mercoledì 10 maggio 2017

"Riccardin dal ciuffo" di Amélie Nothomb


("Riccardin dal ciuffo" di Amélie Nothomb, Voland, pp. 119, € 15,00).

Premetto che adoro i libri di Amélie Nothomb e la considero una delle scrittrici più valide nel panorama letterario internazionale, ma Riccardin dal ciuffo non mi ha convinto del tutto. Nothomb ha riscritto in chiave contemporanea la fiaba omonima di Perrault pubblicata nel 1697. Nella prima parte del testo si avverte un ritmo incalzante che viene inspiegabilmente attenuato nella seconda parte dove si nota, ahimè, una certa stanchezza narrativa. In verità il libro si legge con gran trasporto emotivo e la mia ammirazione per l'autrice mi spinge, forse, ad essere fin troppo critico nei confronti della sua ultima fatica letteraria. Il volume si rivolge al mondo adolescenziale e alla crudeltà presente nei giudizi dei più giovani. Il pregiudizio, l'ossessione per i canoni estetici, il bullismo e le relazioni sentimentali sono parte integrante di questa fiaba nothombiana. L'esempio di Deodato e di Altea ci insegna che per ogni ipotetico "mostro" esiste, da qualche parte nel mondo, uno spasimante pronto ad attenderlo e accoglierlo.
Scrive Amélie Nothomb: "La sofferenza e l'ingiustizia sono sempre esistite. Con le migliori intenzioni, quelle di cui è lastricato l'Inferno, l'età moderna ha prodotto atroci pomate verbali che, al posto di curare, estendono la superficie del male e creano un'irritazione permanente sulla pelle dell'infortunato".
In definitiva un libro che invita a riflettere sull'essenza delle cose, e a rigettare la massificazione culturale composta da stereotipi e opinioni convenzionali.
Assolutamente consigliato.

Cristian Porcino


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