giovedì 24 febbraio 2011

Chiesa e preti pedofili: tra restaurazione ed autoritarismo si rimpiange Papa Giovanni


di Moreno D'Angelo
pubblicato su "Nuova Società" il 23/02/2011 alle ore 16:32

Cristian Porcino è uno scrittore siciliano. Laureato in filosofia, ha pubblicato diversi lavori che spaziano dai tributi a cantautori italiani e star della musica internazionale come Madonna e Michael Jackson, a temi filosofico-politici, affrontati con una notevole dose di aggressività, come nel caso dell'ultimo suo libro dall'eloquente titolo “La Chiesa è nuda”. Un testo che affronta e documenta in modo impietoso, ma senza valutazioni aprioristicamente preconcette, lo scandalo dei preti pedofili sfociando in dettagli ed aneddoti storici sui cosiddetti “segreti vaticani”. Il testo, molto agile, comprende diverse testimonianze.


Con i papi lei non è per nulla tenero, in particolare con Ratzinger definito “il grande inquisitore”, mentre vi è grande stima verso Papa Giovanni, protagonista del concilio Vaticano II.

«Vero. Io credo che la fede per essere tale non necessiti di gesti plateali o di beatificazioni di massa, come è accaduto fino a qualche anno fa. Io rispetto l’operato di Ratzinger ma bisogna guardare alle azioni di un pontefice con grande criticità; anche se ogni papa si definisce non fallibile e quindi intoccabile. Penso comunque che la semplicità e la grande intuizione di papa Roncalli abbia lasciato un bellissimo ricordo negli animi dei fedeli».

Il Papa ha chiesto scusa, anche se con grande ritardo. Cosa dovrebbe ancora fare la Chiesa?

«Infatti al papa non restava che scusarsi, ma in verità gli scandali risalgano addirittura a pontificati precedenti al suo. Ciò che la Chiesa dovrebbe fare è smettere di poggiare il proprio insegnamento su una tradizione scricchiolante e non consona ai tempi. Sicuramente meno rigidità e più spiritualità donerebbero al cattolicesimo una nuova linfa vitale».

Sul fronte delle aperture su preti sposati, ruolo della donna e questioni etiche, la Chiesa pare ferma o fa timidi passi. Teologi come Vito Mancuso hanno messo in grande risalto la necessità di cambiamenti anche sul piano dei fondamenti sacramentali e dogmi. Sono molti che si sono documentati sulle vere origini di alcuni sacramenti e vangeli.

«La Chiesa rimane ancorata a dei principi che si fondano su una lunga tradizione secolare. Il tentativo di rinnovamento conciliare voluto da Giovanni XXIII è stato in parte tradito. Tutto è ritornato in mano del pontefice romano, e alla comunità cattolica non è rimasto altro che obbedire in silenzio».


Il tema degli abusi dei sacerdoti non sembra che abbia creato grandi problemi nella credibilità della Chiesa in Italia. È piuttosto preoccupante il sostanziale disinteresse che le nuove generazioni mostrano rispetto ai precetti del Vaticano?

«È vero. La Chiesa cattolica ha uno zoccolo duro di fedeli di età media compresa fra i 70 e gli 80 anni. Le vecchie generazioni sono molto più predisposte a tollerare ed a chiudere un occhio, mentre i giovani sono sempre più attenti e meno passivi ai fallimenti istituzionali delle gerarchie vaticane. Dopotutto se si dimostra una certa indifferenza nei confronti della religione è un po’ colpa della Chiesa».

Secondo lei quali processi di innovazione dovrebbe attuare prioritariamente la Chiesa per riprendere forza specie tra le giovani generazioni?

«Io credo che la Chiesa dovrebbe comprendere che l’insegnamento di Gesù era rivolto ad ogni persona dotata di buon senso. Nelle sue parole non vi furono mai condanne di alcun tipo sulla sessualità e il modo di amare i propri simili. Il papa deve ritornare ad ascoltare il popolo, frequentarlo e rinnovare la sua missione. Certamente meno ricchezze e più trasparenza aiuterebbe coloro i quali non vedono le loro azioni in modo del tutto spirituali».

Le difficoltà della Chiesa di Roma coincidono con un momento in cui si riscontra un grande bisogno di spiritualità con un boom di psicosette e fenomeni new age più disparati.

«Il mondo circostante è scosso da episodi di inaudita violenza e ferocia. In quei gesti e dinanzi a così tanto dolore è quasi legittimo dubitare dell’esistenza di Dio. Chi è mentalmente più debole può rimanere accecato dai miraggi millantati da queste nuove psicosette. Ciò che più dispiace è che molte di queste siano di stampo cristiano-cattolico».

Per lei la Chiesa continuerà a perdere il suo ruolo sostanziale diventando solo un riferimento tradizionale-identitario o sono in vista dei cambiamenti?

«I cambiamenti sono sempre in atto, ma perché questi divengano visibili bisognerà attendere un bel po’ di anni. Vi erano delle buone possibilità con il pontificato di Albino Luciani, però purtroppo le sue radici non sono attecchite completamente. I cambiamenti certamente non avverranno con questo pontificato e forse nemmeno con quello successivo».

Resta impressionante il ruolo e l'incidenza politica dei vescovi nel nostro paese e non solo su questioni etiche. Basta vedere il ruolo che assume nelle scuole e della sanità privata. Un fatto che non ha pari in paesi come la Francia e nel resto d'Europa.

«L’Italia è totalmente coinvolta negli umori e nelle decisioni della Santa sede. Nonostante quanto sancito dalla nostra costituzione la Chiesa nelle questioni politiche interne interviene troppo spesso. Non dimentichiamoci che, dopo i patti lateranensi, il governo Craxi riconfermò molte di quelle clausole e siamo rimasti immobili. Soprattutto adesso che si festeggiano i 150 anni dell’unità d’Italia non bisogna dimenticare che all’epoca dei fatti il papa era fermamente contrario a questa unificazione; non vedo quindi perché coinvolgere adesso nelle celebrazioni del 17 marzo le istituzioni ecclesiastiche».

Tutto questo non cancella il ruolo nobile di molti sacerdoti che sono promotori di iniziative assistenziali e di vere e proprie missioni di forte impatto sociale.

«Non ho mai generalizzato; quando parliamo di Chiesa intendiamo il ruolo delle alte gerarchie vaticane. Conosco l’opera di evangelizzazione di moltissimi sacerdoti che sono un vero punto di riferimento per i più giovani. Penso infatti ai missionari o ai salesiani che operano nei quartieri più a rischio delle periferie d’Italia».

Che ruolo dovrebbe avere la Chiesa? Cosa dovrebbe diventare? Non sembra strano che mentre il boom di cattolici si riscontra in Sud America ed in altri paesi del terzo mondo i vertici della Chiesa siano di paesi protestanti?

«La Chiesa protestante, e più precisamente la Comunità Valdese, ha dato dei validi contributi filosofico teologici che nella Chiesa cattolica stentano ancora ad arrivare. Sicuramente una rilettura dei testi sacri contestualizzati nel periodo storico in cui furono scritti agevolerebbe molto le decisioni in campo etico-sessuale. Citando l’illustre cardinale Carlo Maria Martini “Un tempo avevo sogni sulla Chiesa. Una Chiesa che procede per la sua strada in povertà e umiltà, una Chiesa che non dipende dai poteri di questo mondo. Sognavo una Chiesa giovane. Oggi non ho più di questi sogni”».

La Chiesa è riformabile? Lo spazio per i teologi del dissenso sembra sempre più limitato.

«I margini per un rinnovamento ci sarebbero ma il papa e i suoi cardinali non ammettono un dialogo con i teologi. Coloro i quali desiderano discutere con il pontefice in materia di fede vengono bollati come voci dissidenti e sovversive. Il dialogo e la fede è in mano solamente del pontefice romano. La sua parola è legge. Chi non la pensa in questo modo è invitato cortesemente ad uscire dalla comunità, si pensi al caso del teologo Matthew Fox. Prima forse le voci fuori dal coro venivano arse sul rogo, oggi si cerca di screditarle con ogni mezzo».

Fonte: http://www.nuovasocieta.it/interviste/11741-chiesa-e-preti-pedofili-tra-restaurazione-ed-autoritarismo-si-rimpiange-papa-giovanni.html