domenica 13 dicembre 2015

Rassegna stampa libro: “Chiedi di lui- Viaggio nell’universo musicale di Renato Zero” di Daniela Tuscano e Cristian Porcino


- «Decriptare una figura complessa come quella di Renato Zero non è mai stata un’impresa facile, e quelli che finora vi si sono cimentati hanno offerto contributi pressoché trascurabili (salvo rare eccezioni), talvolta pericolosamente fuorvianti (…) Lo sanno bene Daniela Tuscano (insegnante, scrittrice e blogger) e Cristian Porcino (filosofo, scrittore e critico letterario), coautori di Chiedi di lui, un saggio che finalmente rende giustizia, pagina dopo pagina, alla vera storia e alla vera sostanza del cantautore romano. Un’analisi schietta, puntuale, attenta, condotta dall’interno, vissuta, condivisa.» Amedit Magazine – Giugno 2014.


- «Quasi una bibbia dedicata al grande cantautore romano Renato Fiacchini, nome d’arte di Renato Zero, artista dall’aspetto eccentrico e dalla vita singolare, volta all’eccesso verso il suo pubblico che lo segue da anni. “Chiedi di lui-Viaggio nell’universo musicale di Renato Zero”, è il frutto della collaborazione fra due scrittori con la stessa passione per il grande Renato: Daniela Tuscano, insegnante, scrittrice e blogger, con Cristian Porcino, filosofo, scrittore e critico letterario (…) Un’opera saggistica scritta con una narrazione originale dalla stesura dinamica e incantevole. Un lungo percorso di quarant’anni di successi passati sotto i riflettori e davanti a tanti sorcini, ammiratori di ogni età, per percorrere insieme periodi storici irripetibili.» (Antonio Agosta) Generazione web, aprile 2015.


- «Definire saggio questo volume è piuttosto riduttivo: si legge infatti come un romanzo diviso in tre parti. La prima, composta da Daniela, ripercorre gli inizi della carriera del cantautore con una ricca aneddotica inframmezzata da ricordi personali e calata nel contesto sociale del tempo, vale a dire gli anni '70. Quelli del Renato trasgressivo e innovatore che l'autrice conosce molto bene e che ci fa vivere come un film, o forse un avventuroso documentario in bianco e nero. I colori li metteva Zero con le sue invenzioni […] Cristian Porcino si occupa dell'artista già affermato, che dopo il cono d'ombra degli anni Ottanta riemerge dalle proprie ceneri con fatica ma una rinnovata sicurezza di se'. Cristian pur presentandosi anch'egli in prima persona ha un taglio molto diverso da quello di Daniela ma questo invece di essere un limite, è un pregio, in quanto rende il testo molto più completo. Porcino mette in rilievo i legami tra i messaggi di Zero e quelli di alcuni filosofi contemporanei (in passato ha scritto un saggio in proposito)» (Fabio La Tosa) Musiccafe.forumfree.it, agosto 2014.


- «Come hanno sottolineato gli autori, l’opera non racconta solo la storia di uno dei maggiori artisti italiani ma dipinge anche l’epoca vissuta e modificata dal cantante stesso. Si tratta di un libro di cultura e non una semplice biografia musicale ma di un saggio che rende giustizia alla vera storia e alla sostanza del cantautore romano, con sullo sfondo gli anni Settanta» (M. Vas.) La provincia di Lecco, marzo 2015.


- «La ricerca del divino nella musica di Renato Zero" è stato il primo, interessante appuntamento dei pomeriggi culturali programmati dalla Comunità Episcopale "Gesù Buon Pastore" . Un momento di incontro con Daniela Tuscano, autrice - assieme a Cristian Porcino - del libro "Chiedi di lui", esplorazione nel cuore dell'universo musicale di Renato Zero […] La domanda sul senso della ricerca interiore nella musica di Zero, grazie alla variegata analisi di Daniela, ha trovato la giusta collocazione nella vicende biografiche dell'artista cresciuto nelle borgate romane, con una situazione di disagio iniziale, forse legata alla difficoltà ad esprimere un'identità di genere o, semplicemente, orientamento affettivo, ma con una reazione creativa e piena di dignità che ha portato Renato a “vivere” profondamente sé stesso, facendo del palcoscenico il suo rifugio, il luogo di maggiore autenticità e scavo interiore, a cominciare da quando, giovanissimo, calcava le scene del Piper di via Tagliamento. La sua storia interseca la rivoluzione il costume è nata dal Sessantotto che attraversa l'Occidente e, tardivamente, anche l'Italia. […] Nel corso degli interventi è emerso come quella di Renato Zero sia rimasta, o percepita, come una "rivoluzione a metà" poiché l'artista sembra essersi staccato, con silenzi e osservazioni/dichiarazioni pubbliche di tono piuttosto stridente con la sua storia, questo suo essere profondo. Questo è stato motivo di delusione per il mondo LGBT ma anche per alcuni sorcini e sorcine che hanno trovato nella musica di Renato Zero nonché nella spettacolarizzazione di certi valori e modi di essere, una fonte d'ispirazione ed un motivo di coraggio per vivere in modo più autentico la loro intimità. Una risposta si può comunque trovare nella parte redatta da Cristian Porcino, secondo cui, se tale mutamento è innegabile, resta vero che Renato non ha voluto rappresentare mai altri che sé stesso. D'altro lato, un aspetto non trascurabile di questo spostamento in senso più conservatore si ha anche nell'approccio alla tematica religiosa: presente da sempre, un tempo risultava più spontanea e piena di stimolanti interrogativi che adesso paiono aver ceduto il posto a una ortodossia senza repliche, fermo restando il valore filosofico d'un brano recente come "La vita è un dono".» (Madre Maria Vittoria Longhitano) Comunità "Gesù Buon Pastore”, marzo 2015.


- «"Chiedi di lui" - viaggio nell'universo musicale di Renato Zero - è un piccolo miracolo e un grande libro. Piccolo perché non è facile ottenere lusinghieri risultati di vendite per due autori poco conosciuti e non supportati da adeguato battage pubblicitario. Ma è accaduto. E, a distanza di quasi un anno, l'opera continua a destare interesse e curiosità. Grande perché "Chiedi di lui" affascina per la scrittura vivace, la completezza delle informazioni, l'originalità della narrazione.» (Emilio Bacchetta) Color Porpora, dicembre 2014.


- « “Chiedi di lui” diario appassionante e documentato che si legge come un romanzo e abbraccia tutta la carriera del cantante romano, dagli esordi agli ultimi tempi, ricco di testimonianze dirette di amici e fans.» (Giuseppe Scano) Compagni di strada, giugno 2014.


- «Nell'orbita di Zero, scorrono anni eccitanti, dolenti, perduti, imperdibili. Indispensabili. Daniela li racconta raccontandosi, e altro modo non c'era. Fogli di calendario che ancora volano dentro noi, con quell'accompagnamento che da musicale si fa vitale, bizzarro ma assai più denso di quanto certa critica spocchiosa avrebbe preteso; si può ben dire che, a lungo, Renato Zero puntellò i giorni traballanti di tanti, e a sua volta venne difeso da nessun altro se non un pubblico sempre più vasto, deciso e geneticamente modificato da lui. Credeteci, che è difficile rievocare tutto questo casino: Daniela ci è riuscita, e il suo libro è la colonna sonora di una colonna sonora. La seconda parte spetta a Cristian Porcino, che continua l'approccio personalistico ma alle prese con una stagione matura più ricca di superlativi che di magia.» (Massimo Del Papa) Babysnakes, maggio 2014.


- «Un lungo viaggio tra le parole e le note di una favola che continua a raccontarsi senza conoscere epilogo, ma anche un album di famiglia che Daniela Tuscano e Cristian Porcino ricostruiscono con precisione, lucidità e grande affetto. (…) Per chi apprezza Renato Zero, per chi è curioso e vuole saperne qualcosa in più e per chi continua a chiedersi come un artista, possa e sappia calcare la scena per quattro decenni continuando a entusiasmare un pubblico che mette insieme il quattordicenne e il settantenne.» (Fabio Maria Marongiu), febbraio 2014.


- «Daniela Tuscano, insegnante, blogger e scrittrice milanese, classe 1964. Cristian Porcino, filosofo, romanziere e autore di diversi saggi, di Catania, 33 anni. Cosa li accomuna? La passione per Renato Zero, naturalmente. Che li ha spinti a scrivere un libro («Chiedi di lui», ed. Lulu).» Sorriso di donna, maggio 2014.


- «Sorcino da tanto? Da poco? Dipende. Per alcuni sono solo agli inizi, data la mia età ancora giovane. Per me da sempre, visto che la zerofollia mi è stata trasmessa fin dalle fasce. Ma non smetto mai di cercare quello che non ho potuto vivere. E questa mia ricerca è stata esaudita da "Chiedi di lui, viaggio nell'universo musicale di Renato Zero" scritto da Daniela Tuscano e Cristian Porcino. Forse il miglior libro in circolazione su R. Z. (…) I due autori tentano di mostrare Renato per come è e non per come si desidera. Nel bene e nel male. Lo prova il fatto che non ci sono gossip che altri magari citerebbero, anche a sproposito, per affermare le loro tesi ma solo racconti e ricordi, documentati e puntuali. Questo per me è molto importante. E ciascuno si goda Renato!” (Domenico Della Maddalena, ottobre 2015.


- «Non sono una sorcina o fan propriamente detta, ma Renato ha attraversato momenti fondamentali della mia vita. La prima immagine che ho catturato di lui, intorno ai dieci anni, era quella d'un uomo già maturo: col dito sulla bocca, lo sguardo sornione e ironico di chi la sa lunga... Ma che sembrava soprattutto rivolto a me e mi dicesse: ti leggo. (…) Sono quindi stata molto contenta di ritrovare tutti questi passaggi e atmosfere nel libro di Daniela e Cristian, mi sono serviti per contestualizzare meglio la sua figura dato che per ragioni anagrafiche non ho potuto viverli.» (Aly A.), agosto 2015.


- «Un romanzo-verità su Renato Zero, che si fa apprezzare per la fluidità della scrittura e la ricchezza dei contenuti. (…) È un libro “per tutti” che soddisfa tutte le esigenze perché vi si ritrova il Renato degli esordi beat e pasoliniani (finalmente in modo appropriato, senza accostamenti fuori luogo ma con documentata puntualità) e quello del successo, prima scandaloso poi accettato, il periodo buio, la rinascita e la consacrazione degli ultimi anni.» (Renato Porcelli), Ulisse, novembre 2015.

Il libro è in vendita su: www.lulu.com e www.amazon.it

domenica 6 dicembre 2015

Sesso, spiritualità e ironia nei libri di Cristian A. Porcino Ferrara. Intervista al filosofo catanese

Due libri in un solo anno. “Pensiero Riflesso” è un saggio divulgativo che parla di filosofia con un’attenzione particolare rivolta verso tutti. Ironia, competenza e passione sono caratteristiche che si riscontrano nella lettura di questo testo definito dalla critica “gioioso”. Mentre in “Tutta colpa del whisky” Cristian A. Porcino Ferrara si affida ai versi poetici e alla prosa per aprire, come uno scrigno, il proprio cuore e intelletto al lettore. E ci riesce con una precisione chirurgica evidenziata dalla terminologia ben precisa e una sensibilità disarmante. Rivive in lui l’impeto di Novalis e la forza espressiva di Thoreau; il tutto sapientamente miscelato da una notevole verve linguistica. Ho incontrato l’autore per una piccola ma significativa chiacchierata su alcuni argomenti da lui sviluppati. L’appuntamento è fissato per le ore 10.00 di una freddosa mattinata novembrina. L’autore arriva con largo anticipo e di comune accordo decidiamo di conversare seduti su una panchina dell’ex monastero dei Benedettini, storica sede della facoltà di Lettere e Filosofia di Catania.

1) Nel capitolo “Filosofia e sessualità”, incluso nel libro “Pensiero Riflesso”, lei insiste sul lato spirituale di ogni essere umano e sulla mortificazione corporea operata dalle religioni. Può spiegarci questo concetto?

«L’uomo contemporaneo è malato di sesso. Non è più in grado di amare e di sperimentare i suoi sentimenti. Ne parla tanto, legge libri porno splatter, lo guarda nei canali preposti e ne fa, però, sempre meno. L’interesse si esaurisce in pochissimo tempo e, di fatto, svilisce la sua natura. Non siamo solo un corpo. Ciò che ho inteso descrivere nel libro consiste proprio nel delineare la liberalizzazione della nostra sessualità. Ciascuno di noi ha diritto di vivere la propria sessualità senza doverne rendere conto a nessun prete, rabbino, imam, monaco buddista, guru, asceta induista o altro pettegolo di turno. Tale liberazione dal condizionamento sessuale legato, in qualche modo, ai dogmi e precetti religiosi non ci ha reso, però, davvero liberi di sperimentarsi e accertarci. Non possiamo mortificare il corpo e le sue esigenze, ma non possiamo nemmeno ignorare le continue istanze del nostro spirito. Corpo e spirito non sono due entità separate. E in tutto questo non c’entra nulla la religione. La mia è una riflessione filosofica sulla sessualità e non un manuale di sessuologia.»

2) Lei in “Pensiero Riflesso” scrive di rifiutare il concetto di peccato. Perché?

«Io mi definisco un soggetto senza peccato perché non accetto l’idea inculcata dalle religioni di essere considerato a priori in errore. Mi sembra una banalizzazione dell’esistere. Ciò che taluni chiamano peccato io lo chiamo, invece, vivere. Si cade in errore e si impara anche da quello che abbiamo sbagliato, ma non esistono colpe che devono essere mondate da qualcuno. Soprattutto non esistono colpe commesse da personaggi mitologici e per di più tramandabili da una generazione all’altra. Sostenere questo è un po’ come pensare che quello che ci accade è colpa di Zeus, Voldemort o la strega Bacheca. Lascio ad altri il privilegio di avvertirsi continuamente come dei “poveri peccatori” da redimere.»


3) In “Tutta colpa del whisky” troviamo la poesia “O-DIO” . Lei sostiene che il termine italiano di odio include, in modo implicito, il lato negativo di ogni espressione religiosa. Perché?

«Esattamente. Nella parola odio è inteso lo stretto legame dell’essere umano con la divinità idealizzata. Attenzione parlo di costruzione ideologica e non del vero legame con la divinità in cui si crede. Tutte le religioni sono state create dagli esseri umani, e di conseguenza sono portatrici di conflitti e delusioni. Ovviamente tutto questo esula dalla concezione personale e individuale di Dio. Io la penso proprio come Albert Einstein. Davanti alle leggi ignote dell’intero universo tutti noi siamo proprio come quel bambino che entra in una biblioteca ricca di volumi scritti in lingue diverse. Si domanda chi ha redatto quei volumi ma non sa chi o perché. Il bambino sospetta che ci sia qualcosa o qualcuno dietro quell’ordine ma non sa decifrarlo o spiegarlo. Il mistero lo affascina e lo spinge alla continua ricerca del significato nascosto. Per quanto mi riguarda non ho ancora trovato tale traduttore universale e mi tengo strettamente privato il mio rapporto e la mia visione di Dio.»

4) Ma non crede che certi ideali religiosi possano essere strumentalizzati da interessi politici?

«Spesso religione e politica si sono rivelati due lati perfetti della stessa medaglia e questo lo aveva ben capito Baruch Spinoza. Però rimango affascinato da tutte le religioni perché in ciascuna confessione esiste il concetto di fondo di anelare al Bene supremo. Ben altro discorso è come lo si raggiunge e, per l’appunto, con quali mezzi. Da filosofo mi astengo dai giudizi di valore. Li lascio ai populisti che popolano i palinsesti televisivi. Mi preme sottolineare che le religioni, e i propri fedeli, dovrebbero frequentarsi di più e concentrarsi maggiormente su quello che li unisce e non solo su quello che li differenzia. Il Dalai Lama, ad esempio, ne ha sposato la causa.»

5) Su quest’ultimo punto mi ha fatto venire in mente il caso Oriana Fallaci da lei trattato in “Tutta colpa del whisky”. Sa che in questo periodo la Fallaci è stata citata nuovamente a sostegno delle tesi anti islamiche? Cosa ne pensa?

«Recentemente Marco Travaglio ha detto che Oriana Fallaci era una grande scrittrice ma una pessima giornalista perché aveva un rapporto soggettivo con la verità. Va bene, tuttavia Fallaci non è mica l’unica a trovarsi in queste condizioni. Almeno lei aveva un talento indiscutibile da narratrice, laddove in tv e nelle redazioni dei giornali si vedono, invece, molti pennivendoli di dubbio talento. Chi cita Oriana Fallaci quasi sicuramente non ha letto le opere della scrittrice fiorentina e ha distorto, volutamente, il pensiero. Dietro certe sue affermazioni non c’è solamente rabbia ma soprattutto scarsa conoscenza della materia trattata. Affermare che ogni musulmano è un terrorista è come dire che ogni cattolico è un pedofilo perché certi preti e cardinali si sono macchiati di tale abominio. Inutile tirare fuori dal cassetto il versetto coranico detto della spada. Anche nella Bibbia troviamo frasi durissime e fraintendibili. Si veda Esodo 21:24-27 oppure Levitico 24:19-20. Chi uccide in nome di Dio è un criminale, punto. Non importa la confessione religiosa dell’assassino o degli assassini. Restano criminali a prescindere dal loro credo. Come ci ricorda costantemente papa Francesco non si può uccidere per conto di Dio. Chi crede in una divinità deve essere testimone di pace. Fortunamente il cattolicesimo ha in Bergoglio non solo un punto di riferimento solido, bensì un vero pellegrino di Pace e di Speranza che si spende quotidianamente per la fratellanza universale. Come vede questo papa è riuscito a conquistare anche un laico come me.»
(A. Milazzo)
Pubblicata su “Vivereoggi"- novembre 2015

Per acquistare “Pensiero Riflesso”: http://www.amazon.it/Pensiero-Riflesso-Filosofia-Porcino-Ferrara/dp/132613969X/ref=sr_1_1?s=books&ie=UTF8&qid=1421567090&sr=1-1&keywords=porcino+ferrara
Per “Tutta colpa del whisky”: http://www.amazon.it/Tutta-whisky-Cristian-Porcino-Ferrara/dp/1326274139/ref=sr_1_1?s=books&ie=UTF8&qid=1434013845&sr=1-1&keywords=cristian+porcino

mercoledì 2 dicembre 2015

“Sono socievole fino all’eccesso” di Ugo Cornia


(“Sono socievole fino all’eccesso” di Ugo Cornia, Marcos Y Marcos, pp. 174, € 15,00).

Ho incontrato Michel Eyquem de Montaigne in giovane età. Sin dall’adolescenza le sue meravigliose perle di saggezza hanno stimolato il mio interesse filosofico. Il libro di Ugo Cornia racconta la vita atipica del filosofo francese con passione e precisione. Montaigne, fra una colica e l’altra, ha descritto l’animo umano e le sue sovrastrutture. È stato un attento osservatore del reale, diffidente nei confronti dei medici, ma soprattutto un viaggiatore curioso e critico. Ha appuntato nei suoi diari, in modo quasi maniacale, ogni evento capitatogli. Per questo “Sono socievole fino all’eccesso” è una buona occasione per accostarsi alla biografia e al pensiero di un filosofo sempre alla ricerca del vero senso della vita.
“Guardate in voi, conoscetevi, conformatevi a voi stessi; il vostro spirito e la vostra volontà che sprecate altrove, riportateli dentro di voi; altrimenti vi sperpererete, vi disperderete; chiudetevi in voi, puntellatevi; altrimenti vi tradirete, vi consumerete inutilmente, rinuncerete a voi stessi”.
In definitiva un libro assolutamente consigliato.

Cristian Porcino


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martedì 1 dicembre 2015

Rassegna stampa libro “6 Canzoni contro l’omofobia e la violenza sulle donne” di Cristian Porcino


- «“6 canzoni contro l’omofobia e la violenza sulle donne” è il titolo del libro di Cristian Porcino. Che rapporto corre tra violenza sulle donne e omofobia? Apparentemente sembrano temi lontani e non correlati, in realtà se riflettiamo ci accorgiamo del fatto che i due argomenti hanno in comune la violenza. La prevaricazione maschile è violenza sul femminile, l’omofobia è violenza sul diverso (considerato diverso da chi non accetta il confronto con l’altro perché non etero). Un ragionamento importante da affrontare con i giovani e nelle scuole per una cultura dell’accoglimento, l’autore attraverso lo studio di 6 canzoni di artisti come Elton John, Madonna, Lady Gaga, Renato Zero, Mia Martini e i Pooh invita ad una riflessione e prepara un progetto da avviare nelle scuole» (Maria Giovanna Farina – filosofa e scrittrice).


- Curiosando su amazon ho scoperto il libro “6 Canzoni contro l’omofobia e la violenza sulle donne”. Libri che trattano queste piaghe sociali sono ben pochi e solitamente scritti con una terminologia accademica, diciamo per addetti ai lavori. Porcino, invece, utilizza un linguaggio diretto, colto ma non ridondante. Io non ho fatto l’università e mi sono fermata al diploma. Purtroppo a quei tempi restare incinta in giovane età non permetteva grandi avanzamenti culturali e lavorativi alle donne della mia generazione. Però non ho mai smesso di leggere e documentarmi. Ho così appreso tante curiosità seminate nelle canzoni spiegate nel libro e ascoltate per tanti anni con troppa leggerezza e quindi non capite fino in fondo. Non avevo mai compreso Madonna e le sue canzoni; la consideravo solo una provocatrice. Mentre scopro, con sorpresa e interesse, la sua battaglia in favore dell’emancipazione delle donne. Utili gli aneddoti storici racchiusi nei brevi excursus che aprono il volume. Così come ho apprezzato il progetto educativo ideato dall’autore per essere attuato nelle scuole italiane. Mi permetto quindi di consigliare questo volume che “ha il pregio delle grandi opere….è appassionante, suasiva e agile ma al tempo stesso dura e corposa” come scrive Daniela Tuscano nella Prefazione. I nostri figli, specialmente i figli maschi, devono crescere con la consapevolezza che gli stereotipi e i pregiudizi offendono la loro intelligenza. Soprattutto quel machismo imperante che deve essere definitivamente estirpato dalla nostra cultura» Ada Romano (lettrice).


- «L'autore (che mostra, come nelle sue precedenti opere, un'estesa conoscenza in campo filosofico, storico, psicologico e musicale) decide volontariamente di non soffermarsi su una sterile trattazione degli argomenti proposti, ma coglie anche l'occasione per esporre il suo pensiero e la sua ferma denuncia su ciò che degrada l'intelletto e il vivere umano quali il pregiudizio, la discriminazione, la sopraffazione nei confronti del prossimo ritenuto "diverso"; regalando, alla saggistica italiana un lavoro estremamente completo (…) Ecco quindi che il Dott. Porcino inizia la sua opera citando testi ed episodi biblici e storici (dando anche consigli preziosi su quale sia il giusto approccio alla lettura della Bibbia per permettere una presa di coscienza sana delle tematiche sociali/religiose descritte nel testo sacro dei Cristiani), nella piena e forte volontà di scardinare il pregiudizio sulle donne e l'omosessualità (che purtroppo sfocia spesso in violenza), prendendo per mano la mente e l'anima del lettore in un cammino a piccole tappe fatto di presa di coscienza delle tematiche, il sorgere di importanti quesiti, la risposta a tali quesiti e una nuova presa di coscienza questa volta più matura e consapevole. Ottima la selezione dei pezzi di musica leggera scelti dal Dott. Porcino che con intelligenti accostamenti passa da Madonna a Mia Martini, da Lady Gaga a Renato Zero passando da Elton John e i Pooh, e quasi come fosse un pretesto quello di richiamare i concetti di "universalità" e "uguaglianza" della musica (…)"6 canzoni contro l'omofobia e la violenza sulle donne" è educazione vera, un approccio ed insegnamento completo su tematiche scottanti di cui tutti abbiamo indistintamente bisogno per colmare le nostre lacune che forse, prima di leggere questa opera, pensavamo arrogantemente di non avere» Andrea Amendolagine (critico musicale).

Il libro è in vendita su amazon

domenica 22 novembre 2015

“Io e Topo Gigio” di Maria Perego


(“Io e Topo Gigio. Vita artistica e privata di una donna straordinaria” di Maria Perego, Marsilio Editori, pp. 285, € 18,50).

Topo Gigio, il beniamino della mia infanzia, si racconta attraverso la voce della sua geniale creatrice: Maria Perego. I ragazzi di oggi sono abituati a ben altri standard qualitativi, e non possono lontanamente immaginare il rimpianto che si nutre per personaggi come Gigio. La sua candida quanto proverbiale timidezza lo rendeva, in qualche modo, inadeguato a vivere in una società di furbetti. Ai nostri occhi, però, appariva come un esserino talmente adorabile da volerlo adottare. Così Maria Perego narra della sua vita privata per arrivare alla costruzione di Topo Gigio; un compagno inseparabile che con lei ha vissuto in giro per il mondo successi, onori e anche dolori. “In Topo Gigio il conflitto è dato dalla tensione tra il significato di marionetta e quello di personaggio reale, per la qualità e la libertà del suo movimento. Di lui infatti si dice: «Sembra quasi vero» ed è quel «quasi» che stupisce, incanta e lo fa amare, tanto da ammetterlo nel mondo degli show per adulti”. In definitiva un libro da leggere assolutamente.

Cristian Porcino


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giovedì 19 novembre 2015

“Storia di un cane che insegnò a un bambino la fedeltà” di Luis Sepúlveda


(“Storia di un cane che insegnò a un bambino la fedeltà” di Luis Sepúlveda, Guanda, pp. 97, € 10,00).

Luis Sepúlveda non delude mai le aspettative dei suoi lettori. La riflessione etica sulla fedeltà e il rispetto per ogni essere vivente che sta intorno a noi è qui spiegata in modo davvero magistrale. Aufman è un cane lupo cresciuto con gli insegnamenti della Gente della Terra, i Mapuche. Aukamañ è il suo fratello umano da cui è stato brutalmente separato. Per scoprire il resto della storia non vi resta che leggere questo meraviglioso racconto dello scrittore cileno. La fedeltà è un legame che non si comprende con le parole ma con il sentimento. Proprio come il linguaggio d’intesa fra umani e animali. Il libro è illustrato da Simona Mulazzani. Assolutamente consigliato.

Cristian Porcino


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domenica 8 novembre 2015

“Ermafroditi” di Luca Scarlini


(“Ermafroditi” di Luca Scarlini, Carocci, pp. 120, € 12,00).

Luca Scarlini, già autore di “Lustrini per il regno dei cieli – Ritratti di evirati cantori”, esamina la figura dell’ermafrodito tra mito e realtà. Questa figura complessa che racchiude in sé il fascino dei due sessi è stata definita, nei secoli, come sinonimo di perfezione da alcuni e di sventura per altri. Ciò non toglie che l’ermafrodito non ha mai smesso di attrarre l’interesse popolare. Come scrive Carlini nel libro: “L’ermafrodito, simbolo di dannazione e di perfetta completezza di esistenza allo stesso tempo, è un fantasma culturale che attraversa tutto il mondo. La sua figura si trova tra cronaca (spesso tragica, di negazioni ed eliminazioni) e fantasia (quasi sempre gloriosa), a tutte le latitudini e le longitudini”. In definitiva un saggio affascinante che si snoda attraverso miti, leggende ed episodi reali, e indaga l'ermafroditismo da un punto di vista storico-letterario. Da leggere assolutamente.

Cristian Porcino


© Riproduzione riservata

giovedì 5 novembre 2015

“Chiedi di lui” un romanzo verità su Renato Zero.

Un romanzo-verità su Renato Zero, che si fa apprezzare per la fluidità della scrittura e la ricchezza dei contenuti. “Chiedi di lui, viaggio nell’universo musicale di Renato Zero” è un libro originale e completo, diviso in tre parti, che abbracciano l’intera carriera del cantante romano. È un libro “per tutti” che soddisfa tutte le esigenze perché vi si ritrova il Renato degli esordi beat e pasoliniani (finalmente in modo appropriato, senza accostamenti fuori luogo ma con documentata puntualità) e quello del successo, prima scandaloso poi accettato, il periodo buio, la rinascita e la consacrazione degli ultimi anni. E sullo sfondo le vicende storiche, sociali, politiche, sessuali e di costume di 40 anni di quest’Italia che ci fanno capire come Renato abbia rappresentato benissimo uno spaccato del nostro vissuto. Daniela Tuscano e Cristian Porcino, gli autori del volume, sono da lungo tempo attenti osservatori dell'artista. Si sono basati su testimonianze dirette e personali e sulla loro capacità critica, senza farsi condizionare dal gossip o dalla loro stessa passione. Sono infatti convinto che un libro “vero” su Renato può essere scritto solo da chi lo apprezza sinceramente, ma anche questo è un rischio perché si può sconfinare nella glorificazione o finire per “modellarlo” secondo i propri gusti, dimenticando la sua realtà. Questo rischio nel libro di Daniela e Cristian è stato evitato perché si conserva la giusta capacità di analisi senza perdere l'ammirazione. Un piccolo classico, insomma, che resisterà alle mode e al passare del tempo.

Renato Porcelli

lunedì 2 novembre 2015

“Testimone della misericordia” di Walter Kasper e Raffaele Luise


(“Testimone della misericordia” di Walter Kasper e Raffaele Luise, Garzanti, pp. 174, € 14,00).

Il cardinale Walter Kasper racconta papa Francesco in una lunga e toccante conversazione con il giornalista Raffaele Luise. Bergoglio, in quasi tre anni di pontificato, è riuscito a parlare al cuore della gente e ad apportare significative modifiche all’interno del cattolicesimo. La sua incessante attività pastorale lo ha reso un vero testimone della misericordia. Come afferma Kasper: “papa Francesco vuole rimuovere la cenere accumulata da secoli per far brillare di nuovo il fuoco del vangelo”. All’interno del libro si affronta, fra l’altro, il tema del sinodo sulla famiglia che si è appena concluso e il giubileo straordinario della misericordia indetto da Francesco (8/12/2015 – 20/11/2016). Kasper è “uomo di punta della Chiesa di Roma nel dialogo con le confessioni cristiane, con le grandi religioni e con le culture del mondo; uomo di grande finezza umana, intellettuale e spirituale, e modello di una fede non clericale e carica di umanità”. Grazie alle lucide riflessioni del teologo tedesco riusciamo a comprendere meglio le parole e i gesti di un pontefice rivoluzionario come Mario Jorge Bergoglio. Da leggere assolutamente.

Cristian Porcino

© Riproduzione riservata

domenica 1 novembre 2015

“Come gli angeli giungono a noi” di Helmut Fischer


(“Come gli angeli giungono a noi” di Helmut Fischer, Claudiana, pp. 108, € 14,90).

“Come gli angeli giungono a noi” è un libro davvero illuminante. Il teologo protestante Helmut Fischer analizza la figura degli angeli interpretando e ricostruendo l’origine di questi messaggeri di luce e la loro rappresentazione nel cristianesimo. Gli angeli non appartengono soltanto alla religione cristiana, ma addirittura ad epoche e culti ben più remoti come lo zoroastrismo. In un entusiasmante viaggio intorno alla storia dell’umanità si delinea la tipizzazione dell’angelo entrato a far parte del nostro immaginario collettivo. Senza retorica o dogmatismi Fischer ci accompagna alla scoperta di queste figure popolari venerate e riconosciute non solo dai credenti ma anche da atei e agnostici. “Gli angeli sono essenzialmente costruzioni lessicali, concetti verbali con cui esprimiamo qualcosa che non si lascia denominare direttamente perché la sua natura non è quella di una cosa, di un oggetto. Del non- reificabile si può parlare solo per simboli e metafore, cioè in forma poetica”. In definitiva un volume prezioso e raffinato, ricco di illustrazioni a colori che agevolano la comprensione della raffigurazione degli angeli attraverso i secoli. Un libro da leggere assolutamente.

Cristian Porcino


© Riproduzione riservata

domenica 4 ottobre 2015

“L’uomo sulla bicicletta blu” di Lars Gustafsson


(“L’uomo sulla bicicletta blu” di Lars Gustafsson, Iperborea, pp. 204, € 16,00).

Jan Victor Friberg, inconsapevolmente, varca la soglia della casa del Tempo. Il protagonista si ritrova faccia a faccia con i propri incubi e i desideri inespressi e repressi. Il passato si tinge dei colori del presente e si mescola dando vita a sfumature future. La storia è ambientata nel 1953 in una cittadina svedese. La descrizione paesaggistica e l’atmosfera tipica dei paesi scandinavi conferiscono all’intreccio onirico una dimensione quasi fiabesca. Ci troviamo dinnanzi a poeti scomparsi nel nulla, un tetro maniero alle prese con i preparativi per un funerale di una donna ancora in vita, strane fotografie che si raccontano in piena simbiosi con la psiche dell’osservatore e molto altro. Il libro di Gustafsson riporta alla mente i salti temporali e i costrutti narrativi di Lewis Carroll e Borges. «Dover sempre essere qualcuno in particolare gli sembrava il più grande inconveniente dell’essere uomo.».
In definitiva un libro assolutamente consigliato.

Cristian Porcino

© Riproduzione riservata

sabato 3 ottobre 2015

“Orfana di figlio. I giovedì delle Madres de Plaza de Mayo” di Taty Almeida, Massimo Carlotto, Renzo Sicco


(“Orfana di figlio. I giovedì delle Madres de Plaza de Mayo” di Taty Almeida, Massimo Carlotto, Renzo Sicco, Claudiana, pp. 200, € 13,90).

“Orfana di figlio” è un libro sconvolgente che racconta gli anni della dittatura argentina e la tragedia dei Desaparecidos. Attraverso la testimonianza di Taty Almeida raccolta da Renzo Sicco apprendiamo l’orrore a cui dovette assistere insieme ad altre donne e madri: “Se dico orfano o vedova so a cosa mi riferisco ma non esiste un termine che indichi la perdita di un figlio”. Come scrive Erri De Luca nella prefazione: “Perciò le madri di Piazza di Maggio negarono il loro lutto per ogni giovedì, portando al collo le fotografie dei figli da aspettare. La dittatura li volle mai nati, le madri li vollero mai morti”. All’interno del libro è ospitata la toccante opera teatrale di Massimo Carlotto “Più di mille giovedì” già rappresentata, con gran successo, in tutto il mondo. Questi martiri della libertà ancora oggi invocano giustizia e lo fanno attraverso la voce delle loro genitrici. Luis Sepúlveda scrive nella postfazione: “Avevano sognato che la felicità di tutti era possibile. Avevano sognato di creare una legge giusta, davanti alla quale saremmo stati uguali. E avevano osato far diventare realtà i sogni, perché quelli di cui sentiamo la mancanza, senza tante storie né presunzioni, avevano raggiunto la dimensione superiore dell’essere umano, per questo ne sentiamo la mancanza: perché erano rivoluzionari”. Sicuramente un libro che tocca l’anima del lettore, e lo spinge alla ricerca della Verità e al rifiuto di qualsiasi forma di sopraffazione e privazione della libertà. Da leggere assolutamente.

Cristian Porcino


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venerdì 2 ottobre 2015

"Chiedi di lui", un libro onesto


Sorcino da tanto? Da poco? Dipende. Per alcuni sono solo agli inizi, data la mia età ancora giovane. Per me da sempre, visto che la zerofollia mi è stata trasmessa fin dalle fasce. Ma non smetto mai di cercare quello che non ho potuto vivere. E questa mia ricerca è stata esaudita da "Chiedi di lui, viaggio nell'universo musicale di Renato Zero" scritto da Daniela Tuscano e Cristian Porcino. Forse il miglior libro in circolazione su R. Z. L'ho scoperto per caso dopo aver letto, purtroppo non subito, una bella intervista di "Amedit". È un racconto lungo suddiviso in due parti: le origini, con lo sfondo della Roma e dell'Italia degli anni '60 e soprattutto '70, con un preciso riguardo a Pasolini ma non solo. Si trovano aneddoti personali, testimonianze di chi gli è stato vicino, interviste sconosciute o dimenticate. E tanta musica e arte, viste con gli occhi di chi c'era (beati loro) ma con imparzialità. Anche nella seconda parte, che affronta il Renato più recente e, per me, meno intrigante dal punto di vista musicale, c'è una lettura personale e filosofica profonda, mai scontata. Insomma si legge con piacere anche se non si ha una grande familiarità con la carta stampata. Io lo giudico un libro onesto perché è scritto con passione ma sa essere obbiettivo, non nasconde le contraddizioni e, pur esternando le proprie preferenze, non snatura il personaggio. I due autori tentano di mostrare Renato per come è e non per come si desidera. Nel bene e nel male. Lo prova il fatto che non ci sono gossip che altri magari citerebbero, anche a sproposito, per affermare le loro tesi ma solo racconti e ricordi, documentati e puntuali. Questo per me è molto importante. E ciascuno si goda Renato!

Domenico Della Maddalena

giovedì 1 ottobre 2015

“Venti vite del Buddha” di Noor Inayat Khan


(“Venti vite del Buddha” di Noor Inayat Khan, Elliot Edizioni, pp. 92, € 12, 50).

Il libro di Noor Inayat Khan è un piccolo capolavoro di bellezza e semplicità; quella stessa semplicità di cuore che predicava il Buddha narrando le sue vite anteriori e suoi insegnamenti. I Jātaka sono antiche storie buddiste, per l’esattezza 547 favole e fiabe tramandate oralmente per lungo tempo. La prima stesura risale al V secolo a cura di un autore anonimo. Da quest’antica raccolta popolare Noor Inayat Khan ha attinto per rielaborare le storie contenute nel presente libro pubblicato per la prima volta nel 1939. Sin dalle prime pagine si evince che l’autrice conosceva benissimo l’importanza della Compassione. Proprio per devozione al principio di lealtà nei confronti della propria patria accettò di prendere parte alla lotta contro il nazismo divenendo un agente segreto britannico. A causa di ciò morirà nel campo di concentramento di Dachau nel 1944. “Le venti vita del Buddha” insegnano agli uomini di tutti i tempi che l’amore e il rispetto per la natura e il prossimo possono cambiare davvero il corso della nostra esistenza. «E quando il Buddha sedeva e tutti intorno a lui ascoltavano, queste erano le storie che raccontava. “Figli miei” diceva “non è la prima volta che vengo tra voi come vostro Buddha, ma sono già venuto tante altre volte. Alcune come bambino tra i bambini, altre come un animale tra quelli della sua specie, amandoli proprio come amo voi adesso, altre ancora, in mezzo ai fiori, ho tracciato un cammino per voi nella natura, ma voi non ne eravate a conoscenza. Così il vostro Buddha è già venuto come scimmia tra le scimmie, o cervo tra i cervi, ed è stato il loro capo e la loro guida”».
Pertanto consiglio vivamente la lettura di questo compendio di pace e speranza.

Cristian Porcino


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venerdì 4 settembre 2015

“A con Zeta” di Hakan Günday


(“A con Zeta” di Hakan Günday, Marcos Y Marcos, pp. 447, € 18,00).

Due storie parallele e complementari in grado di ammaliare sin dalle prime pagine. “A con Zeta” è un’opera cruda e senza pietà. Günday non risparmia critiche alla cultura araba ed europea. Per lo scrittore turco, tanto in Medio Oriente quanto in Occidente, l’essere umano è impregnato della stessa dose d’ipocrisia e indifferenza nei confronti del prossimo. La storia ruota attorno alle vicissitudini di Derdâ e Derda, una bambina e un bambino separati da un semplice accento.
Appare drammatica e convincente la descrizione dell’infanzia negata dei due protagonisti; un’infanzia caratterizzata solamente da miseria, violenza e morte. L’autore utilizza, senza troppe metafore, descrizioni macabre ma avvincenti. “A con zeta” sfida la morale e il perbenismo di facciata. Senza ombra di dubbio il romanzo di Hakan Günday è uno dei libri più affascinanti e intensi degli ultimi anni. Da leggere assolutamente.

Cristian Porcino


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giovedì 3 settembre 2015

“Breve vita di Pasolini” di Nico Naldini


(“Breve vita di Pasolini” di Nico Naldini, Guanda Editore, pp. 150, € 13,00).

Pier Paolo Pasolini, protagonista assoluto della cultura italiana del Novecento, rivive fra le pagine del libro di Nico Naldini. Una biografia bella, scorrevole e poetica che si divora come un romanzo. Pasolini non è stato solo uno scrittore ma un intellettuale a tutto tondo; un vero maestro dell’esistere per utilizzare una definizione contenuta nel mio ultimo libro “Tutta colpa del whisky”.
La sua opera letteraria e cinematografica resiste all’oblio del tempo e le sue riflessioni sono sempre attuali: «L’Italia sta marcendo in un benessere che è egoismo, stupidità, incultura, pettegolezzo, moralismo, conformismo». Della sua figura, però, si sente realmente la mancanza. Con la sua arte e con la determinazione che lo contraddistingueva è riuscito a scardinare l’ipocrisia italiana. La biografia di Naldini, peraltro cugino di Pier Paolo, restituisce un ritratto fedele e non edulcorato dello scrittore friulano.
Da leggere assolutamente.

Cristian Porcino


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mercoledì 2 settembre 2015

“Paese senza cappello” di Dany Laferrière


(“Paese senza cappello” di Dany Laferrière, Nottetempo, pp. 265, € 16,20).

Dany Laferrière, in un mix di ricordi personali e fantasiose metafore, racconta il suo ritorno ad Haiti dopo esser fuggito all’età di ventitré anni. ‘Vecchio osso’ osserva con attenzione critica l'intrecciarsi dei riti vudù al cattolicesimo. Si imbatte in persone ritenute zombie e accetta di buon grado di viaggiare nel paese senza cappello (l'aldilà per gli haitiani). La superstizione popolare lo spinge ad addentrarsi in un fitto sottobosco di teorie che lo faranno ricongiungere alle tradizioni della propria terra di origine. L'amore della madre e della zia, l'affetto degli amici, vecchie infatuazioni amorose, la riscoperta degli odori e sapori agevoleranno il suo ritorno. Forse i veri morti sono coloro che non sanno vivere il proprio presente e non ricordano il loro passato. Chi non accetta di cambiare e non si ribella ai soprusi. Chi accetta di lavorare come un automa senza pensarsi ed avvertirsi come un essere umano; oppure chi rifiuta le tradizioni che ha respirato sin da piccolo. Non dimentichiamo che a causa della dittatura dei Duvalier l'autore fu costretto a fuggire da Port-au- Prince per stabilirsi a Montréal. Il romanzo di Laferriére affascina perché con il suo stile fresco e accattivante riesce a descrivere il ritorno di un novello Ulisse nella propria Itaca. «Non sono stato laggiù per imparare qualcosa. Sono stato laggiù per stare in un posto diverso da questo. E ora, sono venuto via da laggiù per stare in un posto diverso da quello…».
Assolutamente consigliato.

Cristian Porcino


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martedì 1 settembre 2015

Rassegna stampa libro “Tutta colpa del whisky” di Cristian A. Porcino Ferrara


- “Quel sapore forte che ci apre la mente”: «Forse è tutta colpa del whisky, la bevanda ricavata dalla distillazione di vari cereali fermentati, con cui ci lasciamo andare nei pensieri aperti della nostra mente per sparare a zero sulla quotidianità di tutti i giorni. La mala politica italiana, i personaggi televisivi, strapagati, che invadono i palinsesti per divertire le nostre serate dalla noia assicurata, e per sottolineare il rispetto che abbiamo, l’uno dell’altro, a scandire un semplice saluto che ha tanto da dire. “Il lei è una forma di cortesia in disuso dal significato non solo formale ma davvero sostanziale”. Ne sa qualcosa Cristian A. Porcino Ferrara, l’autore dell’ultima pubblicazione dal titolo: “Tutta colpa del whisky”, edizione Lulu, maggio 2015. Ferrara lo fa con molta naturalezza nel linguaggio, senza fronzoli che possano distogliere il lettore da una lettura arrabbiata e del tutto autentica, quasi a sottolineare la superficialità di certi individui che ostacolano il nostro percorso di vita. L’autore cerca di enfatizzare, in modo irreligioso, il piffero di Rocco Siffredi, il porno divo tanto osannato dalle donne di tutto il mondo, sventolato sull’Isola dei Famosi come gioiello inconsueto per il genere maschile. Come esprimersi con certi termini considerati offensivi o provocatori. Ci sono altri episodi che possono offendere l’opinione pubblica, atteggiamenti ingiuriosi tali da diventare reati. Il libro inizia con una riflessione interiore a tratti poetica, ricordo di un ragazzino sereno immerso nella libertà dell’amore e della pace, innanzitutto nella salvezza del proprio io. Le piccole imperfezioni del creato “Preziosi scampoli di una umanità in divenire”. Cristian A. Porcino Ferrara, cita anche la grande scrittrice Oriana Fallaci, per tutti l’Oriana. Una donna intelligente, forte, indipendente, ruvida, cinica e antipatica allo stesso tempo. Di lei amava il suo coraggio e la libertà con cui affrontava il suo domani. Lo stesso coraggio che difficilmente troveremo nella donna di tutti i giorni». Antonio Agosta (giornalista), recensione pubblicata su: “Alganews” il 04/07/2015

- «Cristian A. Porcino Ferrara, un filosofo senza peli sulla lingua. Si potrà essere d'accordo o non pensarla come lui che poco importa, l'autore di Tutta colpa del Whisky non scende a compromessi con la società e le sue contraddizioni, ipocrisie e falle culturali. Lui vuole essere se stesso, libero e non in vendita. Questo credo sia il messaggio del libro costituito da poesie e prosa. Dare del tu a chiunque diventa per lui una metafora del vivere odierno.
“Il tu è la moneta dei creduloni che vogliono comperarti per due soldi. Hanno infierito sulla mia persona col solo intento di trafugarmi la sacralità del Sapere.“
Porcino Ferrara non accetta l'ipocrisia e trova in Oriana Fallaci la sua musa e a proposito della celebre scrittrice dice:
“Quasi sempre non ero d'accordo con lei, ma leggerla era un vero piacere. Di lei si poteva dire tutto tranne che non era coraggiosa”. Cosa c'entra il whisky? Lo scoprirete leggendo
». Maria Giovanna Farina (filosofa e scrittrice), recensione pubblicata su “L’accento di Socrate” giugno 2015

- “UN "PENSIERO RIFLESSO"... IN UN BICCHIERE DI WHISKY”:
« Filosofia come compagna di vita, come narrazione di se' e non solo del Se', come autobiografia, occasione per raccontarsi, romanzarsi, "poetarsi": questo il filo portante del lavoro di Cristian Porcino, intitolato "Pensiero riflesso". Cioè in vista, confessione scagliata e vibrante, carnale, esplicitata quasi con impudicizia. Urlo di rabbia, anche. Idea non nuova, anzi inserita nel solco della grande tradizione filosofica. Siamo noi contemporanei ad aver confinato la filosofia fra le materie astratte, o forse aride, e in una forma espressiva - quella saggistica - che richiama a un periodare pedante, scolastico e impersonale. Occorre ricordare che per gli antichi era tutto l'opposto? Che Socrate aveva appreso l'arte fra le braccia di Diotima e che i suoi trattati portavano il nome dei suoi allievi? Erano innanzi tutto dialoghi, fra un triclinio e un sospiro di passione. Perché la filosofia è spirito; quindi materia. Rinnova la materia. Non v'è separazione fra i due, ma nobilitazione della seconda grazie alla prima. E per questo Porcino riesce a intessere un inno alla vita malgrado gli schiaffi ricevuti, la considerazione che, in un mondo come l'attuale, il pensiero autentico, composito, "riflesso" (sincero) non solo non è apprezzato ma osteggiato. Si prediligono i tuttologi, che in realtà non dicono nulla, i raccomandati, i salumieri dell'affabulazione. Porcino esordisce con una silloge poetica assai pregevole (a mio parere, la parte migliore del libro) con echi vagamente ungarettiani (da "Sentimento del tempo") dal punto di vista stilistico e tributario, nei contenuti, di Bukowski e Busi. In verità, non ne possiede il disincanto e il cinismo, semmai la dolente passione. Tra le composizioni più riuscite primeggiano "Chi salverà il mondo" e "I maestri dell'esistere" (e tra questi ultimi figurano anche maestre donne, finalmente!), "O-Dio" e la catulliana "Amo e Odio" dove lo scrittore reclama una fede che non ha trovato, ma che gli spetta, in certo senso, di diritto: la fede nell'umano, la speranza. Il discorso prosegue nel suo secondo volume, "Tutta colpa del whisky": in esso Porcino rivendica un sapere "aristocratico" (nel senso etimologico di migliore) che non può essere per la massa, ma per chi riesce a indagarne e apprezzarne la profonda poliedricità (di qui un ironico, ma non troppo, "Elogio del lei" da contrapporre a un tu non più sinonimo di eguaglianza e comunione, ma d'omologazione dozzinale). Un folle, ma non per le folle, come sottolinea in un altro passo. Non è facile uscire dalla spersonalizzazione della società post-consumistica, che dona solo l'illusione di potersi esprimere liberamente, e che invece - lo ha sottolineato di recente Umberto Eco - permette a qualsiasi imbecille di sentirsi un "maître-a-penser". Chi invece orienta la cosiddetta opinione pubblica, e i gusti artistico-letterari, sono sempre roccaforti (fili spinati?) di baroni ben decisi a difendere la loro inespugnabilità. Cristian prova a fendere alcune sane "picconate" col "whisky" del suo sapere, genuino ed entusiasta, col nerbo d'un giovane che malgrado le ferite non è disposto a lasciarsi domare, e spazia dal card. Martini a De Crescenzo ai grandi filosofi orientali - anche in tal senso, la consapevolezza che la Sofia vive pure nell'altra sponda del Mediterraneo, non solo tra le nebbie del Nord o in un malinteso neoclassicismo -. Del resto, Cristian è siciliano: e nessuno sfugge alle proprie radici.» Daniela Tuscano (insegnante e scrittrice), recensione pubblicata su “Il Giornale dell’Etna” agosto 2015


Il libro è in vendita su amazon

giovedì 27 agosto 2015

“Liguritudine” di Daniela Tuscano

Qui, in via Morardo, è tutto un po' selvaggio. Un pittoresco anche troppo partenopeo, fin dalle facce. Se di bimbi, già fanno immaginare futuri splendori di ragazzi, imprendibili e furfanteschi. Accanto permangono volti ponentini, di fissità picassiane, e il crespo dei capelli inanella schiene d'ataviche fatiche. Qui il turista non invade ancora i carruggi. La spaghetteria “La mulattiera” ammannisce delizie d'altri tempi in mezzo a cimeli corsi, cartine preunitarie, biancheria di foggia francese, gufi e poiane, gioghi e tovaglie a quadri bianchi e rossi, su cui rosso spicca un papavero. E non stona. Esalta. Addolcisce ineffabile sapidità. Siamo, in realtà, in un suq orientale che sa di spezie e contenitori di plastica adibiti a vasi . Siamo in Italia. Siamo in un reperto anni Cinquanta. Il capolavoro del luogo è la “sala di lettura”: qui pure, un ammonticchiare assolato di grancasse, pendole, scaffali, ruote di biciclette e piastrelle da cucina. Ed è giusto, perché con la cultura si mangia: e si condivide. Davanti alla saracinesca, simile a quella dove Peppino Impastato si rifugiava per leggere Pasolini, si scambiano chiacchiere e libri. Anch'io ho portato il mio (su Renato Zero), che in verità vi è rimasto poco. Non capita così spesso di trovare un ventenne sparuto innamorato non solo del glam dei '70 ma di... Joe Dallesandro! Caspita! - Ma è vero che Renato lo conosceva?

Io e Cristian, veramente, non l'abbiamo scritto, avendolo scoperto dopo, ma sì, pare che nel '72 Renatino frequentasse spesso il Superstar di Roma in compagnia del sexy divo, e chiedeva insistentemente al dj di mettere le sue canzoni! (Ma quali?). Pur se un sospetto m'era venuto parlando di "Calore", quasi una memoria involontaria, proustiana, sicuramente un caso, ma non si sa mai... Insomma regalo il libro al ragazzetto entusiasta, pazienza se non guadagno nulla, non voglio taccagnare adesso, in quest'antro mezzo marocchino mezzo sabaudo, sopra pagine polverose con nomi russi e il titolo: "La fine di un attore".
Rientro a casa, il basilico è stato letteralmente divorato da una cavalletta che, nei radi momenti di pioggia, l'ha pure adibito a tettoia. Starà lì due giorni, poi sparirà, saltellando in chissà quali universi.

© Daniela Tuscano

giovedì 13 agosto 2015

Intorno a un libro su Renato Zero

Non sono una sorcina o fan propriamente detta, ma Renato ha attraversato momenti fondamentali della mia vita. La prima immagine che ho catturato di lui, intorno ai dieci anni, era quella d'un uomo già maturo: col dito sulla bocca, lo sguardo sornione e ironico di chi la sa lunga... Ma che sembrava soprattutto rivolto a me e mi dicesse: ti leggo. Nemmeno io riuscivo a distogliere il mio e mi accorsi che quegli occhi erano contornati da un filo di trucco e le unghie sulle dita più lunghe rispetto a quelle degli altri uomini. Non sapevo se per vezzo o per chissà cos'altro. Mio padre possedeva alcuni suoi dischi e mi raccontò che il giorno della mia nascita alla radio avevano trasmesso "Il cielo". Questo primo ricordo riaffiorò quand'ero sedicenne e cominciai ad appassionarmi a certe figure camaleontiche, vintage, glam, da Marc Bolan a Lou Reed a David Bowie, Freddie Mercury ecc. La mia amica Lorena mi fece ascoltare Ziggy Stardust e mi venne automatico associarlo a Renato! Sono quindi stata molto contenta di ritrovare tutti questi passaggi e atmosfere nel libro di Daniela e Cristian, mi sono serviti per contestualizzare meglio la sua figura dato che per ragioni anagrafiche non ho potuto viverli. Poi leggendo ho scoperto che Renato ha sofferto di quest'identificazione con l'artista inglese, ma per me non si trattava di un imitatore (anche perché, ripeto, avevo scoperto prima lui) quanto semmai della versione italiana di una corrente di pensiero e di vita. Mi appassionai tanto a quel personaggio dai pantaloni a zampa d'elefante e dai lunghi capelli neri. Io e Lorena arrivammo al punto di truccarci come lui! Anzi io invidiavo un po' la mia amica perché coi suoi tratti calabresi e scuri riusciva a somigliargli molto di più. Successivamente fui colpita da un video di Renato, giovanissimo e bello, Loredana e Mia. Mi diedero un'impressione di autenticità. Interpretavano una scenetta in cui cercavano una scrittura da parte di un impresario e Renato cercava di "prostituirsi" musicalmente pur di ottenere un ingaggio... Che poi in un gustoso passaggio del libro pare sia successa una cosa molto simile con Aragozzini! Diverso tempo dopo Renato tornò a bussare alla mia vita, in un momento di sconforto. Mi ero appena dichiarata alla mia famiglia e mio padre non accettava così facilmente la mia omosessualità. Allora ripensai a una frase de "Il cielo" che diceva "Un altro figlio nasce e non lo vuoi" e mi sentivo indesiderata, un uccello morto nel cuore. Sentivo di averlo deluso come figlia. Ma questa sensazione svanì presto sempre grazie a Renato... insomma a un'altra sua canzone, cioè "Santa Giovanna" che mi fece conoscere un'altra amica e invitava a vivere come si è... La terza invece viene analizzata nella seconda parte del libro cioè "Cercami". Avevo partecipato al Pride di Roma e come brano trainante era stato scelto "Gino e l'Alfetta" di Daniele Silvestri. Ma subito dopo parti' "Cercami" e tutti ci commuovemmo e l'ascoltammo in un silenzio quasi religioso. Quel pezzo infonde un grande ottimismo, una grande speranza nel futuro, una grande fiducia. Edificante, sì, nel senso migliore. Non conosco ancora tutti i brani e forse non è nemmeno importante, ma anche grazie alla lettura appassionante di questo saggio-romanzo ho avuto la conferma dell'immenso karma di Renato... di cui ho scoperto pure le debolezze e i limiti umani, ma mi ha convinta, a me appassionata di astrologia, a studiargli il tema natale... In futuro forse lo pubblicherò. Un abbraccio a tutti/e e grazie per avermi fatto scoprire questo bel libro.
(Aly A.)

"Chiedi di lui" di Daniela Tuscano e Cristian Porcino, pp. 178, Ed. Lulu, 2014. Il libro è in vendita su amazon

sabato 1 agosto 2015

Rassegna stampa libro “Pensiero Riflesso. La filosofia come la vedo io” di Cristian A. Porcino Ferrara


- «“Pensiero riflesso”, il nuovo libro di Cristian Porcino tiene insieme filosofia accademica con filosofia divulgativa. I suoi incontri reali con alcuni autori che lo accompagnano mostrano un percorso concreto nel mondo, altri come Socrate o Andy Warhol manifestano lo studio sui libri. Credo sia questa commistione a tenere insieme egregiamente il suo scritto.
Dal libro: «Attraverso l’ausilio di diverse discipline quali musica, cinema, arte etc., l’autore discute di filosofia e dei suoi massimi esponenti. In compagnia di Socrate, Luciano De Crescenzo, Manlio Sgalambro, Franco Battiato, Vasco Rossi, Alessandro Del Piero, Andy Warhol, Woody Allen, Robin Williams e molti altri ancora, il lettore apprende una valida alternativa per considerare la filosofia non una disciplina astratta, ma un percorso di vita realizzabile da tutti».
Un grande in bocca al lupo all'autore e alla sua creatività culturale» (Maria Giovanna Farina) pubblicato su “L’accento di Socrate” febbraio 2015


- «Come può uno scoglio arginare il mare?. In verità siamo noi quello scoglio quando tentiamo di tamponare la vasta e immensa distesa del Sapere». Frase estrapolata da un vecchio testo di Lucio Battisti e riadattata nel nuovo libro di Cristian A. Porcino Ferrara, scrittore e filosofo catanese, “Pensiero riflesso”, opera pubblicata dalla casa editrice Lulu Edition, Prima edizione, anno 2015. Dopo diversi tributi editoriali dedicati a personaggi importanti della musica italiana ed estera, come Michael Jackson, stavolta l’autore ha pensato bene di scrivere un’opera sul percorso della filosofia antica riadattata in chiave moderna attraverso le sue esperienze personali, come riflesso dell’essere e dell’esistenza umana e dal senso di stupore dell’inquietudine collaudata dall’uomo.
Nulla di teorico o di formativo scolastico. L’autore non vuole riprendere un percorso catechizzato per un vasto pubblico pagante, semmai riprendere un cammino filosofico personale percepito da colui che scrive. Porcino Ferrara, sempre l’autore, vuole investire su se stesso e non sull’apparenza. Ed è per questo motivo che non ha proposto la sua bozza alle case editrici tradizionali. E non vuole essere deriso per il suo modo di ragionare da filosofo in una società caotica come quella attuale. La filosofia, in Italia, è cosa lontana dal resto dei paesi europei. Forse, considerata solo come materia di studio e di poco importante nella vita di tutti i giorni.
Ritornando all’opera, “Pensiero riflesso”, Cristian A. Porcino Ferrara fa riferimento alla filosofia di Nice, Friedrich Wilhelm Nietzsche, scrittore e filosofo germano nato alla fine dell’800. Nice vuole colpire il cristianesimo smascherando l’inautenticità del Vangelo di Gesù, come portavoce di vita eterna. Però, tuttavia, sempre secondo Nice, il superuomo non necessità di verità astratte proiettate nell’aldilà. L’uomo è consapevole di essere superiore a tutto e tutti. Forse, non la pensa così il cantautore italiano Vasco Rossi. Nei testi presenti nei suoi ultimi pezzi, da alta classifica, ascoltati e cantati a loro insaputa anche dai più giovani, Vasco fa eco delle teorie nicciane, ammettendo di essere scosso dal fatto che la religione tenta di stordire la nostra capacità raziocinante. “Quando cammino su queste dannate nuvole/vedo le cose che sfuggono dalla mia mente/Niente dura, niente dura. E questo lo sai”. Un Vasco Rossi rivolto a quel modo opposto a Nice, come risposta a una vita avversa.
«L’Uomo è condannato ad essere libero: condannato perché non si è creato da sé stesso, e pur tuttavia libero, perché, una volta gettato nel mondo, è responsabile di tutto ciò che fa». Una filosofia vissuta ai giorni nostri, senza fronzoli e stravaganze intellettuali. Cristian A. Porcino Ferrara, uomo nelle vesti di un moderno pensatore, crede al pensiero dell’attimo fuggente come alternativa al marcio nascosto dietro false ideologie. “L’attimo Fuggente”, pellicola americana del 1989 interpretata magistralmente dall’attore Robin Williams. Nel film, Williams insegnava ai suoi studenti ad andare oltre il vuoto e cercare il senso della vita attraverso la filosofia che si nasconde dentro una poesia. Oggi, è difficile trovare un professore che stimoli i suoi studenti ad aprirsi al mondo e accettare quello che si cela nel vuoto esistenziale, non conviene a nessuno. Come parlare del piacere fai da te, in altre parole la masturbazione, che non è quella intellettuale. Ancora oggi ci sono uomini e donne che sono cresciuti con profondi sensi di colpa. L’amore vero è anche filosofia pura. Detto da Woody Allen e Lo stesso Federico Fellini nei suoi film. “I filosofi possono aiutarvi a pensare ma non possono pensare al posto vostro: hanno percorso una parte del cammino e grazie a loro non dovete più cominciare da zero, però la vostra vita nel mondo che vi è toccato in sorte la dovete pensare voi… e nessun altro”. Pensiero riflesso è un’opera, un saggio filosofico scritto con un linguaggio semplice e appagato, quasi un manifestato al male di vivere occultato dalla consapevolezza di essere vivi.
All’interno dell’opera ci sono delle belle dediche scritte dai filosofi Luciano De Crescenzo, Manlio Sgalambro e Massimo Cacciari. La filosofia non è cosa di tutti» (Antonio Agosta) pubblicato su “Generazioneweb” febbraio 2015

- «"Pensiero riflesso. La filosofia come la vedo io" di Cristian A. Porcino Ferrara è un'opera, per dir così, sorridente. Rende giustizia a una disciplina troppo spesso associata alle aule scolastiche, al sapere libresco e marmoreo. Invece la filosofia è esperienza vitale, consente di assaporare al meglio la nostra immanenza colorandola d'infinito. E non è appannaggio di pochi eruditi, bensì gioco, piacere per tutti; in tal senso, il libro di Porcino potrebbe esser definito "socratico"» (Collettivo Zero) pubblicato su “Ulisse - Compagni di viaggio” gennaio 2015

- «“Pensiero Riflesso. La filosofia come la vedo io” è sicuramente un libro atipico nel suo insieme. Porcino Ferrara si addentra nella spiegazione di figure legate certamente al mondo filosofico ma anche correlate alla cultura popolare; caratteristica già presente in alcune opere del filosofo catanese. Dopo l’avvento dello scrittore Luciano De Crescenzo, a cui peraltro il libro è interamente dedicato, la filosofia ha ritrovato una nuova linfa vitale. Il libro utilizza un registro divulgativo, con toni a tratti ironici e mai pedanti. L’autore si racconta e utilizza i suoi ricordi per spiegare i concetti e le vicende senza far sentire il lettore estraneo alla narrazione. Fra le pagine del libro troviamo una filosofia della sessualità, una del sorriso e diverse figure che acquisiscono una nuova luce grazie alla preziosa spiegazione dell’autore; pensiamo, ad esempio, a Robin Williams, l’oscuro Manlio Sgalambro, la musica di Franco Battiato, la pop-art e il genio di Warhol e perfino una filosofia del pallone. Leggendo “Pensiero Riflesso” mi è venuta in mente una delle tante lettere che il grande Seneca scrisse a Lucilio, e in particolar modo quando affermò, parlando del libro di un filosofo dell'epoca: «il suo stile ha una sua caratteristica peculiare che consiste soprattutto nell’andare diritto allo scopo, che poi, come metodo, sarebbe quello di trattare un argomento per volta e sempre con la massima chiarezza: fluisce ma non straripa, è ordinato ma non ricama, e nel contempo ha un suo fascino (…) e un alto contenuto morale». Grazie al linguaggio accessibile utilizzato da Porcino Ferrara “Pensiero Riflesso” insegna ma non catechizza, discute di etica ma non fa la morale, affascina ma non stordisce con inutili giochi di parole. Insomma un buon libro che fa trasparire la totale devozione dell’autore alla materia trattata. Anche solo per questo dovremmo essergliene un po’ grati.» (Ismaele Carbone) “Pagine letterarie”, luglio 2015

- “UN "PENSIERO RIFLESSO"... IN UN BICCHIERE DI WHISKY”:
« Filosofia come compagna di vita, come narrazione di se' e non solo del Se', come autobiografia, occasione per raccontarsi, romanzarsi, "poetarsi": questo il filo portante del lavoro di Cristian Porcino, intitolato "Pensiero riflesso". Cioè in vista, confessione scagliata e vibrante, carnale, esplicitata quasi con impudicizia. Urlo di rabbia, anche. Idea non nuova, anzi inserita nel solco della grande tradizione filosofica. Siamo noi contemporanei ad aver confinato la filosofia fra le materie astratte, o forse aride, e in una forma espressiva - quella saggistica - che richiama a un periodare pedante, scolastico e impersonale. Occorre ricordare che per gli antichi era tutto l'opposto? Che Socrate aveva appreso l'arte fra le braccia di Diotima e che i suoi trattati portavano il nome dei suoi allievi? Erano innanzi tutto dialoghi, fra un triclinio e un sospiro di passione. Perché la filosofia è spirito; quindi materia. Rinnova la materia. Non v'è separazione fra i due, ma nobilitazione della seconda grazie alla prima. E per questo Porcino riesce a intessere un inno alla vita malgrado gli schiaffi ricevuti, la considerazione che, in un mondo come l'attuale, il pensiero autentico, composito, "riflesso" (sincero) non solo non è apprezzato ma osteggiato. Si prediligono i tuttologi, che in realtà non dicono nulla, i raccomandati, i salumieri dell'affabulazione. Porcino esordisce con una silloge poetica assai pregevole (a mio parere, la parte migliore del libro) con echi vagamente ungarettiani (da "Sentimento del tempo") dal punto di vista stilistico e tributario, nei contenuti, di Bukowski e Busi. In verità, non ne possiede il disincanto e il cinismo, semmai la dolente passione. Tra le composizioni più riuscite primeggiano "Chi salverà il mondo" e "I maestri dell'esistere" (e tra questi ultimi figurano anche maestre donne, finalmente!), "O-Dio" e la catulliana "Amo e Odio" dove lo scrittore reclama una fede che non ha trovato, ma che gli spetta, in certo senso, di diritto: la fede nell'umano, la speranza. Il discorso prosegue nel suo secondo volume, "Tutta colpa del whisky": in esso Porcino rivendica un sapere "aristocratico" (nel senso etimologico di migliore) che non può essere per la massa, ma per chi riesce a indagarne e apprezzarne la profonda poliedricità (di qui un ironico, ma non troppo, "Elogio del lei" da contrapporre a un tu non più sinonimo di eguaglianza e comunione, ma d'omologazione dozzinale). Un folle, ma non per le folle, come sottolinea in un altro passo. Non è facile uscire dalla spersonalizzazione della società post-consumistica, che dona solo l'illusione di potersi esprimere liberamente, e che invece - lo ha sottolineato di recente Umberto Eco - permette a qualsiasi imbecille di sentirsi un "maître-a-penser". Chi invece orienta la cosiddetta opinione pubblica, e i gusti artistico-letterari, sono sempre roccaforti (fili spinati?) di baroni ben decisi a difendere la loro inespugnabilità. Cristian prova a fendere alcune sane "picconate" col "whisky" del suo sapere, genuino ed entusiasta, col nerbo d'un giovane che malgrado le ferite non è disposto a lasciarsi domare, e spazia dal card. Martini a De Crescenzo ai grandi filosofi orientali - anche in tal senso, la consapevolezza che la Sofia vive pure nell'altra sponda del Mediterraneo, non solo tra le nebbie del Nord o in un malinteso neoclassicismo -. Del resto, Cristian è siciliano: e nessuno sfugge alle proprie radici.» Daniela Tuscano (insegnante e scrittrice), recensione pubblicata su “Il Giornale dell’Etna” agosto 2015



Il libro è in vendita su: www.amazon.it

lunedì 13 luglio 2015

“Che colpa abbiamo noi” di Mattia Moretta

(“Che colpa abbiamo noi. Limiti della sottocultura omosessuale” di Mattia Moretta, Gruppo Editoriale Viator, pp. 340, € 18,00).

Mattia Moretta, psichiatra psicoterapeuta e sessuologo, ci porta alla riscoperta del significato di persona: «Nessun essere umano, infatti, può essere descritto tenendo conto solo di cosa gradisce nel sesso o da chi si sente attratto». L’autore riflette sulla necessità di una nuova consapevolezza in merito alla propria corporeità, e di conseguenza impronta una critica sensata verso una cultura dominante protesa verso l’edonismo e una sessualità fine a se stessa. «I sentimenti l’affettività amicale sono boicottati e resi del tutto improbabili da un circuito che ha bisogno di consumatori di sesso e divertimento». Moretta suggerisce di spogliare la cosiddetta subcultura gay per liberare la persona omosessuale da «questa concezione folkloristica e approssimativa dell’omosessualità». Inoltre l’autore si augura un recupero immediato della dimensione spirituale nell’essere umano per combattere i deserti dell’anima. La sessualizzazione annichilente dell’individualità omosessuale (ed eterosessuale) appiattisce l’evoluzione e il significato intrinseco dell’essere umano. “Che colpa abbiamo noi” è sicuramente un saggio di spessore, incisivo, a tratti impietoso ma carico di suggerimenti e speranze per migliorare la condizione delle persone omosessuali.

Cristian Porcino


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giovedì 2 luglio 2015

“Archetipi” di Caroline Myss

(“Archetipi” di Caroline Myss, Edizioni Il Punto d’Incontro, pp. 303, € 13,90).

Comprendere gli archetipi, cioè gli schemi psichici cosmici, ci permette di conoscere il nostro mondo interiore. Caroline Myss seleziona dieci archetipi e guida il lettore attraverso l’individuazione dei seguenti profili:
1) Il difensore dei diritti
2) l’Artista/Creativo
3) L’Atleta
4) L’Angelo custode
5) La Fashionista
6) L’Intellettuale
7) La Regina/ Manager
8) Il Ribelle
9) Il Cercatore Spirituale
10) Il Visionario.
Come sostiene l’autrice: “Il linguaggio degli archetipi è la lingua universale dell’anima umana, che ci unisce tutti psichicamente attraverso quello che lo psichiatra svizzero Carl Jung chiamava inconscio collettivo”.
Sicuramente un libro da leggere senza alcun tipo di preclusione mentale.

Cristian Porcino


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mercoledì 1 luglio 2015

“Il Dio d’America” di Furio Colombo


(“Il Dio d’America” di Furio Colombo, Claudiana, pp. 170, € 12,50).

Il libro di Furio Colombo pubblicato per la prima volta nel 1983 da Mondadori giunge oggi in una terza edizione aggiornata. Il testo mette in evidenza la tensione fra religione e Stato negli Usa, e la nascita di culti neocristiani che nelle loro azioni richiamano “i rischi squilibranti del fondamentalismo islamico”. Pagina dopo pagina apprendiamo resoconti inquietanti di chi utilizza, senza alcun pudore, principi biblici per camuffarli e trasformarli in mera propaganda elettorale. Spesso a modificare alcune situazioni incresciose e di forte disuguaglianza sociale interviene la Corte Suprema. Proprio in questi giorni la Corte Suprema ha stabilito il riconoscimento delle unioni fra persone dello stesso sesso, azzerando ogni forma di disparità con il matrimonio eterosessuale e rendendoli legali in tutti gli Stati. Ma sempre di questi giorni è la risposta del Texas che annuncia di non volersi adeguare a tale sentenza, in quanto si potranno ancora negare di celebrare le unioni di coppie omosessuali per fattori “esclusivamente religiosi”. Proprio per questo motivo il libro di Furio Colombo risulta importante per comprendere il forte groviglio di relazioni e azioni che intercorrono fra cattolici, ebrei, protestanti e nuove sette e semi-chiese; tutte unite per influenzare le decisioni politiche/morali del Paese in una netta “contrapposizione fra chiesa e stato in America”. Assolutamente consigliato.

Cristian Porcino


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lunedì 22 giugno 2015

“Primi passi” di Maria Giovanna Farina


(“Primi passi” di Maria Giovanna Farina, KKien Publishing, ebook, € 4,99).

Il nuovo libro di Maria Giovanna Farina si pone l’obiettivo di sostenere i “primi passi” dei giovani lettori all’interno del mondo filosofico. Nella prima parte troviamo un serrato dialogo con il filosofo Duccio Demetrio, mentre nella seconda i racconti legati alla tradizione filosofica occidentale spingono i bambini a familiarizzare con i pensatori e il loro modo di affrontare i problemi quotidiani (filosofia dinamica).
“Attraverso le Narrazioni si delineano comportamenti umani ancor vivi e presenti nella società; le Narrazioni fanno emergere tanti spunti di riflessione sui nostri rapporti con gli altri e diventano uno spaccato di Filosofia sociale”.
Un testo consigliato ai genitori e ai propri figli per intraprendere un sano percorso verso l’emancipazione dal becero conformismo. Il libro è acquistabile al seguente link: http://www.kkienpublishing.it/wpcproduct/primi-passi-maria-giovanna-farina/
Da leggere assolutamente.


Cristian Porcino


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lunedì 15 giugno 2015

“La Musa” di Jonathan Galassi

(“La Musa” di Jonathan Galassi, Guanda, pp. 245, € 18,00).

“La musa” è una dichiarazione d’amore all’editoria e all’universo letterario. Il testo rievoca i leggendari periodi in cui uno scrittore poteva davvero influenzare la vita di un lettore; mentre oggi fra divi e starlette dell’effimero i libri rappresentano quasi un passatempo inutile. Un vero bibliofilo non potrà non apprezzare il personaggio di Paul Dukach e non rimanere incuriosito dall’immaginaria poetessa Ida Perkins. Come si legge nell’incipit dell’opera: “Questa è una storia d’amore. Parla dei bei tempi andati, quando gli uomini erano uomini, le donne erano donne e i libri erano libri, con rilegatura incollata o magari cucita, la copertina di tela o cartoncino, la sovraccoperta più o meno bella e un meraviglioso odore di polvere e muffa; quando i libri arredavano tante stanze, e il loro contenuto, quelle parole magiche in poesia e prosa, era liquore, profumo, sesso e gloria per i loro devoti”.
In definitiva un libro davvero imperdibile.

Cristian Porcino


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giovedì 11 giugno 2015

“Città segrete” di Roberto Giacobbo


(“Città segrete” di Roberto Giacobbo, Mondadori, pp. 178, € 18,00).

Il saggio di Roberto Giacobbo raccoglie alcuni reportage già mostrati in tv nel programma “Voyager”. Alla continua ricerca e scoperta di misteri affascinanti e poco noti, l’autore ci accompagna in giro per Bologna, Firenze, Milano, Napoli, Palermo, Roma, Torino e Venezia. Con il suo stile diretto ma puntiglioso Giacobbo svela gli enigmi che si celano in alcune città italiane: dai Beati Paoli di Palermo alla vera origine del David di Michelangelo, dal Cenacolo di Leonardo a Gustavo Rol e molto altro. Come scrive nella prefazione il giornalista romano: “Entreremo in tante città, e lo faremo da una porta meno conosciuta, quasi segreta. Una porta che magari molti hanno visto passando ma pochi hanno pensato di aprire e attraversare. Ogni luogo ci darà alcuni spunti: pillole di conoscenza intense fatte di informazioni ma anche di emozioni, sapori, odori”. In definitiva un libro da leggere assolutamente.

Cristian Porcino


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giovedì 4 giugno 2015

“Le mie tele-visioni” di Maurizio Costanzo


(“Le mie tele-visioni” di Maurizio Costanzo, Mondadori Electa, pp. 137, € 14,90).

Senza ombra di dubbio possiamo definire Maurizio Costanzo come il giornalista televisivo più innovativo e autorevole d'Italia. In questo libro l’inesauribile Costanzo svela i retroscena che lo portarono alla conduzione del primo talk show italiano “Bontà loro” (1976-1978); per poi passare ad “Acquario” (1978-1979), “Grand’Italia” (1979-1980) e il “Maurizio Costanzo Show”. Quest’ultimo è andato in onda per ventisette anni e ha ospitato una quantità non indifferente di scrittori, politici, attori, artisti, ma anche persone cosiddette comuni. La sua attività non si è certamente limitata alla tv e alla carta stampata ma come ricorda lo stesso Costanzo: “Del resto ho scritto venti film, pubblicato venti libri, viste rappresentate oltre venti delle mie commedie, più migliaia di ore in tv e radio”. Come in una puntata speciale del suo più noto programma i lettori vedranno sfilare davanti ai loro occhi personalità del calibro di: Raimondo Vianello, Marcello Mastroianni, Alda Merini, Carmelo Bene e molti altri. In definitiva un libro da leggere assolutamente.

Cristian Porcino


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lunedì 1 giugno 2015

“Facce” di Hans Belting


(“Facce” di Hans Belting, Carocci Editore, pp. 364, € 37,00).

Il volume di Hans Belting è uno studio completo sul volto e la sua storia. All’interno del testo si ripercorre l’evoluzione del concetto di volto e maschera nelle varie epoche storiche. L’autore analizza la nascita della maschera come oggetto di culto, l’uso della maschera nella rappresentazione teatrale, senza tralasciare la fisiognomica e i disegni di Lavater. Lo studio di Belting si estende ai vari settori dell’arte come pittura, scultura, fotografia, cinema, per approdare ad un’attenta analisi dei mass media e dei social network. Scrive l’autore: “L’attività mimica del volto consiste tanto nel mostrare e rivelare quanto nel celare e ingannare. Il medesimo volto esprime verità e falsità: talvolta pare che qualcuno, con il suo volto, ci sveli apertamente il suo “interno”, talaltra che si nasconda invece dietro un volto impenetrabile come dietro una maschera senza viso”.
In definitiva un testo che non può assolutamente mancare nelle vostre librerie.

Cristian Porcino


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martedì 12 maggio 2015

“Tutta colpa del whisky” di Cristian A. Porcino Ferrara

«Leggendo l’ultima opera di Cristian A. Porcino Ferrara, ci sembra di conoscere un po’ meglio l’autore che si è sempre dimostrato anticonformista, disinibito e forbito nel linguaggio, solitario ma anche libero nei pensieri. “Tutta colpa del whisky” ha un fil rouge con i testi e lo stile di vita dello scrittore contemporaneo Charles Bukowski. Sicuramente un libro coraggioso e potente in grado di scuotere l’animo del lettore» Viviana Cosentino (giornalista).
Dettaglio libro: “Tutta colpa del Whisky” di Cristian A. Porcino Ferrara, Lulu Edition, pp. 94, Isbn: 978-1-326-27413-9, € 10,00. In vendita su lulu.com e www.amazon.it

venerdì 1 maggio 2015

“Nel paese dei libri” di Quint Buchholz

(“Nel paese dei libri” di Quint Buchholz, Beisler Editore, pp. , € 15,00).

Quint Buchholz rende omaggio al mondo della letteratura illustrando la magia contenuta nei libri. Solamente chi ha amato e continua a lasciarsi trasportare dalla lettura di un testo può comprendere il valore reale racchiuso dai libri. Questi piccoli scrigni di carta custodiscono storie fantastiche che prendono vita sotto i nostri occhi. Solitudini attutite dalla presenza di un compagno d’avventura atipico, oppure mostri da sconfiggere o semplicemente da capire perché leggere, in fondo, significa viaggiare ed esplorare i confini segreti della nostra anima. Buchholz, illustratore tedesco di fama mondiale, ci accompagna in un tour affascinante e lirico nel paese dei libri. Un testo da leggere e ammirare assolutamente.

Cristian Porcino


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mercoledì 1 aprile 2015

“Tiziano Terzani: la forza della verità” di Gloria Germani

(“Tiziano Terzani: la forza della verità” di Gloria Germani, Edizioni Il Punto d’Incontro, pp. 240, € 11,90).

Tiziano Terzani è stato un esploratore dell’umanità, un saggio dei nostri tempi che attraverso le sue opere ha cercato di risvegliare in ciascuno di noi questa consapevolezza di essere un Tutt’uno con il mondo. Intorpiditi e assuefatti dalle immagini che bombardano costantemente le nostre esistenze, ci siamo arresi ad una nuova colonizzazione della Coscienza. Come scriveva Terzani: “Frastornati dai dettagli di tanti fatti, perdiamo sempre di più il senso dell’insieme”. Lo scrittore fiorentino è riuscito a coniugare sapientemente spiritualità con attualità, perché la vera Conoscenza travalica i confini geografici e quelli spazio - temporali. La filosofa Gloria Germani ci consegna una testimonianza ricca di suggestioni emotive, e soprattutto una biografia intellettuale di Terzani che vale davvero la pena di conoscere e approfondire. Da leggere assolutamente.

Cristian Porcino


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mercoledì 11 marzo 2015

CANTO DI PRIMAVERA - A Trezzano s/Naviglio musica, arte e spiritualità sulle note di Renato Zero

Renato Zero e il sacro: binomio possibile? Madre Maria Vittoria Longhitano, presbitera della comunità episcopale "Gesù Buon Pastore" e prima donna sacerdote in Italia, è convinta di sì; e il 21 marzo 2015, a Trezzano sul Naviglio (Milano) propone un "momento di riflessione e passione" sul tema "Renato Zero: la ricerca del divino dietro le maschere della carne" (c/o Ri-MAFLOW, via Boccaccio 1, ore 17.30). Madre Vittoria dialogherà assieme a Daniela Tuscano, autrice con Cristian Porcino del libro "Chiedi di lui - Viaggio nell'universo musicale di Renato Zero".
L'evento sarà allietato dal violino di Jacopo Ciammarughi e si concluderà con un ricco buffet. Un modo diverso e stimolante per salutare l'arrivo della primavera.

Giulio Mezzanotti (DiTuttiColori, 11/3/2015)

mercoledì 4 marzo 2015

“Questa è la mia vita: il caso vuole” di Antonio Agosta

(“Questa è la mia vita: il caso vuole” di Antonio Agosta, Edizioni Libreria Croce, pp. 181, € 15,00).

Invece di istupidirsi con la lettura di cinquanta sfumature del nulla et similia, bisognerebbe lasciarsi trasportare da qualcosa di autentico e non artefatto come ad esempio il libro di Agosta. L’emotività, la cultura musicale e letteraria dell’autore dipingono con pennellate attente e fulminee l’universo di Gerry. Il protagonista si racconta alternando strofe delle canzoni di Renato Zero; un amico un po’ speciale che ha scandito momenti diversi della sua esistenza e di quella di Luisa, sua madre. Con una narrazione teatrale, ricca di pathos e di riflessioni sul significato del nostro destino, il secondo romanzo di Agosta cattura sin da subito. Gerry diventa un amico a cui non si può non prestare attenzione. È sicuramente troppo intelligente per non seguire i suoi ragionamenti, troppo dolce, e a tratti indifeso, per non affezionarsi a questo ragazzo così maturo nonostante la sua giovane età. La storia si dipana in un lasso di tempo che va dagli anni’70 fino ad oggi. Compiuti i suoi primi quarant'anni, prova a scrollarsi di dosso il senso d’inadeguatezza e d’apparente insensatezza che si cela dietro il significato dell’esistenza individuale. “Tutto accade quasi per caso. Oppure voluto da qualcuno o da una forza chiamata destino. La nostra storia ha un inizio e una fine intrinseca ai ricordi accumulati lungo la nostra esistenza. Gli stessi ricordi che, in un cielo grigio e piovoso, irrompono come raggi di sole”. Riuscirà Gerardo a spezzare le catene forgiate dal destino e a riappropriarsi della sua vita? Per saperlo non vi resta che leggerlo. Assolutamente consigliato.

Cristian Porcino


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