“Il vangelo della Maddalena” di David Niall Wilson per Gargoyle Edizioni è un romanzo surreale e innovativo, incentrato sulla figura evangelica di Maria di Magdala. Povera donna quest’ultima, poiché qualora sia realmente esistita è stata bistrattata un po’ da tutti; a cominciare dagli evangelisti ufficiali che la ritrassero come una puttana; fino ad arrivare a Wilson che la descrive come una creatura luciferina nonché vampira. Wilson racconta una sorta di vangelo scritto in prima persona proprio da Maria Maddalena per spiegarci, l’infinito amore che Gesù nutriva per ogni creatura in cerca di pace e speranza. Scorrendo le note biografiche dello scrittore americano possiamo capire forse, il perché di determinate riflessioni. L’ aver frequentato il seminario, ed esserne uscito con una cocente delusione; lo si riscontra anche nel finale del libro. Il romanzo è molto coinvolgente lo si legge con piacere; anche se a partire dal capitolo cinque la storia prende una piega un po’ troppo paradossale e in certi momenti (pochi a dire il vero), perde il suo ritmo, la sua linfa vitale. La prosa di Wilson è davvero eccellente, romantica, vigorosa e accattivante. Questa poesia descrittiva però viene sprecata nell’incedere verso situazioni che richiamano alla mente i romanzi di Anne Rice; e come ricordato nella prefazione da Francesco Dimitri, inscrivono il presente libro nella categoria «popcorn e vangelo». Filone a cui appartengono anche le opere di Dan Brown “Angeli e demoni” e “Il codice da Vinci” pubblicate successivamente all’opera di Wilson che vide la luce negli Usa nel 1999. Resta il fatto che “Il vangelo della Maddalena” segnerà una sorta di apripista a racconti dello stesso genere; pensiamo a quanto scritto da Jeffrey Archer e Francis Moloney ne “Il vangelo secondo Giuda” (2007). In entrambi i volumi, ci si rifà ad un ipotetico testo apocrifo scritto da Giuda o dal figlio Beniamino. Wilson è autore di un romanzo atipico, visto che ci troviamo dinanzi non ad un horror ma ad un vero dark fantasy molto audace e ispirato. Scrivere anche in chiave fantastica di Gesù ed immergere la sua figura in una storia vampiresca dimostra o la scelleratezza del suo autore; oppure una totale passione per quanto raccontato dalla religione cristiana nei suoi testi basilari. Nel 1929 David Herbert Lawrence nel racconto “L’uomo che era morto”, pur non citando mai il nome del Cristo si riferiva chiaramente alla sua persona. Lawrence parlava di un uomo risorto dalla morte che conoscerà una sacerdotessa di Iside con cui vivrà per il resto della sua vita. Ritornando al libro di Wilson, bisogna accostarsi a questo testo con una mentalità aperta e non bigotta, perché la storia non ha alcun intento blasfemo. Trovo certamente più irriverente e dissacrante l’appropriazione indebita delle parole di Gesù compiuta dai suoi cosiddetti “vicari terreni”, piuttosto che alcune affermazioni scritte da Wilson. “Il vangelo della Maddalena” non ha le pretese ideologiche e letterarie di un piccolo capolavoro come quello di Lawrence, ma certamente, non lascerà scontenti gli amanti del genere. Faccio notare che il Publisher’s Weekly ha definito questa storia la più originale saga dei vampiri degli ultimi anni. Infine desidero segnalare l’ottima traduzione realizzata da Salvatore Proietti.
Cristian Porcino