giovedì 12 marzo 2009

“La Guida 2009 agli editori che ti pubblicano” a cura di Leonardo Pappalardo



“La Guida 2009 agli editori che ti pubblicano” a cura di Leonardo Pappalardo per le edizioni Delosbooks, permette all’aspirante scrittore di destreggiarsi facilmente, attraverso la consultazione dell’elenco alfabetico di 300 case editrici interessate alla produzione di autori italiani. Basterà scorrere l’indice per andare a visionare quale genere pubblica quell’editore piuttosto che quell’altro. Ma il volume di Pappalardo contiene anche importanti risposte su cosa richieda un editore all’autore per la pubblicazione dell’opera; ad esempio: acquisto copie o partecipazione alle spese di stampa? Come dice infatti lo stesso Leonardo Pappalardo nella sua introduzione: “Come potrete constatare osservando le schede di tutti gli editori, sono davvero poche le case editrici che hanno dichiarato di non richiedere nessun tipo di contributo da parte degli autori”. Queste parole così come l’intero volume mi consentono di fare alcune considerazioni sull’editoria italiana.
Nonostante un buon critico letterario si impegni nel promuovere le opere di autori emergenti, pubblicate dalle piccole e medie case editrici; la realtà massmediale annulla ogni sforzo intrapreso.
La stragrande maggioranza degli italiani, che non sono di certo un pubblico di lettori, leggicchia ciò che gli viene propinato dalla tv e dai giornali. Basta prestare attenzione a cosa leggono le persone nelle metrò, negli autobus, ecc, per notare che non hanno fra le mani un libro di qualche autore emergente. Si tende a dare totale credibilità soltanto ai soliti nomi che da anni non producono più opere degne del loro nome; ma vivono semplicemente di rendita. Se si vuole leggere qualcosa di veramente interessante, non lo si dovrà ricercare nell’editoria stranota ma bensì in quella alternativa.
La cosa che uccide la cultura di questo paese è lo scarso interesse mostrato dallo Stato verso il mondo dei libri. Così accade che giovani e promettenti scrittori dopo aver realizzato un buon libro, proveranno ad inviare i loro manoscritti a quegli editori che contano. Ebbene potranno ritenersi fortunati se riceveranno una lettera di risposta, in pratica un prestampato con le solite frasi: “la ringraziamo per averci sottoposto il suo manoscritto, ma il suo lavoro non rientra nella nostra linea editoriale”. Così il giovane autore scoraggiato, dovrà necessariamente ricorrere all’editoria a pagamento; che puntualmente, pubblicherà la qualunque cosa, sotto lauto compenso. Ma zitti, non ditelo a questi benefattori, pardon editori, perché vi diranno che selezionano accuratamente il materiale da pubblicare.
L’editoria a pagamento è un cancro che uccide la cultura e la genialità di chi scrive. E poi non è così edificante ammettere di aver dato dei soldi a un tizio, ossia ad un editore, per vedere concretizzata la tua opera in un vero libro. Chi è un vero editore, è pronto a scommettere per il suo cavallo vincente, senza chiedere alcun contributo in cambio. Naturalmente sono in pochi a farlo e molti autori vengono a contatto con realtà non piacevoli. Ci sono grandi editori che vogliono sapere soltanto il titolo, e certe volte senza aver richiesto l’invio di una sinossi, si assiste alla bocciatura dell’idea proposta. In base a quale criterio si fa ciò? Semplice non si possiede la raccomandazione giusta per poter essere ammessi alla corte dei privilegiati. L’importante è pubblicare i soliti volti noti della tv, che considerata la professione che svolgono – di certo non quella di scrittori – potranno sponsorizzare liberamente la propria opera (siamo sicuri che sia realmente la loro?!). Per non parlare di tutti quei giornalisti che sfornano diversi libri all’anno solo e soltanto perché appartengono ad una “casta giornalistica” ben precisa.
Altra cosa che mi fa davvero innervosire è l’inettitudine di certi librai. Il loro compito non è solo quello di avere quel dato libro per poi tenerlo in magazzino ad ammuffire; ma promuovere i meno conosciuti, mettendoli in vetrina accanto a quelli più noti. Questo è fortunatamente capitato a me con i miei libri. Quale senso ha esporre i soliti autori che hanno la fama a precederli a prescindere dalla valenza artistica dell’opera pubblicata? Questi “lord” della letteratura hanno già un pubblico che li acquisterà in automatico. Quindi se le cose in Italia continuano ad andare male nel settore editoriale è proprio perché gli addetti ai lavori non svolgono quasi mai il loro compito. Inclusi alcuni critici letterari che si ostinano a voler recensire soltanto i libri pubblicati dai vari: Mondadori, Rizzoli, Einaudi, etc. Questo perché alcuni di loro bramano un giorno di pubblicare con le potenti major editoriali i propri lavori e quindi cercano di ingraziarsi gli editori attraverso la piaggeria. Pertanto “La Guida 2009 agli editori che ti pubblicano” a cura di Leonardo Pappalardo è un valido contributo per non cadere nelle mille e insidiose trappole dell’editoria italiana.
Cristian Porcino