«Chi è il filosofo?
Il filosofo è colui che si interroga incessantemente sui quesiti della vita per amore della conoscenza.
Chi è il poeta?
Il poeta è colui che mentre si interroga sui quesiti della vita, mette per iscritto i suoi pensieri sottoforma di versi.
Quando un filosofo si mette a scrivere poesie non può che uscirne qualcosa di interessante, originale e unico.
Il giorno in cui ho ricevuto “Quel che resta di niente” e sfogliandolo ho capito che si trattava di un libro di poesie, sono rimasta molto meravigliata. Il precedente libro dell’autore dal titolo “Sulle tracce dell’altrove”, che ho avuto il piacere di leggere e recensire, è un saggio e perciò credevo che lo fosse anche la sua ultima opera.
In realtà i due libri si combinano e compenetrano; “Quel che resta di niente” è la naturale conclusione de “Sulle tracce dell’altrove” e forse (a detta dell’autore stesso) è anche il suo ultimo libro ( al momento ne ha all’attivo ben 28) ma io mi auguro che non sia così!
Di che cosa parlano le poesie contenute in “Quel che resta di niente”?
Le tematiche sono diverse, certamente vertono sulle esperienze, le sensazioni, le suggestioni personali dell’autore, ma è molto facile rispecchiarsi in molte di esse.
Ovviamente il niente che dà il titolo all’opera, ricorre in molte poesie, ma c’è spazio anche per l’amore e per il desiderio pulsante, per l’estasi di anime gemelle che si sono riconosciute e trovate.
In alcune, come “Desio”, l’autore affronta le tre forme platoniche dell’amore: Eros, l’amore fisico, Aghapè, l’amore spirituale e Philia l’amore sentimentale.
Si legge anche il dolore in alcune poesie, si evince il rammarico dell’autore per non essere stato capace in passato, di accettare se stesso e di cogliere l’amore.
Ma infine è la voglia di rinascita e di riscatto a prevalere.
Le ultime pagine sono dedicate a delle riflessioni sottoforma di testo con rimandi, tra gli altri, a Dante, ad Andersen, alla Bella e la bestia e a Philip Roth.
Credo che Cristian A. Porcino Ferrara abbia utilizzato la poesia con molta intelligenza, attingendo al suo bagaglio umano e culturale.»
(Serena Bufano)
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