venerdì 8 gennaio 2021

Angelo Scandura, addio al poeta e amico

 


Non riesco a credere alla tua prematura dipartita. Te ne sei andato in silenzio e senza clamori. Ci siamo conosciuti anni fa e ci siamo scambiati pareri, opinioni e consigli. Ricordo gli incontri e le lunghe telefonate. La tua ipocondria ti rendeva così vulnerabile ma sempre così altamente poetico e vitale. Eri un vulcano di idee e detestavi i lacchè e gli abusivi del mestiere. Mi avevi detto con amarezza e disincanto di avere ancora tante liriche nel cassetto ma di non volerle pubblicare. Il mondo editoriale ti aveva deluso. Ricordo alcune tue poesie inedite e in particolar modo la toccante Alla madre di tutte le guerre. Per assurdi e inspiegabili giochi del destino da qualche anno ci eravamo persi di vista, ma posso assicurarti che resterai per sempre nei miei pensieri. Hai scritto la prefazione del mio libro americano e mi sei stato d’aiuto con le tue riflessioni. Definivi la nostra frequentazione "un’amicizia poetica". Temevi la morte e cercavi di rendere immortale la vita attraverso i tuoi versi così originali. Anche Alda Merini lo aveva notato e lo aveva scritto nella presentazione del tuo libro Il bersaglio e il silenzio. Il filosofo Manlio Sgalambro sosteneva invece che i tuoi versi tendevano all’insostituibile ed aveva ampiamente ragione. Addio Angelo, ultimo poeta. 

Cristian

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