giovedì 13 agosto 2015

Intorno a un libro su Renato Zero

Non sono una sorcina o fan propriamente detta, ma Renato ha attraversato momenti fondamentali della mia vita. La prima immagine che ho catturato di lui, intorno ai dieci anni, era quella d'un uomo già maturo: col dito sulla bocca, lo sguardo sornione e ironico di chi la sa lunga... Ma che sembrava soprattutto rivolto a me e mi dicesse: ti leggo. Nemmeno io riuscivo a distogliere il mio e mi accorsi che quegli occhi erano contornati da un filo di trucco e le unghie sulle dita più lunghe rispetto a quelle degli altri uomini. Non sapevo se per vezzo o per chissà cos'altro. Mio padre possedeva alcuni suoi dischi e mi raccontò che il giorno della mia nascita alla radio avevano trasmesso "Il cielo". Questo primo ricordo riaffiorò quand'ero sedicenne e cominciai ad appassionarmi a certe figure camaleontiche, vintage, glam, da Marc Bolan a Lou Reed a David Bowie, Freddie Mercury ecc. La mia amica Lorena mi fece ascoltare Ziggy Stardust e mi venne automatico associarlo a Renato! Sono quindi stata molto contenta di ritrovare tutti questi passaggi e atmosfere nel libro di Daniela e Cristian, mi sono serviti per contestualizzare meglio la sua figura dato che per ragioni anagrafiche non ho potuto viverli. Poi leggendo ho scoperto che Renato ha sofferto di quest'identificazione con l'artista inglese, ma per me non si trattava di un imitatore (anche perché, ripeto, avevo scoperto prima lui) quanto semmai della versione italiana di una corrente di pensiero e di vita. Mi appassionai tanto a quel personaggio dai pantaloni a zampa d'elefante e dai lunghi capelli neri. Io e Lorena arrivammo al punto di truccarci come lui! Anzi io invidiavo un po' la mia amica perché coi suoi tratti calabresi e scuri riusciva a somigliargli molto di più. Successivamente fui colpita da un video di Renato, giovanissimo e bello, Loredana e Mia. Mi diedero un'impressione di autenticità. Interpretavano una scenetta in cui cercavano una scrittura da parte di un impresario e Renato cercava di "prostituirsi" musicalmente pur di ottenere un ingaggio... Che poi in un gustoso passaggio del libro pare sia successa una cosa molto simile con Aragozzini! Diverso tempo dopo Renato tornò a bussare alla mia vita, in un momento di sconforto. Mi ero appena dichiarata alla mia famiglia e mio padre non accettava così facilmente la mia omosessualità. Allora ripensai a una frase de "Il cielo" che diceva "Un altro figlio nasce e non lo vuoi" e mi sentivo indesiderata, un uccello morto nel cuore. Sentivo di averlo deluso come figlia. Ma questa sensazione svanì presto sempre grazie a Renato... insomma a un'altra sua canzone, cioè "Santa Giovanna" che mi fece conoscere un'altra amica e invitava a vivere come si è... La terza invece viene analizzata nella seconda parte del libro cioè "Cercami". Avevo partecipato al Pride di Roma e come brano trainante era stato scelto "Gino e l'Alfetta" di Daniele Silvestri. Ma subito dopo parti' "Cercami" e tutti ci commuovemmo e l'ascoltammo in un silenzio quasi religioso. Quel pezzo infonde un grande ottimismo, una grande speranza nel futuro, una grande fiducia. Edificante, sì, nel senso migliore. Non conosco ancora tutti i brani e forse non è nemmeno importante, ma anche grazie alla lettura appassionante di questo saggio-romanzo ho avuto la conferma dell'immenso karma di Renato... di cui ho scoperto pure le debolezze e i limiti umani, ma mi ha convinta, a me appassionata di astrologia, a studiargli il tema natale... In futuro forse lo pubblicherò. Un abbraccio a tutti/e e grazie per avermi fatto scoprire questo bel libro.
(Aly A.)

"Chiedi di lui" di Daniela Tuscano e Cristian Porcino, pp. 178, Ed. Lulu, 2014. Il libro è in vendita su amazon