(“L’officina di Nostradamus. Il futuro inventato delle Profezie” di Paolo Cortesi, Carocci, pp. 183, € 17,00).
Solitamente c’imbattiamo in ciò che cerchiamo, e di conseguenza chi legge le quartine di Nostradamus proietta su di esse spiegazioni e risultati che soddisfano già le proprie aspettative. Il saggio di Paolo Cortesi ci svela il ritratto di un uomo che era uno scrittore, forse un poeta ma non certamente un profeta. Scrive l’autore: “Riconoscere le fonti culturali delle Profezie non è un atto di irriverente scetticismo, è ridare a Nostradamus una credibilità e una dignità intellettuale che la mitologia ha cancellato”. Infatti l’opera di Cortesi intende ristabilire chiarezza su una figura diventata ormai pressoché leggendaria. Non esistono profeti, santi o maghi in grado di predire il futuro, ma solo uomini che utilizzano la loro fantasia per immaginare i tempi che verranno. Come affermava il filosofo Karl Popper: “Il futuro è molto aperto, e dipende da noi, da noi tutti. Dipende da ciò che voi e io e molti altri uomini fanno e faranno, oggi, domani e dopodomani. E quello che noi facciamo e faremo dipende a sua volta dal nostro pensiero e dai nostri desideri, dalle nostre speranze e dai nostri timori. Dipende da come vediamo il mondo e da come valutiamo le possibilità del futuro che sono aperte”.
In definitiva un libro assolutamente consigliato.
Cristian Porcino
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