
In qualità di critico letterario mi occupo principalmente di recensire libri. Per l’invio di copie promozionali si prega di contattarmi tramite e-mail. Non si accettano file in formato Pdf, Epub, ecc., ma solamente copie cartacee. Si comunica che le recensioni pubblicate in questo blog sono a titolo gratuito. Non percepisco alcun tipo di pagamento da parte di editori o autori.
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martedì 26 giugno 2012
Recensione al romanzo “Un’altra vita” di Cristian Porcino

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venerdì 8 giugno 2012
“Sorelle d’Italia” di Riccardo Di Salvo e Claudio Marchese

giovedì 3 marzo 2011
"La pena di morte che non deve farci pena"

Recensione a “Sulla pena di morte. Da Beccaria ad oggi” ed. Boopen, 2010 di Cristian Porcino
Ci piace tanto come scrive Cristian Porcino. Acuto come pochi, sa scandagliare fino ai dettagli l’universo mediatico come nel suo bel “Tributo a Michael Jackson“ (Croce editore 2009). Sa cogliere i nessi sottili che collegano i cantautori alla filosofia e ci fa capire che Tenco e De Andrè non sono meno poeti di Leopardi e di Pascoli. Perché la musica popolare, quella che noi Italiani chiamiamo canzone, è nobile come la poesia lirica. La canzone del resto è poesia in musica e deriva dal melodramma.
Porcino oggi ha cambiato il terreno della propria esplorazione, rischiando molto, come ogni volta che si cambia partner. Del resto la voglia di cambiamento è segno di curiosità intellettuale. Abituati ai suoi titoli mediatici come “I cantautori e la filosofia da Battiato a Zero”, ci stupisce un po’ un titolo austero come l’ultimo suo edito “Sulla pena di morte. Da Beccaria ad oggi” (Boopen, 2010). Il tema del libro sembra più adatto a un uomo di legge o a un politico. Porcino, invece, lo legge con piglio filosofico – giornalistico che ha tutta la freschezza di un dialogo con le massime autorità del pensiero, senza mai cadere nell’aggressività del talk – show. Porcino sa essere acutamente popolare, senza mai cadere nel populismo. Sa riflettere su un tema piuttosto trito come quello della pena di morte, accendendo il fanale dell’etica, senza scivolare nel vizio diffuso che è quello della sua volgare spettacolarizzazione. L’ultima frontiera dell’inquisizione che un tempo metteva sulla pubblica piazza i colpevoli e oggi vende a un pubblico di guardoni l’orrore del parente omicida o del pedofilo incallito.
Questo libro ha il merito di essere critico, senza essere di parte. Facile sarebbe cadere nella demagogia sia di destra che di sinistra. Ma Porcino evita questa trappola, facendoci riflettere, senza mai farci arrabbiare. E’ il dono dei buoni libri, un invito a fare a meno degli stereotipi televisivi che servono solo ad accrescere il carisma di un leader.
Riccardo Di Salvo - Claudio Marchese
© Riproduzione riservata
martedì 13 ottobre 2009
“Lodi del corpo maschile” di Riccardo Di Salvo e Fabrizio Cavallaro

“Lodi del corpo maschile” di Riccardo Di Salvo e Fabrizio Cavallaro per Edizioni Libreria Croce omaggia la bellezza maschile attraverso l’ausilio di illustri poeti del passato e del presente, e grazie alle foto artistiche e intimiste di Cavallaro. Il volume spazia da letterati come Costantino Kavafis, Archiloco, Michelangelo, Shakespeare a Rimbaud, Pasolini, Dario Bellezza, Sandro Penna e gli stessi autori del libro in questione. Verlaine e Rimbaud, i più dissacranti poeti francesi, scrissero ad esempio il “Sonnet du trou du cul” per sbeffeggiare un volume di Albert Mèrat dal titolo “L’Idolo”, ed inclusa in “Femmes e Hombres”. Essi vedevano il corpo non solamente per come si presentava dinanzi ai loro occhi ma per come sarebbe diventato una volta amato e posseduto; quasi come si osserva una cavalla ancora prima di essere addomestica e quindi pronta per essere cavalcata. “Il Poeta si fa veggente attraverso una lunga, immensa e ragionata sregolatezza di tutti i sensi”. L’intento dei due autori catanesi, così come confermato durante la presentazione del libro, è quello di celebrare il corpo dell’uomo attraverso la conoscenza dell’anima del soggetto - oggetto dei nostri desideri. Durante la loro ricerca per la stesura di questo libro si sono accorti che il corpo maschile era stato raccontato solamente da poeti uomini; perché le donne non ne avevano mai sentito l’esigenza, vuoi perché non interessate oppure perché votate ad amori saffici. Pertanto si è giunti alla considerazione che soltanto i poeti omosessuali avevano ardentemente e minuziosamente descritto il corpo maschile; ecco svelato il perché il libro contenga solamente una poesia scritta da una donna, ossia di Sibilla Aleramo. I corpi fotografati da Cavallaro e raccontati da Di Salvo mettono in luce la tensione erotica che sprigiona il corpo dell’amante, ovvero colui che è amato, diventando un sillabario esistenziale per entrare in contatto con la sua essenza primigenia. Pensiamo, ad esempio, a “Frammenti di un discorso amoroso” di Roland Barthes: “Malgrado le difficoltà della mia vicenda, malgrado i disagi, i dubbi, le angosce, malgrado il desiderio di uscirne fuori, dentro di me non smetto di affermare l'amore come un valore”.
I corpi raccontati nelle pagine di questo libro trasudano erotismo senza sfociare nella volgarità o nel patetico. L’erotismo diventa amore e voglia di affermare un sentimento che va oltre le gabbie sociali o le memorie storiche di un fascismo onnipresente in una Italia clericalmente omofoba che reprime e colpisce ciò che in verità neppure conosce. In conclusione come scriveva Walt Whitman in Foglie d’erba: “ l’amore del corpo di un uomo o di una donna è al di là di ogni descrizione, il corpo stesso ne è al di là, quello del maschio è perfetto, perfetto quello della femmina”.
I corpi raccontati nelle pagine di questo libro trasudano erotismo senza sfociare nella volgarità o nel patetico. L’erotismo diventa amore e voglia di affermare un sentimento che va oltre le gabbie sociali o le memorie storiche di un fascismo onnipresente in una Italia clericalmente omofoba che reprime e colpisce ciò che in verità neppure conosce. In conclusione come scriveva Walt Whitman in Foglie d’erba: “ l’amore del corpo di un uomo o di una donna è al di là di ogni descrizione, il corpo stesso ne è al di là, quello del maschio è perfetto, perfetto quello della femmina”.
Cristian Porcino
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lunedì 2 marzo 2009
“Cavalli Alati” di Riccardo Di Salvo e Claudio Marchese

Il romanzo di Riccardo Di Salvo e Claudio Marchese “Cavalli Alati” per Edizioni Libreria Croce affronta con magistrale sapienza la scoperta dei propri desideri, e la consapevolezza della propria realtà personale. Il protagonista Gabriele è un uomo sposato, con una figlia Amanda che ama più della sua vita; ma ciò che lo lega alla moglie, scopre col tempo essere divenuto soltanto una manifestazione affettiva e di stima reciproca.
Gabriele ha sempre scacciato da sé l’idea che la propria attrazione verso gli uomini potesse realmente appartenergli; così dovrà affrontare un viaggio ben più importante e faticoso per scoprire e accettare la propria bisessualità. Gli autori del presente volume con eleganza stilistica e curando in modo particolare lo scavo psicologico non solo del protagonista ma anche dei personaggi comprimari, hanno portato alla luce una condizione di vita, che spinge gli uomini a dover fronteggiare quasi di nascosto i propri istinti sessuali, nonché le proprie inclinazioni per paura di affrontare ancor prima che se stessi, le reazioni altrui. Proprio in questo momento storico dove i diritti individuali delle persone omosessuali vengono calpestati o peggio ancora ignorati, un libro del genere ci porta a conoscenza di una realtà che si suole occultare per codardia e ignavia. Dopo la lettura di “Cavalli Alati” ognuno di noi, dovrà lottare perché i nostri figli, i nostri nipoti, non crescano più in una società che tende ad inibire il proprio orientamento sessuale. Non esistono amori di serie A e di serie B, ma l’Amore tout court. Personalmente non mi è mai piaciuto operare distinzioni fra eterosessuali, omosessuali, bisessuali, transessuali, ecc, perché credo fermamente che quando mi trovo dinanzi ad un individuo, una persona, il suo orientamento sessuale non mi debba riguardare. Solo una società bigotta, retriva, e moralmente malata può interessarsi della vita sessuale dei propri cittadini. Pertanto si colga l’occasione per dimostrare realmente al mondo, che l’essere umano debba essere tutelato sempre e ovunque al di là del proprio credo religioso, appartenenza sessuale, razziale, geografica, etc. Perché il razzismo, è sempre in agguato per annientare l’essenza primigenia dell’uomo. Come ci ricorda la Costituzione Italiana ogni uomo e uguale all’altro, e quindi la cosiddetta fratellanza evocata dagli spiriti religiosi non può annullarsi soltanto in base ai gusti sessuali che si manifestano. Mi auguro davvero che in un prossimo futuro nessun bambino possa conoscere più il significato di parole come omofobia, xenofobia, ed ogni altro epiteto sprezzante e razzista; perché ciò significherà che l’uomo avrà realmente compreso e attuato il rispetto della persona umana.
Gabriele ha sempre scacciato da sé l’idea che la propria attrazione verso gli uomini potesse realmente appartenergli; così dovrà affrontare un viaggio ben più importante e faticoso per scoprire e accettare la propria bisessualità. Gli autori del presente volume con eleganza stilistica e curando in modo particolare lo scavo psicologico non solo del protagonista ma anche dei personaggi comprimari, hanno portato alla luce una condizione di vita, che spinge gli uomini a dover fronteggiare quasi di nascosto i propri istinti sessuali, nonché le proprie inclinazioni per paura di affrontare ancor prima che se stessi, le reazioni altrui. Proprio in questo momento storico dove i diritti individuali delle persone omosessuali vengono calpestati o peggio ancora ignorati, un libro del genere ci porta a conoscenza di una realtà che si suole occultare per codardia e ignavia. Dopo la lettura di “Cavalli Alati” ognuno di noi, dovrà lottare perché i nostri figli, i nostri nipoti, non crescano più in una società che tende ad inibire il proprio orientamento sessuale. Non esistono amori di serie A e di serie B, ma l’Amore tout court. Personalmente non mi è mai piaciuto operare distinzioni fra eterosessuali, omosessuali, bisessuali, transessuali, ecc, perché credo fermamente che quando mi trovo dinanzi ad un individuo, una persona, il suo orientamento sessuale non mi debba riguardare. Solo una società bigotta, retriva, e moralmente malata può interessarsi della vita sessuale dei propri cittadini. Pertanto si colga l’occasione per dimostrare realmente al mondo, che l’essere umano debba essere tutelato sempre e ovunque al di là del proprio credo religioso, appartenenza sessuale, razziale, geografica, etc. Perché il razzismo, è sempre in agguato per annientare l’essenza primigenia dell’uomo. Come ci ricorda la Costituzione Italiana ogni uomo e uguale all’altro, e quindi la cosiddetta fratellanza evocata dagli spiriti religiosi non può annullarsi soltanto in base ai gusti sessuali che si manifestano. Mi auguro davvero che in un prossimo futuro nessun bambino possa conoscere più il significato di parole come omofobia, xenofobia, ed ogni altro epiteto sprezzante e razzista; perché ciò significherà che l’uomo avrà realmente compreso e attuato il rispetto della persona umana.
Dott. Cristian Porcino
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