domenica 25 maggio 2025

Noi siamo gli altri


 

Il libro Sulle tracce dell'altrove di Cristian A. Porcino Ferrara, pubblicato nel 2023, è un'opera che intreccia autobiografia, filosofia, critica sociale e riflessione culturale. Con una prosa intensa e personale, l'autore esplora temi profondi come l'identità, l'alterità, l'omofobia, la violenza di genere e il potere educativo dell'arte. 

Porcino Ferrara affronta le responsabilità della religione nel reprimere l'espressione dell'identità personale, citando figure come Origene, Montaigne, Paolo di Tarso, papa Wojtyla e papa Ratzinger. Analizza come la religione possa influenzare negativamente l'adolescenza, privando i giovani dei momenti cruciali dei primi amori e infatuazioni.  

Inoltre l'autore rende omaggio a personalità che hanno segnato la sua formazione, come Franco Battiato e il filosofo Manlio Sgalambro, con cui ha avuto un rapporto di stima reciproca.  Attraverso l'analisi di canzoni e film, come L'Attimo Fuggente, Chiamami col tuo nome, e brani di artisti come Barbra Streisand, Raffaella Carrà, Elton John, Calum Scott, Jimmy Somerville e Judy Garland, Porcino Ferrara riflette sull'impatto culturale e personale di queste opere.  

Peraltro il libro affronta anche il tema della violenza di genere, ricordando figure femminili come Artemisia Gentileschi, Rosa Parks, Eunice Newton Foote e Ruth Bader Ginsburg.  Inoltre, rende tributo a vittime dell'omofobia come Matthew Shepard e Bayard Rustin, evidenziando le ingiustizie subite a causa della loro identità sessuale. 

Una delle caratteristiche distintive del libro è la sua capacità di fondere esperienze personali con riferimenti culturali e filosofici, creando un dialogo tra l'autore e il lettore. Porcino Ferrara utilizza la sua esperienza di insegnante e filosofo per offrire una riflessione profonda sull'importanza dell'empatia, del rispetto e dell'accettazione dell'altro. 

Il libro è stato presentato in diverse occasioni, come durante la rassegna "Culturalmente Malnate", dove l'autore ha discusso i temi trattati insieme a scrittori, psicologi e il pubblico presente.  

Con 102 pagine, Sulle tracce dell'altrove è un'opera intensa che invita alla riflessione e al confronto, offrendo uno sguardo lucido e personale su tematiche attuali e universali.


(V. G)


Il libro è in vendita su  Amazon

lunedì 19 maggio 2025

Leone XIV e la concezione di famiglia

 



Papa Leone XIV durante l'udienza al Corpo diplomatico presente in Vaticano ha detto che è responsabilità di chi governa investire sulla famiglia "fondata sull'unione stabile tra uomo e donna, 'società piccola ma vera, e anteriore a ogni civile società'". Quest'ultima è una citazione della Rerum Novarum del suo illustre predecessore Leone XIII. Evidentemente la concezione di famiglia di Robert Francis Prevost è identica alla concezione ampiamente diffusa nel 1891 (anno della pubblicazione dell'enciclica citata). Ora nessuno si aspetta da un pontefice una totale apertura alle unioni non tradizionali ma certamente nemmeno un ritorno al passato che è totalmente anacronistico e fuori dal tempo. È evidente che per Prevost noi non esistiamo e non possiamo costruire famiglie e a questo punto sorge un dubbio. Ieri ha affermato: "Sono stato scelto senza alcun merito e, con timore e tremore, vengo a voi come un fratello che vuole farsi servo della vostra fede e della vostra gioia, camminando con voi sulla via dell’amore di Dio, che ci vuole tutti uniti in un’unica famiglia". 

Come possiamo definirci membri di un'unica famiglia se al suo interno esiste chi ti ritiene invisibile e ti nega il diritto alla felicità?

Come ha ricordato la sociologa Chiara Saraceno a Left (19/12/2014) la famiglia naturale non esiste perché:

"La famiglia è una costruzione sociale, legale e normativa. Sono le norme che definiscono quali rapporti di sesso o di generazione sono familiari oppure no. E se noi guardiamo la famiglia da un punto di vista antropologico e storico, scopriamo che il modo in cui questo processo normativo è avvenuto è variato molto nel tempo e nello spazio".

Non abbiamo quindi certamente bisogno dell'approvazione più o meno benevola di un rappresentante religioso per esistere ed essere legittimati né tantomeno di carità selettiva.

Fortunatamente a bilanciare certe dichiarazioni è intervenuto il nostro caro e amato Presidente della Repubblica che ha compreso il dolore che si cela dietro l'indifferenza e la discriminazione. In occasione della giornata contro l'omofobia Sergio Mattarella ha detto: "Il tema della Giornata odierna - il potere delle comunità - richiama al valore del vivere insieme, con rispetto. Una comunità inclusiva sa di dover proteggere le differenze per costruire una società più giusta e più coesa, ampliando così la libertà di tutti".

Senza uguaglianza non c'è libertà.

© Cristian A. Porcino Ferrara

lunedì 21 aprile 2025

La scomparsa di Papa Francesco, testimone di Umanità



In molti lo avete attaccato in ogni occasione per ogni suo gesto di apertura verso gli altri. Lo avete denigrato, chiamato usurpatore, antipapa, sinistrorso, massone e preso in giro per le sue encicliche sociali. Da non credente l'ho sempre rispettato e criticato senza fargli sconti ma con la consapevolezza che il suo pontificato è riuscito a portare il sorriso e la pacificazione dopo anni di ratzingerismo opprimente che ha fatto male a molti di noi (in)visibili. Non sempre è riuscito in questa ardua impresa ma lo sforzo, rispetto ai predecessori, c'è stato. Eravamo e resteremo su molte questioni agli antipodi ma riconosco il merito delle sue azioni in favore di una inclusività maggiore per tutti dentro la Chiesa. Francesco ha mostrato il volto umano del Vangelo mostrandosi come uomo anziché come Capo supremo del cattolicesimo. Mi auguro che il suo esempio non verrà archiviato dal suo successore e che l'attenzione verso gli ultimi continuerà ad essere una prerogativa del prossimo pontefice. La Chiesa deve aprirsi a tutti e la strada che Bergoglio ha aperto deve continuare ad essere percorsa.

© Cristian A. Porcino Ferrara

sabato 5 aprile 2025

Violenza giovanile e Media

 




Negli ultimi tempi, la violenza giovanile è diventato un tema molto sentito per genitori, educatori e per tutta la comunità. Diverse ricerche hanno evidenziato un incremento dei comportamenti aggressivi nei ragazzi, e in molti si interrogano sulle possibili cause di questo fenomeno. Un aspetto da considerare attentamente è l'influenza dei media, in particolare delle serie tv. Queste ultime, spesso caratterizzate da trame coinvolgenti e personaggi affascinanti, possono avere un impatto notevole sulla percezione e l'accettazione della violenza. La visione giornaliera di programmi che raffigurano atti violenti come usuali o persino auspicabili può concorrere a desensibilizzare i ragazzi, e a raffigurare  la violenza come una soluzione valida per risolvere contrasti o frustrazioni. Inoltre, molte serie tv tendono a idealizzare comportamenti aggressivi, presentando protagonisti appartenenti a clan malavitosi o eversivi sotto una luce positiva. Questo potrebbe dar vita a un modello comportamentale che la Generazione Z potrebbe replicare, considerando la violenza un metodo efficace per risolvere le difficoltà. 



È fondamentale sottolineare che non tutte le serie tv hanno lo stesso impatto. Alcuni programmi affrontano la violenza in modo critico, mostrando le conseguenze negative delle azioni violente e promuovendo messaggi di empatia e risoluzione pacifica dei conflitti. Tuttavia, l'abbondanza di contenuti violenti nei media può rendere difficile la distinzione tra finzione e realtà. Come insegnante, osservo quotidianamente questa problematica. Gli studenti sono spesso nervosi e pronti a litigare in classe. Anche una semplice osservazione può diventare il  pretesto per scatenare in loro un conflitto. Questa rabbia trattenuta è un segnale di vulnerabilità emotiva e se non trova immediatamente sfogo, può dar vita a dei gesti disperati. Spesso noi adulti non riusciamo a capire i loro silenzi, e di conseguenza i più giovani si rifugiano in un mondo alternativo. (…) La piramide dei valori, con cui siamo cresciuti, si è ribaltata. Soldi e potere vanno ottenuti immediatamente, insieme alla notorietà sui social. Non importa il metodo. L'essenziale è mostrare, non essere! [...]  Bisogna anche promuovere e incentivare valide soluzioni e iniziative che favoriscano la collaborazione e il rispetto reciproco. In conclusione, la diffusione della violenza tra i giovani è un fenomeno complesso che richiede un approccio completo e multi generazionale. Le serie tv possono influenzare le percezioni e i comportamenti, ma con una guida appropriata e una comunicazione aperta, è possibile attenuare i loro effetti negativi e favorire una cultura meno conflittuale e più solidale.


© Cristian A. Porcino Ferrara

sabato 29 marzo 2025

Disarmiamo la stupidità e il pregiudizio!

 



Michela Murgia ha detto: «State attenti a come vi chiamano. State attenti alle parole che vi affibbiano perché ciascuna delle parole con cui ci definiscono, come donne, come omosessuali, come grassi, come magri, come alti, come bassi ... ogni volta che vi danno un'etichetta, una parola addosso, stanno dicendo in che rapporto di potere si sentono con voi». Murgia ha scritto spesso sul potere delle parole e sul loro significato più profondo. Per lei, le parole non sono solo strumenti di comunicazione, ma portatrici di emozioni, identità e relazioni. D'altra parte, Papa Francesco ha parlato recentemente del concetto di "disarmare le parole", suggerendo che le parole dovrebbero essere usate per promuovere la pace e la comprensione, anziché per alimentare conflitti o divisioni. Nel mio libro Sulle tracce dell'altrove ho riflettuto proprio sull'impatto nefasto delle parole nella nostra quotidianità. Dietro ogni termine o etichetta che attribuiamo agli altri c'è il dolore invisibile di chi subisce senza potersi difendere da un odio radicato anche nel linguaggio. Quindi se non conosci il mio vissuto, il mio dolore non ti consento di etichettarmi e di intrappolarmi in alcun modo in tuo costrutto mentale. Dall'ignoranza si può guarire ma dalla stupidità no!

Sulle tracce dell'altrove è in vendita su Amazon

domenica 16 marzo 2025

Comunicazione linguistica e dialetto



Esiste un legame molto stretto tra comunicazione linguistica e dialetto. I dialetti rappresentano forme di comunicazione che riflettono la cultura, la storia e l'identità di una comunità. In queste settimane ho lavorato in classe proprio su questa tematica attraverso lo studio di alcuni brani di scrittori siciliani come Verga, Martoglio, Camilleri etc., e proposto anche l'ascolto di canzoni come  A finestra di Carmen Consoli o Stranizza d'amuri di Franco Battiato. Inoltre ho utilizzato per l'occasione il numero 3608 di Topolino che contiene una storia in catanese. Questo ha risvegliato nelle mie allieve un notevole  entusiasmo. 

Lo studio del dialetto a scuola è considerato importante da molti esperti perché contribuisce a preservare l'identità culturale e linguistica degli studenti. Aiuta anche a sviluppare competenze linguistiche più ampie, poiché il dialetto può facilitare l'apprendimento della lingua nazionale. Inoltre, il dialetto può essere un mezzo per trasmettere tradizioni e valori locali. Tra gli studiosi a favore dello studio del dialetto ci sono linguisti e pedagogisti che sostengono l'importanza della diversità linguistica. Ad esempio Tullio De Mauro ha affermato: "Il dialetto è una lingua viva, che esprime la cultura e le tradizioni di un popolo". Graziella Favaro evidenzia come: "Il dialetto non è solo un modo di parlare, ma un modo di essere e di relazionarsi con gli altri." 

Spesso si riscontrano reticenze nello studio del dialetto a scuola perché lo si considera non un sistema linguistico ma una corruzione dell'italiano. Sì guarda al dialetto con supponenza e approccio snobistico. Lombardo Radice sottolineava la sua importanza nella formazione educativa dei discenti. Egli credeva che il dialetto fosse un elemento fondamentale per l'identità culturale e per la trasmissione di valori e conoscenze. Utilizzare il dialetto nell'educazione può quindi aiutare a rafforzare il legame con le proprie radici. I dialetti non sono solo varianti linguistiche, ma strumenti fondamentali per la comunicazione e l'espressione dell'identità di un gruppo di persone.


 © Cristian A. Porcino Ferrara

venerdì 14 marzo 2025

"Sulle tracce dell'altrove" e il cambiamento positivo



Sulle tracce dell'altrove di Cristian A. Porcino Ferrara  affronta temi mai così attuali e  inevitabili come l'omofobia, i diritti negati e la violenza di genere. Le sue pagine ripercorrono vite e testimonianze, sviscerando ingiustizie e  discriminazioni più o meno esplicite, guidandoci nell' immedesimazione in esperienze taciute o diluite nelle semplificazioni di massa di una società polarizzata nei conflitti e dai ritmi frenetici. Attraverso una narrazione coinvolgente, l'autore chiama a percepire e riflettere sugli effetti di piccole e grandi violenze e sull'importanza di riconoscere e difendere i diritti di tutti, indipendentemente dall'orientamento sessuale o dall'identità di genere. È un'opera che non solo informa, ma cerca anche di sensibilizzare e promuovere un cambiamento positivo.


Il libro è in vendita su Amazon