giovedì 5 marzo 2009

"Io e Oscar Wilde" di Lord Alfred Douglas


Su Oscar Wilde ovvero su uno degli scrittori più geniali e più importanti della storia letteraria si è scritto è letto di tutto. Soprattutto si è molto scritto sulla tormentata “amicizia” con Lord Alfred Douglas chiamato affettuosamente da Wilde, Bosie ed esponente principale del circolo dei poeti uraniani. Per diretta ammissione di Oscar Wilde l’avere incontrato Douglas segnò l’inizio di una sciagurata disgrazia. Dichiarazioni che sono raccolte nel De Profundis di Wilde scritto durante i due anni ignobili di lavori forzati nel carcere inglese a cui fu condannato per reati di sodomia. Per anni abbiamo letto la versione dei fatti fornitaci da Wilde nel De Profundis, indignandoci dell’ingratitudine del giovane Bosie nei suoi confronti. Adesso dopo molto tempo grazie all’opera pubblicata dalle Edizioni Libreria Croce è possibile ricostruire parte di quegli eventi grazie alla descrizione che ne fece nel 1914 lo stesso Lord Alfred Douglas nel libro “Io e Oscar Wilde”. Questo libro colma un vuoto non indifferente poiché a Douglas non era mai stata data possibilità di replica ai fatti narrati da Wilde. Il libro in questione è corredato sul finale di molte lettere che lo stesso Douglas scrisse a Wilde, nonché di un ottima scheda biografica e bibliografica sull’autore del testo. Ė evidente che la versione di lord Douglas ci appare viziata da livore e acredine nei confronti di Wilde; il quale nel già citato De Profundis individuò nel giovane aristocratico causa dei suoi mali. Il libro è ricco di curiosità sulla vita dello scrittore de Il Ritratto di Dorian Grey. Specialmente quando in alcuni passi il lord inglese afferma che l’estro di Wilde è stato ampiamente sopravvalutato dalla critica e dal pubblico. Di sicuro lord Douglas scrisse questo libro per fugare ogni sospetto sulla propria omosessualità. In certe pagine si nota la critica perbenista che Douglas solleva nei confronti dei “viziosi” e quindi dello stesso Wilde. Così scrivendo Douglas ha prodotto un effetto inverso da quello desiderato.
Bosie attraverso queste pagine del libro curate e tradotte per l’occasione da Paolo Orlandelli, rivela al mondo una grande fragilità emotiva e personale nascosta dietro una spavalderia aristocratica di facciata. Oscar non fece mai mistero del suo trasporto sentimentale per Douglas; quest’ultimo invece nel libro citato ritratta tutto e anzi taccia Wilde di avere avuto una coscienza sporca. Dietro queste apparenti recriminazioni sul legame intercorso fra i due si nota l’attaccamento del giovane Bosie ad una figura così ingombrante ma così fondamentale quale fu quella di Oscar Wilde; tant’è che per tutta la vita lotterà strenuamente contro una società che lo riterrà il colpevole principale della fine artistica del drammaturgo irlandese. In definitiva questo è un libro consigliato non solo a chi ama l’opera di Wilde ma anche chi è appassionato di gossip letterario.


Dott. Cristian Porcino