sabato 28 settembre 2019

“La donna brutta” di Eleonora Tarabella

(“La donna brutta. Vita e scrittura di Violette Leduc” di Eleonora Tarabella, Enciclopedia delle donne, pp. 437, € 19).

L’ultimo libro di Eleonora Tarabella restituisce dignità a una scrittrice fin troppo dimenticata ed emarginata, Violette Leduc. I romanzi di Leduc ci spingono a guardarci dentro e a fare i conti con le nostre imperfezioni. Violette dovette accettare ben presto di essere giudicata non per i suoi libri ma per il suo aspetto fisico. Simone de Beauvour nelle sue lettere allo scrittore americano Nelson Algren definì Violette come una "femme laide" cioè una donna brutta. Violette amò appassionatamente de Beauvoir ma questo sentimento non fu mai corrisposto dall’autrice de Il secondo sesso. Simone ammirava Violette e curò anche alcune opere di Leduc ma tale stima artistica non si tramutò mai in una relazione affettiva. Tuttavia il giudizio impietoso sul suo aspetto fisico e i traumi infantili portarono Leduc ad estremizzare i propri fantasmi interiori e a isolarsi dal resto della compagine umana. Stanca di essere percepita come brutta, bastarda e ribelle enfatizzò spesso i suoi comportamenti per provocare le reazioni dei passanti. La sua scrittura era autentica, a tratti spietata e sgradevole. L’amore incondizionato per la scrittura la spinse ad analizzare il proprio passato e i vari nodi irrisolti. Come scrive Tarabella nel libro: “Violette Leduc rimase sempre una collegiale, non guarì mai dalla sua infanzia né dai complessi adolescenziali sulla propria bruttezza e, nell’apprendere a fuggire gli uomini, avallò la supremazia del legame materno-filiale”. Il saggio di Tarabella è appassionante, suasivo e ricco di riferimenti storiografici.
In definitiva un libro che rompe il silenzio su una scrittrice di vero talento che ha rivendicato con orgoglio di non appartenere a nessuna categoria ma di essere fieramente e follemente se stessa. Da leggere assolutamente.

Cristian Porcino
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