venerdì 1 maggio 2009

“Siamo tutte delle gran bugiarde – Conversazioni con Paolo Poli” di Giovanni Pannacci


“Siamo tutte delle gran bugiarde – Conversazioni con Paolo Poli” di Giovanni Pannacci per Giulio Perrone Editore, raccoglie una lunga intervista a Paolo Poli, l’attore più geniale ed istrionico d’Italia. Il giornalista Pannacci cerca attraverso un dialogo fitto ed informale di carpire a Poli, il segreto del suo estro e quella capacità di fare teatro anche solo attraverso la mimica facciale, o alzando semplicemente un sopracciglio. Ho avuto modo di vedere dal vivo molti anni fa Paolo Poli e ricordo di essermi entusiasmato moltissimo. In questo libro Poli, che non ha mai fatto mistero della sua proverbiale sincerità, ci accompagna dentro gran parte della sua vita. Si inizia dalla scoperta della sessualità grazie ad un libro "porcellone" fino a giungere alla laurea in lingua francese. Dalle prime supplenze nelle scuole alle prime esperienze teatrali, fino al racconto degli incontri con personaggi come Pasolini, Moravia, Fellini, Zeffirelli, Palazzeschi, etc. In effetti le parodie, il travestimento sul palco lo hanno reso molto popolare, ma allo stesso tempo è stato tenuto d’occhio da una certa classe politica perbenista e bigotta che censurò il suo spettacolo teatrale su Rita da Cascia. Nelle pagine del libro il poliedrico attore ci parla un po’ di tutto; dalla televisione odierna alla letteratura che, a suo parere, è in profondo letargo. Paolo Poli artista unico grazie alle sue performance elargite al pubblico, ha dimostrato la propria libertà raziocinante in diverse occasioni. Attraverso il suo candore disarmante non si può che convenire con lo stesso quando sostiene che: “Quando siamo giovani il sangue ribolle, da vecchi ristagna. Però bisogna continuare ad amare quello che si è amato da giovani”. Difatti Poli non ha perso lo smalto di un tempo; sul palco è sempre vispo e trascinate, carismatico ed esilarante, pungente e tenero quanto basta. Assistere ad un suo spettacolo significa prendere parte ad una lezione di storia del teatro. Inoltre in queste confessioni non vi sono finti sentimentalismi, oppure vendette trasversali nei confronti di chi non lo ha saputo apprezzare. Il dialogo con Pannacci non è privo di insidie e di trappole che il lungimirante Poli sa tendere al suo interlocutore. Frecciatine ed esilaranti battutine mettono alla prova anche il grado di attenzione del lettore, rendendo di conseguenza questo libro una testimonianza piuttosto unica. L’originale attore fiorentino celebra i suoi ottant’anni con uno scoppiettante libro di confessioni intellettualmente stimolanti senza fronzoli, e soprattutto senza riverenze verso coloro che si prostrano a baciare le sacre tiare: “Il vero sovrano d’Italia chi è, se non il Papa?”
Immagino con quale espressione ha accolto la nomina a Grande ufficiale della Repubblica. Proprio lui che si definisce “una gran bugiarda” riceve un'alta onorificenza per il proprio talento nel “mettere le frange alla realtà, perché l’immaginazione prolunga la vita”.
Ed è proprio grazie alla nostra immaginazione se riusciamo a trovare un po' di conforto alle tante brutture del mondo circostante.


Cristian Porcino