sabato 2 gennaio 2010

“Pio XII santo?” di Roberto Schena


“Pio XII santo?” di Roberto Schena per Edizioni Libreria Croce è un saggio storico molto importante che prende in esame il pontificato di uno dei papi più discussi del secolo scorso, quello di Eugenio Pacelli meglio noto come Pio XII (1939- 1958).
È notizia dello scorso dicembre che l’attuale pontefice Benedetto XVI dopo molti rinvii, abbia approvato la procedura di beatificazione di Pio XII; questa possibilità già nel 2009 aveva profondamente offeso il popolo ebraico che sentiva venir meno i presupposti, per continuare il dialogo ecumenico intrapreso con la chiesa cattolica dopo il Concilio Vaticano II.
Il libro in questione senza alcuna deformazione ideologica di parte, analizza i documenti e il contesto storico in cui si è mossa la Santa Sede durante l’imperversare del nazismo e fascismo. Alla luce dei fatti il silenzio diplomatico di Pio XII non ha in alcun modo arrestato o diminuito la deportazione e lo sterminio programmato del popolo ebraico né arginato la follia criminale dei nazisti. Elevare agli onori degli altari papa Pacelli significa, in qualche modo, cercare di chiudere un capitolo di storia che il Vaticano ritiene scomodo. Fare santo Pio XII e dichiarare al mondo le proprie “virtù eroiche”, vuol dire porre fine una volta per tutte alle accuse di connivenza col regime hitleriano; mettendolo quindi al riparo da futuri processi storiografici. Eppure gli archivi vaticani rimangono ancora chiusi, e questo alimenta grossi sospetti sull’effettiva inettitudine di Pacelli in favore del popolo ebraico. Sta di fatto che la sala stampa vaticana ha diffuso una nota chiarificatrice che dice: “Beatificando un suo figlio, la Chiesa non celebra particolari opzioni storiche da lui compiute, ma piuttosto lo addita all'imitazione e alla venerazione per le sue virtù a lode della grazia divina che in esse risplende […] rimane quindi aperta anche in futuro la ricerca e la valutazione degli storici nel loro campo specifico sulla sua figura”..
Ciò non dovrebbe stupire più di tanto, poiché l’inquisitore che mandò sul rogo il filosofo Giordano Bruno, tale cardinale Roberto Bellarmino, venne fatto santo e dottore della chiesa proprio dal predecessore di Pacelli Pio XI nel 1930.
Chi adotta la strategia del silenzio davanti a dei crimini diventa suo malgrado complice; difatti la storia ci ha dimostrato che non fu una scelta condivisa nemmeno dai suoi successori, che si adoperarono per scongiurare guerre e catastrofi, pensiamo infatti all’operato di Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II. Eppure come scrive Schena nel libro: “Pio XII scelse la via della contrapposizione frontale al comunismo. Una strada difficile da percorrere, alla lunga rivelatasi vincente. Un’intuizione totalmente mancata nei confronti del nazismo”. Liquidare libri come questo indicandoli come frutto di spirito anticattolico e anticristiano è davvero assurdo nonché ridicolo; poiché il giornalista valuta i fatti e non le congetture che scaturiscono da antipatie religiose.
In definitiva un libro da leggere assolutamente.

Cristian Porcino