domenica 16 aprile 2017

L'elzeviro del filosofo impertinente


Nel silenzio assordante dei media si consuma un nuovo olocausto. Quest'omocausto viene snobbato dai tg nostrani che ovviamente preferiscono occuparsi degli agnellini adottati, la vendita del Milan ai cinesi, le sfuriate di Morgan e l'isola dei famosi. Durante le celebrazioni pasquali nessuno si è focalizzato sulla tragedia che si compie da diverso tempo nei campi di concentramento ceceni. Le uniche voci fuori dal coro sono state quelle di Amnesty International e di alcune associazioni Lgbt. Questa indifferenza generale mi ripugna profondamente. Ormai abbiamo classificato l'umanità in diverse categorie. Ci sono quelli che vanno salvati a tutti i costi mentre altri possono anche morire, tanto chi se ne frega. È l'evoluzione, bellezza! L'alibi perfetto è far sempre finta di non sapere. L'umanità di questo secolo è diventata medaglia d'oro in questa disciplina olimpionica. Eppure oggi lo sappiamo quello che accade ad Argun ma nessuno di noi si batte per la libertà dei nostri simili. Non riusciamo più ad indignarci perché le emozioni vengono gestite dai mass media e non dalla nostra naturale empatia. C'è un televoto emotivo che ci spinge inconsciamente, e a seconda dei casi, ad accendere e spegnere la nostra sensibilità. Mai un'emozione spontanea! Se le persone vengono seviziate, uccise o torturate perché omosessuali meglio voltarsi dall'altra parte. In una canzone di qualche anno fa Renato Zero diceva: "Nella guerra dei numeri, che speranze hanno i deboli". Ecco, per un mondo che si indigna ad intermittenza un centinaio di persone rapite e torturate sono nulla (sic!). Di queste cento persone, in base al resoconto fornito dalla giornalista Elena Milashina, 50 sono già morte. Scarsi i commenti delle istituzioni italiane. Alcuni esponenti del PD e dei radicali si sono fatti sentire ma altre forze politiche preferiscono il silenzio più assoluto. In fondo la loro omofobia così radicata non disapprova tali crimini contro l'umanità. Ho apprezzato il messaggio pubblico dell'ex premier Matteo Renzi che ha scritto: "Le notizie che arrivano dalla Cecenia lasciano senza parole. Pensare che nel 2017 esistano dei campi di concentramento per uomini "dall'orientamento sessuale non tradizionale o sospetto" fa davvero rabbrividire. Non è un pesce d'aprile ma una drammatica realtà che ci colpisce profondamente.
La dignità e la libertà degli uomini, a prescindere dal proprio orientamento sessuale, non possono essere lese così per nessun motivo e in nessuna parte del mondo.
I campi di concentramento per gay ci riportano al nazismo: tutti dobbiamo far sentire la nostra protesta, il nostro sdegno
".
Non mi meravigliano le sue parole perché al di là degli steccati ideologici, e dalle simpatie (o antipatie) personali, Matteo Renzi è stato l'unico presidente del Consiglio a prodigarsi in Italia per l'approvazione di una legge sulle unioni civili.
Per il resto non ho sentito nessun altro parlare del dramma ceceno. Nemmeno i soliti porporati che mettono il becco in ogni faccenda umana. Tutti zitti e attenti a pregare l'immagine sacra che ricorda costantemente che tutti sono uguali e meritevoli di amore e rispetto. Evidentemente tutti tranne i gay. Una conclusione che sancisce l'involuzione della specie umana, altro che evoluzione mio caro Charles! Non ho sentito una sola parola sui perseguitati per orientamento sessuale. Nessuno si è prodigato per dar voce ad umani che subiscono il martirio sui loro corpi e il loro spirito. Ma a cosa serve la festa di Pasqua se poi il nostro cuore rimane impietrito e indifferente alle sofferenze di altri esseri umani? Non basta confessarsi, andare in Chiesa e fare una donazione per alleggerire la coscienza. Non basta essere gentili con le persone che conosciamo se poi non riteniamo giusto protestare per una palese violazione dei diritti basilari di ogni persona. I perseguitati e gli oppressi sono tutti, e sottolineo tutti, da tutelare e difendere senza distinzioni. Non si creano classifiche di merito sulla pelle dei sofferenti. Chi soffre merita rispetto, conforto e aiuto. Punto.
"La dichiarazione universale dei diritti dell’uomo si applica ai popoli di ogni paese, quale che sia il loro retaggio culturale, perché tutti gli esseri umani hanno una comune aspirazione alla libertà, all’uguaglianza e alla dignità. La democrazia e il rispetto dei diritti umani fondamentali sono importanti per gli africani e per gli asiatici come per gli europei e gli americani" (Dalai Lama). E la Cecenia non fa eccezione. Auspico dunque indagini ufficiali e immediate da chi per legge tutela i diritti umani. Basta con l'omertà, l'indifferenza e l'opportunismo politico. È giunta l'ora di aprirsi alla Verità.

Cristian Porcino

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