domenica 10 gennaio 2010

“Sono stato un numero” di Roberto Riccardi


“Sono stato un numero” di Roberto Riccardi per Giuntina Edizioni raccoglie la testimonianza di Alberto Sed sopravvissuto al campo di concentramento di Auschwitz, simbolo truce della Shoah. Concepire ed immaginare l’inferno e lo sterminio del popolo ebraico è praticamente impossibile. Soltanto chi ha vissuto sulla propria pelle quei dolori e quelle ferite può veramente comprendere l’orrore devastante di un abominio di tale proporzioni. Riccardi riesce a mettere per iscritto le parole raccontate da Sed utilizzando un registro narrativo incalzante e commovente. Quando vedo in giro persone che si dichiarano ammiratori di un semplice personaggio tv, mi chiedo perché Alberto Sed non sia diventato lui un esempio per gli altri. Ha conosciuto la morte, la cattiveria, la malvagità più sprezzante che può colpire l’essere umano; ha visto sterminare la sua famiglia, i suoi amici, eppure non ha mai avuto parole di odio verso nessuno; perché ad Auschwitz ha imparato ad andare oltre, a sopravvivere perfino all’odio e alla sofferenza. È riuscito a risollevarsi da quella esperienza grazie all’amore di sua moglie Renata e grazie all’incontro con diverse persone che hanno squarciato quella coltre di indifferenza e di disumanità conosciuta a Birkenau, riportandolo nuovamente alla vita. Le torture e le sofferenze che Sed ha subito rivivono fra le pagine scritte da Riccardi riuscendo a toccare le corde più nascoste dell’animo umano. L’autore ha saputo trasferire le sensazioni e gli eventi vissuti da Sed in un libro davvero ricco di significati. Chiunque dovrebbe leggerlo per non dimenticare mai che quanto accaduto ad Alberto Sed non fu semplicemente un caso, ma frutto di un progetto criminoso partorito da menti umane, simili in tutto e per tutto a noi. Ogni forma di razzismo a cui il nostro paese assiste inerme, dovrebbe farci capire che se non cesserà immediatamente potrebbe dare vita a nuovi olocausti e a nuove forme di sterminio.
Che la testimonianza di Sed sia da esempio per tutti; grandi e piccini, politici ed esponenti religiosi. Mi sento in dovere di ringraziare Alberto Sed per averci consegnato i suoi più intimi ricordi; sono davvero fiero di essere un italiano come lui. Grazie di esistere Alberto.


Cristian Porcino