mercoledì 4 marzo 2015

“Questa è la mia vita: il caso vuole” di Antonio Agosta

(“Questa è la mia vita: il caso vuole” di Antonio Agosta, Edizioni Libreria Croce, pp. 181, € 15,00).

Invece di istupidirsi con la lettura di cinquanta sfumature del nulla et similia, bisognerebbe lasciarsi trasportare da qualcosa di autentico e non artefatto come ad esempio il libro di Agosta. L’emotività, la cultura musicale e letteraria dell’autore dipingono con pennellate attente e fulminee l’universo di Gerry. Il protagonista si racconta alternando strofe delle canzoni di Renato Zero; un amico un po’ speciale che ha scandito momenti diversi della sua esistenza e di quella di Luisa, sua madre. Con una narrazione teatrale, ricca di pathos e di riflessioni sul significato del nostro destino, il secondo romanzo di Agosta cattura sin da subito. Gerry diventa un amico a cui non si può non prestare attenzione. È sicuramente troppo intelligente per non seguire i suoi ragionamenti, troppo dolce, e a tratti indifeso, per non affezionarsi a questo ragazzo così maturo nonostante la sua giovane età. La storia si dipana in un lasso di tempo che va dagli anni’70 fino ad oggi. Compiuti i suoi primi quarant'anni, prova a scrollarsi di dosso il senso d’inadeguatezza e d’apparente insensatezza che si cela dietro il significato dell’esistenza individuale. “Tutto accade quasi per caso. Oppure voluto da qualcuno o da una forza chiamata destino. La nostra storia ha un inizio e una fine intrinseca ai ricordi accumulati lungo la nostra esistenza. Gli stessi ricordi che, in un cielo grigio e piovoso, irrompono come raggi di sole”. Riuscirà Gerardo a spezzare le catene forgiate dal destino e a riappropriarsi della sua vita? Per saperlo non vi resta che leggerlo. Assolutamente consigliato.

Cristian Porcino


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