domenica 13 settembre 2009

“Elisabetta II” di Richard Newbury


“Elisabetta II” di Richard Newbury per Boroli Editore è la biografia della regina Elisabetta II d’Inghilterra. Newbury con uno stile narrativo compenetrante e affascinante accompagna il lettore dentro la vita della sovrana più nota e più importante dell’intero pianeta. Ad aprire questo libro troviamo la prefazione del giornalista Antonio Caprarica che scrive: “Questo libro di Richard Newbury è prezioso anche per questo: con la cura dell’entomologo e la passione dello storico, Newbury aiuta a decifrare i pochi indizi che Elisabetta lascia cadere. E ce li descrive con il puntiglio del cronista, al quale certo non difetta la caratteristica nazionale: il sense of humor”.
Naturalmente il libro ricostruisce gli anni dell’infanzia di Elizabeth, l’ascesa al trono nel febbraio del 1952, fino a giungere ai giorni nostri. L’autore non tralascia di raccontare anche gli scandali che hanno attraversato la seconda era elisabettiana; la prima infatti la si deve a Elisabetta I Tudor figlia del re Enrico VIII che regnò dal 1558 al 1603. Il giornalista inglese ci racconta di Edoardo di Windsor che fu costretto ad abdicare in favore del fratello per la sua storia d’amore con Wallie Simpson, del matrimonio di Carlo con Diana e dell’amore del principe per Camilla, etc. Il libro a mio avviso è molto interessante, perché analizza la figura della sovrana sia da una prospettiva storica che personale. Unica pecca del testo in questione è la totale arbitrarietà dell’autore nel descrivere in toni decisamente negativi la defunta Lady Diana. In certi punti Newbury tralascia il suo ruolo di cronista per emettere giudizi estremamente personali e discutibili sull’ ex moglie di Carlo. Quest’ultimo futuro erede al trono viene descritto come un uomo colto, raffinato ed insicuro, e a cui negli anni, è mancato l’affetto della propria madre. In un passo Newbury scrive: “ Se Elisabetta II vivrà quanto sua madre il principe Carlo potrebbe morire prima di lei”. Per il resto la lettura scorre velocemente e si rimane colpiti per la quantità non indifferente di particolari sconosciuti al pubblico, che Newbury ha saputo costruire con grande serietà e professionalità. Da leggere assolutamente.


Cristian Porcino