“Il passeggero occidentale” di Miro Silvera edito da Ponte alle Grazie è un romanzo che narra le avventure di viaggio di un giovane alla ricerca di sé attraverso il mondo.
Miro Silvera già autore del toccante “I giardini dell’Eden”, tratteggia in queste pagine un personaggio affascinante che non è portatore di odio o di vendetta ma che sa scorgere il lato più nascosto di ogni individuo. La ricerca del padre che non ha mai conosciuto diventa un mero pretesto per intraprendere un cammino che lo condurrà alla scoperta della propria esistenza. Nato a Boston, cresciuto dopo la morte della madre con i nonni freddi e distaccati, deciderà di visitare paesi e città come Marrakech, Casablanca, Alessandria d’Egitto, Tel Aviv, Beirut, Mosca etc., in un susseguirsi di eventi di rara intensità. Il protagonista che in un primo momento si trova abbastanza confuso a causa dei suoi due amori; il primo per Amanda e il secondo per un uomo di nome Abdy saprà, al suo rientro, fare chiarezza sui propri sentimenti. Questo novello Ulisse che si spinge oltre le frontiere della banale quotidianità, ha anch’egli una Penelope che lo aspetterà per il suo rientro in patria. La sua origine ebraica e quel dio-padre che sente sempre vicino lo indirizzeranno alla rivelazione di quell’ immi ruah che si nasconde dietro le apparenze. Silvera denuncia apertamente, fra le pagine de “Il passeggero occidentale”, lo scandalo della prostituzione minorile e il turismo sessuale con una veridicità disarmante.
Il testo è molto interessante, spirituale, e con grandi rimandi filosofici. Il viaggio è stato spesso utilizzato dagli scrittori come metafora per descrivere la reale scoperta del microcosmo che si nasconde dentro noi. Ognuno di noi è un viandante sulle vie dell'infinito. Come diceva Charles Baudelaire nel suo “I fiori del male”:
“Là non c'è nulla che non sia beltà,ordine e lusso, calma e voluttà.”
L'autore ha dato vita ad un romanzo di grande impatto emotivo e soprattutto in grado di regalare al lettore una vera pace interiore.
“Tutto è deviazione e scarto, inciampo e salto nel vuoto. Le carte geografiche sono dentro di noi e non lo sappiamo. Ma le percorriamo da ciechi”.
Da leggere assolutamente.
Miro Silvera già autore del toccante “I giardini dell’Eden”, tratteggia in queste pagine un personaggio affascinante che non è portatore di odio o di vendetta ma che sa scorgere il lato più nascosto di ogni individuo. La ricerca del padre che non ha mai conosciuto diventa un mero pretesto per intraprendere un cammino che lo condurrà alla scoperta della propria esistenza. Nato a Boston, cresciuto dopo la morte della madre con i nonni freddi e distaccati, deciderà di visitare paesi e città come Marrakech, Casablanca, Alessandria d’Egitto, Tel Aviv, Beirut, Mosca etc., in un susseguirsi di eventi di rara intensità. Il protagonista che in un primo momento si trova abbastanza confuso a causa dei suoi due amori; il primo per Amanda e il secondo per un uomo di nome Abdy saprà, al suo rientro, fare chiarezza sui propri sentimenti. Questo novello Ulisse che si spinge oltre le frontiere della banale quotidianità, ha anch’egli una Penelope che lo aspetterà per il suo rientro in patria. La sua origine ebraica e quel dio-padre che sente sempre vicino lo indirizzeranno alla rivelazione di quell’ immi ruah che si nasconde dietro le apparenze. Silvera denuncia apertamente, fra le pagine de “Il passeggero occidentale”, lo scandalo della prostituzione minorile e il turismo sessuale con una veridicità disarmante.
Il testo è molto interessante, spirituale, e con grandi rimandi filosofici. Il viaggio è stato spesso utilizzato dagli scrittori come metafora per descrivere la reale scoperta del microcosmo che si nasconde dentro noi. Ognuno di noi è un viandante sulle vie dell'infinito. Come diceva Charles Baudelaire nel suo “I fiori del male”:
“Là non c'è nulla che non sia beltà,ordine e lusso, calma e voluttà.”
L'autore ha dato vita ad un romanzo di grande impatto emotivo e soprattutto in grado di regalare al lettore una vera pace interiore.
“Tutto è deviazione e scarto, inciampo e salto nel vuoto. Le carte geografiche sono dentro di noi e non lo sappiamo. Ma le percorriamo da ciechi”.
Da leggere assolutamente.
Cristian Porcino