“Sotto le stelle di un film” di Pupi Avati per Il Margine Editore è una sorta di dizionario dell’anima del cineasta emiliano. Pupi Avati è uno dei pochi registi italiani ad avere inventato un filone cinematografico in grado di identificare i suoi lavori. Così se per i film di Federico Fellini si discute del tocco felliniano, per le opere di Pupi si può parlare del tocco avatiano del racconto cinematografico. In questo libro Avati si confessa a cuore aperto ad un pubblico che nel bene e nel male non è mai rimasto indifferente alle sue opere. Per quanto mi riguarda, ricordo con grande piacere alcuni suoi film come “La casa dalla finestre che ridono” (1976), un vero cult movie che ha condizionato il genere horror europeo; per non parlare dell’ottimo quanto raffinato “L’arcano incantatore” (1995); dove l’autore affronta tematiche esoteriche e religiose con grande sapienza. “I cavalieri che fecero l’impresa” (2000) fu un film coraggioso ma poco compreso e apprezzato dalla critica. Pupi Avati è stato e continua ancora ad essere il regista italiano più stimato all’estero. I suoi film non possedendo sterili etichette e non trattando quasi mai la stessa tematica, riescono a contagiare un pubblico davvero trasversale. Pupi Avati è autore di tutti i suoi soggetti che sono per l’appunto frutto dei suoi ricordi e della propria fantasia; ecco perché nell’insieme le sue opere filmografiche risultano originali. Il legame del regista con la religione cattolica lo si può in parte percepire se si guardano pellicole del calibro di “Magnificat” ( 1992) o il già citato “L’Arcano incantatore”. Il mistero ha sempre affascinato il giovane Pupi, che abbandonerà persino il posto di lavoro presso lo stabilimento Findus per iniziare una potenziale carriera come regista a Roma. L’impresa riuscì grazie al proprio talento e all’affetto e alla costanza della madre Ines; inoltre Pupi durante la sua attività ha sempre lavorato in simbiosi con il fratello Antonio. Quest’ultimo lo ha sempre affiancato nella produzione e nella realizzazione dei propri film. Difatti questo prolifico e ben collaudato duo, ha prodotto all’incirca un film all’anno; e proprio in questi giorni si è appreso che Pupi Avati inizierà a girare a breve la sua nuova pellicola: “Il figlio più piccolo”. Nel cast dovrebbero figurare Christian De Sica, Luca Zingaretti e Laura Morante. Consiglio pertanto la lettura di questo libro soprattutto per la sincerità e liricità che Avati dimostra nel tratteggiare episodi vissuti o soltanto immaginati, ma ben saldi nella sua memoria. Un libro di ricordi sincero e quasi masi tedioso o patetico.
Cristian Porcino