con la traduzione di Andrea Giampietro torna prepotentemente sulla scena letteraria italiana un libro assolutamente imperdibile.
Cristian Porcino
© Riproduzione riservata
venerdì 8 giugno 2012
“Sorelle d’Italia” di Riccardo Di Salvo e Claudio Marchese

lunedì 5 marzo 2012
“Dalla e Zero due miti musicali analizzati nel libro di Cristian Porcino”

di: Daniela Tuscano
Scrittore, "filosofo impertinente" - come si autodefinisce - e talento eclettico, Cristian ha dato alle stampe in questi giorni il suo primo romanzo, "Un'altra vita". Per Fabio Croce, nel 2008, ha pubblicato "I cantautori e la filosofia da Battiato a Zero". Ne approfittiamo per chiacchierare di due sue grandi passioni, Renato e Lucio Dalla.
«Quando ti sei imbattuto nell'artista Zero?»
- Nel 1991, anno della sua prima apparizione sanremese. “Spalle al muro” fu un brano che mi colpì in maniera non indifferente. Era il primo artista a portare una ventata d’ aria fresca in un clima in cui la canzonetta d’amore aveva il predominio assoluto. Una riflessione sulla senescenza che avanza fu un tocco di rara genialità. Da lì in poi iniziai ad ascoltare ogni suo album e così crebbe il mio interesse nei confronti della sua musica. Non ci sono brani che preferisco di più di lui perché adoro tutte le sue canzoni. Per citarne solamente una posso dire che sono profondamente legato a “Siamo eroi”.
«Quali temi, secondo te, ha affrontato meglio?»
- Renato ha saputo trattare nelle sue canzoni ogni genere di argomento. Oggi si fa un grande abuso della parola poeta ma Renato è il poeta dell’animo umano, un cantore neorealista della società contemporanea. Ha descritto con veridicità e talvolta con crudeltà le nostre fragilità e disillusioni. Solamente un talento unico come il suo poteva fare ciò.
«In questi giorni siamo tutti profondamente turbati per l'improvvisa scomparsa di Lucio Dalla. Sappiamo che nel tuo libro hai parlato anche di lui. Che effetto ti ha fatto la notizia della sua morte?»
- La scomparsa di Lucio mi ha profondamente colpito, era uno dei miei artisti preferiti. Io e Dalla ci siamo incontrati un paio di volte. La prima diversi anni fa, al concerto di Samuele Bersani. All’epoca ero poco più che un adolescente. Lui si sedette accanto a me e parlammo un po’. Mi chiese cosa facevo e quali erano le mie aspettative per il futuro. Gli rivelai che mi piaceva scrivere e che avevo composto dei testi per delle canzoni. Mi domandò se li avevo lì con me ma non avevo nulla, purtroppo. Per me era un mito, in casa ascoltavo (e continuo a farlo ancora oggi) i suoi straordinari dischi, eppure lui aveva un modo così spontaneo e contagioso di parlare. Diversi anni dopo lo incontrai in sala stampa per la presentazione del concerto allo stadio di Catania e gli accennai qualcosa sul mio progetto che, qualche anno dopo, sarebbe poi diventato il libro sui cantautori da te menzionato. Avevo solo pochi minuti e parlammo principalmente del suo cd “Lucio” che era appena uscito. Fu sempre cortese e gentile, disponibile come pochi. Un artista indimenticabile e geniale.
«Lucio si è sempre professato credente. Renato pure. Quali analogie e differenze trovi nella loro poetica?»
- Renato Zero e Lucio Dalla sono accomunati dall’educazione religiosa di stampo cattolico ricevuta sin dall’infanzia. Nel tempo però Lucio si è accostato al tema del divino con una certa curiosità, inquietudine e una sana irriverenza. In una canzone contenuta in “Angoli del cielo” Dalla si chiede chi muove il mondo e chi si cela dietro questo gran mistero che chiamiamo vita. La canzone “Henna” è un inno alla sapienza e all’opera di Francesco d’Assisi e il suo essere credente e praticante non lo ha mai portato a sposare in toto e pubblicamente le posizione vaticane. La sua professione di fede l’ha sempre vissuta con religioso silenzio. Per Dalla, la Chiesa è la comunità di persone che rendono quei mattoni un gruppo di persone vive. Renato invece, soprattutto negli ultimi anni, ha dimostrato un attaccamento visibile alla parte dogmatica e liturgica della Chiesa cattolica. Pensiamo all’omaggio a papa Wojtyla a cui ha dedicato il suo album “Il Dono”. In “Potrebbe essere Dio” Renato descrive un Dio totalmente coinvolto nel suo creato, mentre Dalla, pur credendo, ha sempre lasciato una porta spalancata verso l’ignoto, che non può essere risolto da nessun credo, tralasciando quindi le immagini propriamente ereditate dal retaggio clericale; pensiamo ad esempio all’angelo che piscerebbe sulla testa degli avari ed edonisti e guerrafondai: “se io fossi un angelo, non starei mai nelle processioni, nelle scatole dei presepi, starei seduto fumando una Marlboro al dolce fresco delle siepi... sarei un buon angelo, parlerei con Dio, gli ubbidirei amandolo a modo mio gli parlerei a modo mio e gli direi "Cosa vuoi tu da me tu" "I potenti che mascalzoni e tu cosa fai li perdoni" ...ma allora sbagli anche tu" ma poi non parlerei più...”.
Sia Lucio sia Renato hanno innovato il modo di scrivere canzoni e avuto un’ottima maestra di vita, la strada. Questa palestra di vita li accomuna e li rende speciali ed unici.
Pubblicata su "ZEROlandia" il 04/03/2012
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martedì 17 gennaio 2012
Recensione libro “I cantautori e la filosofia da Battiato a Zero” di Cristian Porcino

a cura di Andrea Amendolagine
Il pensiero dei grandi filosofi è ancora vivo? A rispondere a questo interessante quanto delicato dilemma ci pensa il saggio "I cantautori e la filosofia da Battiato a Zero" di Cristian Porcino.
Dottore in Filosofia laureatosi nel 2005 presso l'Università di Catania, Porcino analizza in modo semplice ma allo stesso tempo analitico il pensiero di coloro che possiamo definire "i Filosofi dell'età contemporanea": i cantautori.
E' indubbio che oggi la canzone sia l'unico strumento che possa veicolare, in modo immediato ed efficace, il pensiero e la poetica di un artista direttamente all'ascoltatore in un modo nuovo e più incisivo rispetto a come avveniva molti secoli fa.
La filosofia di oggi si avvale dei prodigiosi strumenti che la tecnologia ed il progresso scientifico ha messo al suo servizio per diffondersi a macchia d'olio, partendo da una mente pensatrice (il cantante o cantautore) per raggiungere migliaia di menti pensatrici, tanto che nella storia della musica nazionale ed internazionale il pensiero di tanti artisti è diventato la linea guida, il pilastro dell'esistenza di migiliaia di persone (Beatles o Queen, per citarne solo alcuni).
Questo saggio realizzato da Cristian Porcino, oltre ad essere un lavoro che non può assolutamente mancare a chi ama la musica italiana "di qualità", è un'opera essenziale che si rivela come la prova tangibile della sopravvivenza ma soprattutto del trionfo del pensiero dei grandi filosofi del passato all'interno delle canzoni di oggi.
Ecco dunque che Porcino dimostra la sua volontà è di spiegare una volta per tutte (utilizzando un linguaggio adatto anche ai non addetti ai lavori) il significato ed il pensiero di pezzi che hanno fatto la storia della musica italiana (da "Il cielo" di Renato Zero a "La cura" di Franco Battiato) paragonandolo e raccordandolo con grande mestria e padronanza della materia al pensiero di mostri sacri come Kant, Hegel e tanti altri.
Da Fossati a Jovanotti, da Battiato a Renato Zero, da Gino Paoli a Fabio Concato (di cui l'autore riporta alla fine del libro un interessante intervista da lui direttamente realizzata), Porcino mette in luce l'importanza e la profondità di pensiero di cui i testi delle canzoni in esame sono intrisi, e con grande sorpresa il lettore ha la possibilità di rivedere nel testo della sua canzone preferita il pensiero del filosofo che ha tanto odiato al liceo.
Una piccola ma maestosa opera che dona grande dignità alla Filosofia, dimostrando in modo chiaro e senza alcun dubbio che il pensiero dona all'uomo l'immortalità.
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martedì 8 giugno 2010
Il Tributo di Cristian Porcino al re del pop

“Tributo a Michael Jackson” di Cristian Porcino (Edizioni Libreria Croce) si distingue in modo netto dalle altre biografie che hanno invaso le nostre librerie dalla data della morte del re del pop fino ad oggi. Senza alcuna pretesa di possedere la verità assoluta sulla vita del cantante americano, l’autore ci consegna un volume scritto con assoluta padronanza dell’argomento e con un coscienzioso rispetto nei confronti di Michael Jackson. L’umiltà e la passione che hanno spinto Cristian Porcino ad omaggiare Jackson, derivano dall’ammirazione che lo stesso autore ha da sempre professato nei confronti della più grande popstar di tutti i tempi. Fra le pagine di questo delizioso saggio si ripercorrono vari momenti della vita e dell’arte di Michael, raccontando anche del killeraggio massmediatico a cui fu sottoposto lungo tutta la sua carriera. Dopo essersi occupato con grande rigore accademico del cantautorato italiano nel suo precedente libro “I Cantautori e la filosofia da Battiato a Zero”, Porcino ci consegna un saggio-tributo all’autore di album che hanno segnato la storia della musica mondiale come “Thriller”, “Dangerous” e tanti altri. Consiglio vivamente la lettura di “Tributo a Michael Jackson” a tutti i jacksoniani d’Italia, e a coloro i quali continuano a nutrire dubbi sull’unicità dell’uomo e artista Michael Jackson.
Lorenzo Leone
sabato 2 gennaio 2010
“Pio XII santo?” di Roberto Schena

“Pio XII santo?” di Roberto Schena per Edizioni Libreria Croce è un saggio storico molto importante che prende in esame il pontificato di uno dei papi più discussi del secolo scorso, quello di Eugenio Pacelli meglio noto come Pio XII (1939- 1958).
È notizia dello scorso dicembre che l’attuale pontefice Benedetto XVI dopo molti rinvii, abbia approvato la procedura di beatificazione di Pio XII; questa possibilità già nel 2009 aveva profondamente offeso il popolo ebraico che sentiva venir meno i presupposti, per continuare il dialogo ecumenico intrapreso con la chiesa cattolica dopo il Concilio Vaticano II.
Il libro in questione senza alcuna deformazione ideologica di parte, analizza i documenti e il contesto storico in cui si è mossa la Santa Sede durante l’imperversare del nazismo e fascismo. Alla luce dei fatti il silenzio diplomatico di Pio XII non ha in alcun modo arrestato o diminuito la deportazione e lo sterminio programmato del popolo ebraico né arginato la follia criminale dei nazisti. Elevare agli onori degli altari papa Pacelli significa, in qualche modo, cercare di chiudere un capitolo di storia che il Vaticano ritiene scomodo. Fare santo Pio XII e dichiarare al mondo le proprie “virtù eroiche”, vuol dire porre fine una volta per tutte alle accuse di connivenza col regime hitleriano; mettendolo quindi al riparo da futuri processi storiografici. Eppure gli archivi vaticani rimangono ancora chiusi, e questo alimenta grossi sospetti sull’effettiva inettitudine di Pacelli in favore del popolo ebraico. Sta di fatto che la sala stampa vaticana ha diffuso una nota chiarificatrice che dice: “Beatificando un suo figlio, la Chiesa non celebra particolari opzioni storiche da lui compiute, ma piuttosto lo addita all'imitazione e alla venerazione per le sue virtù a lode della grazia divina che in esse risplende […] rimane quindi aperta anche in futuro la ricerca e la valutazione degli storici nel loro campo specifico sulla sua figura”..
Ciò non dovrebbe stupire più di tanto, poiché l’inquisitore che mandò sul rogo il filosofo Giordano Bruno, tale cardinale Roberto Bellarmino, venne fatto santo e dottore della chiesa proprio dal predecessore di Pacelli Pio XI nel 1930.
Chi adotta la strategia del silenzio davanti a dei crimini diventa suo malgrado complice; difatti la storia ci ha dimostrato che non fu una scelta condivisa nemmeno dai suoi successori, che si adoperarono per scongiurare guerre e catastrofi, pensiamo infatti all’operato di Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II. Eppure come scrive Schena nel libro: “Pio XII scelse la via della contrapposizione frontale al comunismo. Una strada difficile da percorrere, alla lunga rivelatasi vincente. Un’intuizione totalmente mancata nei confronti del nazismo”. Liquidare libri come questo indicandoli come frutto di spirito anticattolico e anticristiano è davvero assurdo nonché ridicolo; poiché il giornalista valuta i fatti e non le congetture che scaturiscono da antipatie religiose.
È notizia dello scorso dicembre che l’attuale pontefice Benedetto XVI dopo molti rinvii, abbia approvato la procedura di beatificazione di Pio XII; questa possibilità già nel 2009 aveva profondamente offeso il popolo ebraico che sentiva venir meno i presupposti, per continuare il dialogo ecumenico intrapreso con la chiesa cattolica dopo il Concilio Vaticano II.
Il libro in questione senza alcuna deformazione ideologica di parte, analizza i documenti e il contesto storico in cui si è mossa la Santa Sede durante l’imperversare del nazismo e fascismo. Alla luce dei fatti il silenzio diplomatico di Pio XII non ha in alcun modo arrestato o diminuito la deportazione e lo sterminio programmato del popolo ebraico né arginato la follia criminale dei nazisti. Elevare agli onori degli altari papa Pacelli significa, in qualche modo, cercare di chiudere un capitolo di storia che il Vaticano ritiene scomodo. Fare santo Pio XII e dichiarare al mondo le proprie “virtù eroiche”, vuol dire porre fine una volta per tutte alle accuse di connivenza col regime hitleriano; mettendolo quindi al riparo da futuri processi storiografici. Eppure gli archivi vaticani rimangono ancora chiusi, e questo alimenta grossi sospetti sull’effettiva inettitudine di Pacelli in favore del popolo ebraico. Sta di fatto che la sala stampa vaticana ha diffuso una nota chiarificatrice che dice: “Beatificando un suo figlio, la Chiesa non celebra particolari opzioni storiche da lui compiute, ma piuttosto lo addita all'imitazione e alla venerazione per le sue virtù a lode della grazia divina che in esse risplende […] rimane quindi aperta anche in futuro la ricerca e la valutazione degli storici nel loro campo specifico sulla sua figura”..
Ciò non dovrebbe stupire più di tanto, poiché l’inquisitore che mandò sul rogo il filosofo Giordano Bruno, tale cardinale Roberto Bellarmino, venne fatto santo e dottore della chiesa proprio dal predecessore di Pacelli Pio XI nel 1930.
Chi adotta la strategia del silenzio davanti a dei crimini diventa suo malgrado complice; difatti la storia ci ha dimostrato che non fu una scelta condivisa nemmeno dai suoi successori, che si adoperarono per scongiurare guerre e catastrofi, pensiamo infatti all’operato di Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II. Eppure come scrive Schena nel libro: “Pio XII scelse la via della contrapposizione frontale al comunismo. Una strada difficile da percorrere, alla lunga rivelatasi vincente. Un’intuizione totalmente mancata nei confronti del nazismo”. Liquidare libri come questo indicandoli come frutto di spirito anticattolico e anticristiano è davvero assurdo nonché ridicolo; poiché il giornalista valuta i fatti e non le congetture che scaturiscono da antipatie religiose.
In definitiva un libro da leggere assolutamente.
Cristian Porcino
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domenica 25 ottobre 2009
"Tributo a Michael Jackson" di Cristian Porcino, un omaggio sentito al "re del pop"
(Articolo di Carola Torresi)
E’ facile, adesso, scrivere un elogio/tributo al Re del Pop, Michael Jackson. Chiunque, adesso, ricorda – com’è giusto che sia -- quasi esclusivamente il suo immenso talento che ha permesso a Michael di essere il personaggio di spettacolo più famoso al mondo. Adesso, anche coloro i quali negli ultimi dieci anni della sua vita l’avevano abbandonato o voltato le spalle si sono dichiarati devastati dalla sua scomparsa. I media, adesso, ne lanciano un elogio così aperto da risultare quasi altrettanto “falso” di quando cercavano di distruggere la sua immagine, inventandosi le più orribili accuse nei suoi confronti.E’ quindi, proprio adesso, che è forse molto più difficile scrivere un libro per ricordare il grande Michael Jackson che riesca a “superare” la barriera della diffidenza e dell’ostilità che i fan di Michael hanno giustamente eretto nei confronti di chiunque si “avvicini” a lui.Cristian Porcino, a mio parere, ci è riuscito; scrive in modo spontaneo, semplice e intelligente. Ci è riuscito perché Cristian stesso è un fan di Michael … “la mia passione per Michael Jackson risale alla mia infanzia, non credo potessero esistere delle persone immuni al fascino ammaliatore e carismatico della potenza musicale di Michael Jackson”, dichiara infatti l’autore nelle pagine del suo libro. Il libro ripercorre le tappe fondamentali della carriera artistica e privata di Michael in forma concisa ma sicuramente originale, offrendoci infatti anche un personale commento dell’autore attraverso l’analisi di alcuni dei più significativi testi delle canzoni eseguite dal Re del Pop, riportando anche la traduzione in italiano delle canzoni. Ad esempio, l’autore giustamente ricorda l’azione umanitaria e antirazziale che ha accompagnato Michael per tutta la sua vita e che è contenuta nelle canzoni “Black or White” o ancor più nella celeberrima “We are the World”; oppure, la tragedia della morte di Michael per arresto cardiaco, il 25 giugno 2009, a seguito di un cocktail di antidolorifici che il suo medico gli ha iniettato, tra cui il Demerol, di cui Michael aveva scritto nel testo della canzone “Morphine”.Cristian riesce dunque a trasmetterci l’essenza dell’artista e dell’uomo con obiettività, coerenza e senza sensazionalismi.Un altro elemento fondamentale che porta sicuramente ad apprezzare il libro è il “reportage” di una fan storica di Michael, Monia Capparelli, che racconta in forma divertente ed estremamente emozionante la sua “avventura” a Praga per assistere a un concerto di Michael.Monia, con grande determinazione, riesce – in maniera rocambolesca e perché no, anche astuta -- a trasformare il suo meraviglioso viaggio in un indimenticabile incontro con Michael (che invidia!!!!) nell’hotel dove alloggiava il Re del Pop e dove era riuscita, lei stessa, a ottenere una stanza.Mi considero sicuramente selettiva nel mio approccio alle pubblicazioni che in passato e ancor più in tempi recenti vengono scritte sul Re del Pop, ma posso tranquillamente affermare che il libro di Cristian Porcino è uno dei migliori che ho letto finora; penso sia rivolto sia a chi desidera iniziare a conoscere, il “vero” Michael Jackson e non il personaggio di cui molti giornali scandalistici, in passato, hanno voluto far credere che fosse sia ai milioni di fans italiani di Michael che giustamente già sanno che un “…mito è destinato a non morire mai”, come afferma l’autore stesso nelle pagine del suo libro.
Una fan torinese di Michael Jackson (Carola Torresi)
sabato 10 ottobre 2009
Leggende metropolitane Verità e mistero sulla morte del re del pop
“Tributo a Michael Jackson” di Cristian Porcino. Libreria Croce Editore
Articolo di Riccardo Di Salvo e Claudio Marchese
Leggenda era, un tempo, il racconto di una vita straordinaria. Nella mitologia classica, la storia di eroi e di semidei innamorati di sé, della propria potenza virile o femminile, fino all’eccesso oltreumano. Nella cultura cristiana, la storia di santi e di cavalieri innamorati di Dio e della sua onnipotenza, disposti all’estremo sacrificio, fino all’umiliazione di sé. Diversa la loro sorte, identico il percorso. Dalla norma all’ anormale, complici l’eros o la guerra, Dio o la patria. Li attendeva comunque, la gloria terrena o ultraterrena.
Leggenda, oggi, è il racconto di una vita ordinaria. Proiettata, comunque, fuori dai confini del quotidiano. Due borghesi come noi possono accedere al rango riservato, un tempo, agli eroi e ai semidei. L’olimpo, ai nostri giorni, è il set televisivo o cinematografico. Fellini l’aveva capito già ai tempi della sua “Dolce vita”. Era il 1959.
In questi ultimi anni tronisti e veline tentano la via della gloria, con i facili appoggi degli agenti mass-mediatici. Stelle effimere che si spengono prima ancora di essersi accese.
Il discorso cambia, quando si tratta di stelle intramontabili, come Michael Jackson, che hanno incarnato sogni e deliri di intere generazioni. Jackson, come lo chiamavano i suoi ammiratori, fa parte di queste leggende, nate trent’anni fa. Nella sua biografia di bambino prodigio c’è un segno premonitore. Sarebbe stato per sempre destinato alla gloria ma eterno bambino. Peter Pan, colui che non vuole crescere mai. Figlio di due culture, quella americana e quella africana, Michael seppe fondere nella musica generi diversi, come il jazz, il pop e il rock, con una tensione multimediale che ne fece un cantante, performer e ballerino.
Un giornalista curioso a questi eventi come Cristian Porcino è entrato nella galassia mediatica costruita attorno alla figura del re del pop. Ne è uscito con un libro fitto di verità e mistero, denso come un reportage giornalistico e devoto come un alleluja all’anima della star scomparsa. Un gran bel lavoro, scorrevole nella scrittura, sapientemente corredato da interviste alle star che hanno conosciuto o frequentato Michael Jackson. Da Madonna a Sophia Loren, da Liza Minnelli a Martin Scorsese, da Celine Dion o Jovanotti. Una sorpresa all’interno, il racconto di una fan italiana che ha seguito il proprio idolo in giro per il mondo, l’ha personalmente incontrato e l’ha adorato. Potrebbe essere banale, una scivolata nel reality show. Ma il bello del libro di Porcino edito dalla Libreria Croce, è l’entusiasmo, la voglia di dichiararsi a favore dell’uomo Michael Jackson, prima ancora di valutare l’artista. Può essere stata una grande star o può essere un’abile esecutore delle astuzie mass-mediatiche. Comunque Jackson appare, nel libro, un uomo con tutti gli eccessi di quelli che escono dalla norma e tentano di diventare, una volta o due nella vita, eroi o superuomini.
Pubblicato su:
- GdO Cronache italiane
- GdO Cronache italiane
- Kalon
giovedì 3 settembre 2009
"Tributo a Michael Jackson" di Cristian Porcino
"Tributo a Michael Jackson" di Cristian Porcino per le Edizioni Libreria Croce in vendita nelle migliori librerie oppure nei seguenti siti:
http://www.ibs.it/code/9788864020433/porcino-cristian/tributo-a-michael-jackson.html
http://www.libreriauniversitaria.it/tributo-michael-jackson-porcino-cristian/libro/9788864020433
http://www.webster.it/libri-tributo_michael_jackson_porcino_cristian-9788864020433.htm
http://www.deastore.com/libro/tributo-a-michael-jackson-cristian-porcino-croce-libreria/9788864020433.html
http://www.bol.it/libri/Tributo-a-Michael-Jackson/Cristian-Porcino/ea978886402043/
http://www.libreriauniversitaria.it/tributo-michael-jackson-porcino-cristian/libro/9788864020433
http://www.webster.it/libri-tributo_michael_jackson_porcino_cristian-9788864020433.htm
http://www.deastore.com/libro/tributo-a-michael-jackson-cristian-porcino-croce-libreria/9788864020433.html
http://www.bol.it/libri/Tributo-a-Michael-Jackson/Cristian-Porcino/ea978886402043/
venerdì 24 luglio 2009
Presto in libreria "Tributo a Michael Jackson" di Cristian Porcino
Sta per uscire in libreria "Tributo a Michael Jackson" per le Edizioni Libreria Croce.
“Tributo a Michael Jackson” di Cristian Porcino è una ricostruzione, attraverso varie testimonianze di chi gli era vicino, dei suoi ultimi giorni di vita e delle motivazioni che hanno portato alla morte improvvisa il Re del Pop mondiale. All’interno del testo, ricco di documenti, è riportato in originale il suo testamento, ancora molto discusso da amici e parenti. Poi il racconto finale di una fan italiana che l’ha seguito per il mondo e l’ha personalmente incontrato.Il mistero della scomparsa di Jackson e un’analisi della storia musicale del personaggio Jacko, amato da milioni di fan su tutto il globo, arricchiscono il lavoro di Cristian Porcino che già si è cimentato nell’analisi critica di vari artisti internazionali della musica pop.
96 pagine
€ 13, 00
Codice Isbn: 978-88-64020-43-3
€ 13, 00
Codice Isbn: 978-88-64020-43-3
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