mercoledì 2 settembre 2015

“Paese senza cappello” di Dany Laferrière


(“Paese senza cappello” di Dany Laferrière, Nottetempo, pp. 265, € 16,20).

Dany Laferrière, in un mix di ricordi personali e fantasiose metafore, racconta il suo ritorno ad Haiti dopo esser fuggito all’età di ventitré anni. ‘Vecchio osso’ osserva con attenzione critica l'intrecciarsi dei riti vudù al cattolicesimo. Si imbatte in persone ritenute zombie e accetta di buon grado di viaggiare nel paese senza cappello (l'aldilà per gli haitiani). La superstizione popolare lo spinge ad addentrarsi in un fitto sottobosco di teorie che lo faranno ricongiungere alle tradizioni della propria terra di origine. L'amore della madre e della zia, l'affetto degli amici, vecchie infatuazioni amorose, la riscoperta degli odori e sapori agevoleranno il suo ritorno. Forse i veri morti sono coloro che non sanno vivere il proprio presente e non ricordano il loro passato. Chi non accetta di cambiare e non si ribella ai soprusi. Chi accetta di lavorare come un automa senza pensarsi ed avvertirsi come un essere umano; oppure chi rifiuta le tradizioni che ha respirato sin da piccolo. Non dimentichiamo che a causa della dittatura dei Duvalier l'autore fu costretto a fuggire da Port-au- Prince per stabilirsi a Montréal. Il romanzo di Laferriére affascina perché con il suo stile fresco e accattivante riesce a descrivere il ritorno di un novello Ulisse nella propria Itaca. «Non sono stato laggiù per imparare qualcosa. Sono stato laggiù per stare in un posto diverso da questo. E ora, sono venuto via da laggiù per stare in un posto diverso da quello…».
Assolutamente consigliato.

Cristian Porcino


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