giovedì 11 dicembre 2014

Rassegna stampa romanzo “Un’altra vita” di Cristian Porcino



1) «Un’altra vita” Lulu Edition, pp. 124, è un bel romanzo di Cristian Porcino che tratta un tema importante per il nostro vivere sociale, quello della diversità. Lo fa con una scrittura sciolta e accattivante come è solito l’autore. (…) Un testo adatto anche ai ragazzi per far loro comprendere come la difficoltà di essere diversi nasca soprattutto da uno stato mentale inculcato dall’ educazione e dal retaggio» Maria Giovanna Farina (filosofa e scrittrice - "L'Accento di Socrate").

2) «Come prima cosa volevo complimentarmi con te per avermi regalato delle emozioni vere, sincere. Anche se non ci conosciamo posso assicurarti che difficilmente mi lascio contagiare e trasportare da un libro. Ho trovato il tuo romanzo davvero entusiasmante e coinvolgente sin dall’ inizio. Il protagonista di “Un’Altra vita” con il suo tipico atteggiamento da rivoluzionario silenzioso mi ha ricordato Holden Caulfield del capolavoro di Salinger. Grazie ancora per aver dato vita a Shlomo» Marco 57 (lettore).

3) «Cristian Porcino, filosofo e critico letterario, si cimenta col romanzo. Shlomo, protagonista di "Un'altra vita" (sempre per Lulu ma disponibile anche su Amazon), potrebbe rischiare la follia o, per reazione, trasformarsi in un violento fondamentalista. Il suo spirito, però, ha conservato un nucleo di spontaneità che lo previene da questi pericoli. E il suo carattere dolce non lo rende remissivo, ma curioso di esplorare se stesso e il mondo che lo circonda» Franco Vivaldi (giornalista).

4) «Potremmo invece, considerare “Un’altra vita” come un romanzo di formazione sentimentale, secondo la tradizione settecentesca inventata da Goethe e continuata da Sthendal e da Flaubert fino alla sua ultima ed eccentrica ripresa, quel geniale “Seminario sulla gioventù” di Busi che Porcino conosce perfettamente» Riccardo Di Salvo e Claudio Marchese (scrittori).

5) «Leggendo il primo romanzo di Cristian Porcino “Un’altra vita” ci si imbatte in una lettura piacevole, scorrevole ed entusiasmante. L’autore è una continua scoperta e in questo romanzo affronta con delicatezza e positività il tema della sessualità, dell’omofobia e della rinascita affettiva» Viviana Cosentino (giornalista).

6) «Il nuovo libro di Cristian Porcino “Un’altra vita” raccontala vita di Shlomo, un giovane ebreo ortodosso che dovrà fare i conti con la mentalità chiusa e bigotta dei propri genitori e della comunità in cui risiede (…) Porcino smaschera il voyerismo di facciata che sembra tanto arrovellare i perbenisti dell’ultima ora. (…) La narrazione prosegue con tanti episodi suggestivi e densi di liricità in una cornice scenografica accattivante come quella di New York City» Veronica Di Stefano (giornalista).

7) «Il romanzo si sviluppa con molto garbo, mettendo in evidenza l'ottima preparazione culturale dell'autore che accompagna i due protagonisti con occhio benevolo e cosciente della"svolta" che il mondo contemporaneo ha impresso alla vita di tutti gli omosessuali» Salvatore Scalisi (scrittore).

8) «“Diverso”. Aggettivo forse abusato, come sempre accade quando un argomento diventa di pubblico dominio. Ma regalatevi "Un'altra vita", breve ed emozionante romanzo di Cristian Porcino, e vi accorgerete che l'appellativo ci sta tutto. Cristian narra una storia autentica, semplice e al tempo stesso spiazzante. Oggi si sente tanto parlare di omosessualità, ma siamo davvero preparati ad accettare un figlio/a, fratello, amico gay o lesbica, soprattutto se abbiamo ricevuto un'educazione rigidamente religiosa? E noi, siamo in grado di accettarci, superando l'omofobia interiorizzata? È quanto accade a Shlomo, giovane ebreo ortodosso newyorchese, educato - programmato? - a perpetuare la tradizione paterna, a diventare un rabbino, sposare una donna adatta a lui, proliferare e mantenere una diversità che però, a differenza di quella che gli piove addosso, ha tutti i tratti d'una superba separazione dal resto della compagine umana. Scoprendosi omosessuale, Shlomo invece si trasforma in un diverso aperto al mondo, alle sue suggestioni, culture, credi. Rinasce e si ricrea, senza alcuna certezza preconfezionata, ma con l'unica, paradossale convinzione del dubbio come unica verità della vita. Un romanzo che pone domande più che fornire risposte: ed è questo il suo grande pregio. Siamo pronti a raccoglierne la sfida?» Franco Ferrari (lettore), dicembre 2014

9) «Un tema attuale e spiazzante come quello dell’omofobia dall’aspetto pregiudiziale per il culto religioso, romanzato e narrato con un racconto che ti coinvolge fino alla fine, “Un’altra vita”, scritto da Cristian Porcino, come avere una seconda pelle addosso all’insaputa da chi ti ha messo alla vita. Shlomo è il protagonista di questa storia ingarbugliata, un giovane ebreo ortodosso che vive nell’America bigotta dei giorni nostri la propria diversità, alla ricerca di un mondo tutto nuovo ancora da esplorare, lontano dalla cultura con cui è stato svezzato. Lui non è un cristiano, appartiene a quel popolo eletto da Dio. L’autore vuole calcare l’aspetto tradizionalista, quasi comandato dal tuo credo religioso, dell’amore tra un uomo e una donna come principio fondamentale del bene di vivere, mettendo in primo piano l’altra realtà dell’amore, quello a senso unico con persone dello stesso sesso. Shlomo all’età di 21 anni viene cacciato da casa perché confesserà quali sono le sue vere passioni, vivere accanto a un uomo e confrontarsi con il mondo esterno rompendo gli schemi imposti dalla società in cui vive. “Cittadino del nuovo millennio Shlomo non capiva perché amare una persona poteva essere considerato peccato. Voltaire: “I piaceri sensuali passano e svaniscono in un batter d’occhio”. Sfruttato l’altro al fine di compiacere se stesso. Non esiste una cultura gay così come non esiste una cultura etero”. Porcino non usa fronzoli o giochi di parole per mettere a nudo un problema che causa suicidi in tutto il mondo, perché la diversità è considerata come la malattia del secolo, quasi fosse la peste da evitare. Shlomo nella Grande Mela riscopre se stesso rivalutando le sue vere passioni e ridando sfogo al suo essere interiore per anni ghettizzato dall’immagine di un rabbino, Yona, questo è il suo nome, a capo di una congregazione religiosa che scruta la tua vita, e di un padre e una madre legati da un matrimonio forzato celebrato senza la propria volontà, come quello programmato e mai accaduto, tra Shlomo e Routh. Il romanzo come sempre è scritto bene e non lasciando nulla al caso.» Antonio Agosta (giornalista), pubblicato su "Generazione web", ottobre 2015.

(Il libro è in vendita su www.amazon.it e su www.lulu.com. Cliccate a destra nell’area corrispondente alla cover del libro e sarete indirizzati al link per l’acquisto).