venerdì 18 dicembre 2020

Le parole fanno male!

Ho sempre sostenuto che ogni forma di violenza e di prevaricazione nei confronti di qualcuno che non è in grado di difendersi deve essere fermata immediatamente. Spesso ci soffermiamo sui gesti e non pensiamo quasi mai al peso delle parole. Una frase o una battuta possono ghettizzare e ferire più di uno schiaffo. Mettere alla gogna qualcuno significa bullizzarlo e quindi violentarlo nell’anima. Se vogliamo estirpare il bullismo e il cyberbullismo dobbiamo iniziare a fare una riflessione seria sul linguaggio e i mezzi che utilizziamo continuamente. Come consigliato dal XIV Dalai Lama dobbiamo seguire le 3 R e cioè: “Rispetto per te stesso. Rispetto per gli altri. Responsabilità per le tue azioni”. I miei studenti sanno che in classe applico una tolleranza zero per i fenomeni di bullismo e proprio per questo anche quest’anno ho portato in aula il dibattito sulla tossicità delle parole ed ho cercato di avvicinarli alla comunicazione non violenta. Lo psicologo statunitense Marshall Rosenberg aveva già individuato negli anni‘60 che dietro molti casi di violenza verbale si nascondono spesso alcuni traumi legati al modo in cui siamo stati trattati in passato. Il nostro compito deve essere proprio quello di modificare sostanzialmente le frequenze negative ricevute e trasformarle in vibrazioni empatiche. Le parole, come recita il titolo di un libro di Rosenberg, possono essere finestre oppure muri. Considerato che su questo argomento mi sono già espresso abbondantemente in diversi libri e articoli cedo volentieri la parola ad alcune mie allieve e allievi del CIRS di Misterbianco. La loro maturità e sensibilità mi ha profondamente colpito. Ecco alcune delle loro opinioni. 

 - Giuseppe C. 2C «Essere prima bambini e poi adolescenti è il periodo più bello della nostra vita. Purtroppo non capisco perché rimaniamo talvolta così infantili e ignoranti contro altre persone. La parola è un diritto di tutti e qualsiasi persona al mondo ha il diritto di esprimere la propria opinione o una sua riflessione su un argomento senza essere insultata. Essere bulli, secondo me, vuol dire sentirsi superiore a chi ci sta intorno. Il bullismo non si vede solamente se si insulta o si picchia e quant'altro, ma lo si può notare anche nei piccoli gesti. Il bullismo ha varie forme e ultimamente la più nota è il cyberbullismo dove, per esempio, una ragazza viene semplicemente attaccata con parole offensive soltanto perché ha postato su un social una sua foto in costume da bagno mentre magari si trovava in spiaggia. La vita è bella e bisogna sorridere senza pensare al giudizio di altre persone perché evidentemente questi bulli sono solo persone invidiose che non sanno proprio godersi nulla». 

 - Mario 2C «Le frasi che diciamo alle persone possono ferire abbastanza. Non sempre quando proviamo a scusarci riusciamo a far tornare tutto alla normalità. Non tutte le persone ferite reagiscono allo stesso modo. Possono arrabbiarsi oppure accettare normalmente le nostre scuse, ma chi è stato offeso anche se ha accolto le nostre scuse rimane sempre un po’ offeso dentro e tutto non ritorna come prima. Forse prima di dire qualcosa di offensivo bisogna pensarci bene perché una frase può sembrare scherzosa per noi ma non per quella data persona e il nostro rapporto non sarà mai più lo stesso».
- Mariagrazia 1B «Secondo me il bullismo è qualcosa di molto brutto perché molte persone deboli non riescono a rispondere e di conseguenza si fanno criticare senza reagire e pensano subito al suicidio. Ogni persona può scegliere chi deve essere e cosa vuole diventare nella vita ma questo non deve passare attraverso le offese ad altre persone». 

- Giusy 1B «Il peso delle parole è un argomento molto serio e delicato e riguarda soprattutto gli adolescenti. Ci sono molte forme di violenze verbali: omofobia, razzismo e bullismo. Io credo che una persona deve prima di tutto sentirsi bene con se stessa e soprattutto deve fare attenzione a come si usano le parole. Con le nostre parole possiamo ferire una persona e portarla a compiere anche dei gesti estremi per la ferita provocata (ovviamente mi riferisco al suicidio). Una persona può anche non esserti simpatica, ma la cattiveria gratuita tenetevela per voi. In tal modo non ferirete persone fragili e sensibili. Non è grande chi ha bisogno di farti sentire piccolo». 

 - Martina 1A «Per me le parole hanno un peso perché esistono modi e modi per dire le cose e spesso usiamo quelli più crudeli». 

 - Sara 1A «Le parole feriscono ed hanno necessariamente un peso» 

- Gioele 1A «Le parole che diciamo hanno un peso e non esistono differenze se le pronunciamo nella vita di tutti i giorni oppure se le scriviamo in internet o sui social network»

 - Martina D. 1C «Secondo me tutti noi dobbiamo riflettere tanto prima di parlare. Spesso feriamo qualcuno anche senza volerlo, dicendo parole inappropriate. Non ci accorgiamo che le parole fanno male».

 Cristian Porcino

 ® Riproduzione riservata