La vita è una bella scommessa. Inutile negarlo.
Il 31 dicembre del 2019 nessuno di noi poteva immaginarsi un
2020 così nefasto. Il Coronavirus ha cambiato le nostre abitudini e
ha limitato drasticamente i nostri contatti fisici. Paradossalmente
ogni fine anno giochiamo d’azzardo con il destino scommettendo su
un nuovo cavallo vincente in grado di esaudire ogni nostro sogno.
Tale scommessa si rivela però quasi sempre deludente e non
all’altezza delle nostre aspettative. Proprio per tale motivo non
mi azzardo nemmeno a fare una previsione per il 2021 o ad augurare i
soliti e alquanto patetici auguri che circolano con regolarità ogni
capodanno. Mi preme invece invitarvi a riscoprire il valore della
gratitudine, e soprattutto vi invito a non smettere mai di sperare in
un futuro migliore. Tale speranza si concretizzerà soltanto se ci
ricorderemo del principio di reciprocità teorizzato da Kant. Non
dimentichiamoci mai la formula che regola le nostre esistenze: Io+Te
= Noi. Ripeto spesso ai miei allievi che non esiste nessun futuro se
non lavoriamo insieme per il bene comune. Come ha affermato Barack
Obama: “O impareremo a convivere, a cooperare e a riconoscere la
dignità degli altri o soccomberemo". Il Covid-19 ci ha
risvegliato bruscamente dall’apatia morale che regola
quotidianamente le nostre esistenze. In pochi mesi ci siamo accorti
che la presenza e i gesti di affetto di chi amiamo non sono qualcosa
di scontato ma una conquista quotidiana. L’abitudine è nemica
della felicità. “Molti dei problemi che affrontiamo oggi
riguardano uno squilibrio nel modo in cui sviluppiamo il cuore e la
mente. Troppo spesso l'enfasi è rivolta allo sviluppo di un cervello
potente nonostante il fatto che come esseri umani abbiamo il
potenziale per sviluppare cordialità. Il buon senso ci dice che
possiamo essere felici, anche poveri, se siamo anche calorosi, mentre
essere benestanti ed egocentrici ci lascia infelici” Dalai Lama.
Vi
porgo quindi i miei auguri attraverso i versi di una canzone di Bruce
Springsteen che ci ricordano il valore del tocco umano e l’importanza
dei rapporti interpersonali: “Non sto cercando preghiere o pietà/
non sono venuto alla ricerca di un sostegno voglio soltanto qualcuno
con cui parlare/ e un po’ di quel tocco umano solo un po’ di
quella umanità Non c’è pietà sulle strade di questa città/
niente manna a piovere dal cielo nessuno che trasformi questo sangue
in vino/ siamo solamente tu ed io questa notte / dimmi, in un mondo
senza pietà/ pensi che sia troppo quello che chiedo? Voglio
solamente qualcosa a cui attaccarmi/ e un po’ di quel tocco umano
solo un po’ di quella umanità”(Human Touch).
Cristian Porcino
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